Il merito del 3% e gli scandali della demagogia

Oggi l’Ecofin ha ufficialmente fermato la procedura di infrazione contro l’Italia per avere superato il tetto del 3% nel rapporto deficit/PIL.

Già prima delle elezioni, avevo parlato dell’azione dell’ultimo governo Prodi per quanto riguarda la politica economica, e avevo già detto che ciò che era stato fatto andava nella direzione giusta. Oggi l’Ecofin ce lo ha confermato. Alcuni estratti dall’articolo sullinkato, però, vanno evidenziati.

L’Ecofin prende atto di come il rapporto tra deficit e Pil in Italia “è aumentato al 4,2% nel 2005, prima di scendere al 3,4% nel 2006 e all’1,9% nel 2007, con un aggiustamento del bilancio del 3% del Pil nel periodo 2006-2007, ben al di là degli sforzi raccomandati dal Consiglio”.

Come avevo scritto in precedenza, il passato governo Berlusconi aveva avuto il demerito di far schizzare il debito pubblico ben oltre il tetto nel 2005. Nel 2006 e nel 2007, invece, il rapporto è felicemente crollato, ed è avvenuto durante il governo Prodi (il piccolo calo del 2006, tuttavia, andrebbe attribuito a entrambi i governi Berlusconi e Prodi, ovviamente in proporzione – il governo Prodi si è insediato a maggio 2006).

“Per quel che riguarda il debito dell’Italia – si legge nella decisione del’Ecofin – dopo essere sceso per un decennio appena sotto il 104%, nel 2004 è rimasto ben al di sopra del tetto Ue del 60%. E’ poi aumentato del 2% nel 2005 e di un ulteriore 0,6% nel 2006, prima di calare di nuovo al 104% nel 2007.

Il rapport debito/PIL, come avevo già scritto, è aumentato durante il governo Berlusconi, per scendere decisamente sotto Prodi. Insomma, come sopra: delle prove difficilmente confutabili del fatto che la politica di Padoa-Schioppa è stata intelligente e orientata al lungo periodo. Un’opera interrotta bruscamente, in favore di un ritorno al passato, soprattutto grazie ad un’infame opera dei mass media che hanno convinto gli italiani di pagare più tasse.

All’uopo, giusto per fare un esempio, Studio aperto, presunto telegiornale di Italia 1, Mediaset, prima delle elezioni del 2006, paventava lo spettro del ritorno di Visco al ministero dell’Economia, dipingendolo esplicitamente come un vampiro (satira? può darsi…ma un telegiornale che fa satira non è un telegiornale, è un varietà). A governo Prodi insediato, poi, aveva detto che gli italiani pagavano più tasse, parlando solo di pressione fiscale ma non facendo esemplificazioni corrette sul risparmio che invece gli italiani hanno avuto (come ho già scritto, sotto Prodi hanno pagato più tasse solo i ricchi e gli evasori). Sotto Berlusconi, invece, il medesimo telegiornale decantava meravigliato il clamoroso risparmio che gli italiani avrebbero avuto dal taglio dell’ICI e altre cose, prendendo giustamente i risparmi massimi, ma non quelli medi.

Stranamente, però, non ha ricordato che questi tagli (soprattutto l’ICI, la tassa più federalista d’Italia, che la Lega avrebbe dovuto difendere con i denti, se avesse avuto un po’ di coerenza) se da un lato ci fanno risparmiare (forse), dall’altro ha conseguenze nefaste: come scrive questo articolo, a seguito del taglio dell’ICI, sono stati tagliati i fondi per i trasporti, per l’ambiente, per la ricerca e il fondo contro la violenza sulle donne (istituito nel 2007 dal governo Prodi). Insomma, risparmiamo qualche centinaio di euro, ma avremo tram, bus, metro sporchi, in ritardo (a meno che non alzino i prezzi dei biglietti, come temo faranno, e il risparmio andrà a quel paese), avremo più inquinamento, la rete idrica, che già fa schifo, continuerà a peggiorare, si darà un altro simpatico colpo di grazia alla ricerca. Alle donne vittime di abusi in casa, alle ragazze-madri senza un tetto e ai loro figli, il governo Berlusconi risponde con un civile “Cazzi vostri”. La Carfagna, che avrebbe dovuto difendere queste donne, si preoccupa di insultare gli omosessuali.

Mi chiedo dove andremo di questo passo: ricordiamo che Berlusconi ha promesso di abolire anche il bollo auto e che a gennaio dovremo pagare qualche miliardo di euro grazie al conflitto di interessi in capo a Berlusconi, che sta cercando di difendere con le unghie e con i denti la sua rete abusiva, Rete 4. Questi miliardi da dove arriveranno? Da una nuova tassa Berlusconi o da altri tagli, non ci sono molte alternative . E vogliamo ricordare il famigerato federalismo fiscale che rischia di dare il colpo di grazia al Sud?

E infine, non dimentichiamo che la situazione economica del nostro Paese è ancora terribile.

Il debito pubblico dell’Italia però, nonostante una lieve flessione nel 2007, “resta il più elevato tra gli Stati membri dell’Ue”

Ho già detto che il malgiorno si vede dal mattino. Ancora una volta, incrociamo le dita e speriamo non vada troppo male…

UPDATE ore 20:05: il Sole 24 Ore ci informa che la mancata assegnazione delle frequenze a Europa 7 (e di conseguenza, il conflitto di interessi in capo a Berlusconi) ci costerà «2,169 miliardi in caso di attribuzione delle frequenze, 3,5 miliardi in caso contrario». Mentre Berlusconi guadagna grazie a Rete 4, gli italiani dovranno pagare ALMENO 2 miliardi di euro. E se Berlusconi non si toglierà una rete, il risarcimento salirà ancora. E non dimentichiamo che dal gennaio 2009 pagheremo 3-400 mila euro al giorno di multa a partire dal 2006 (per un totale di almeno 300 milioni di euro), sempre per permettere a Rete 4 di rimanere abusivamente in onda. Tutto questo è favoloso!

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