(Vignetta di OxyBlue, rilasciata sotto CC-BY-ND)
L’Italia ha bisogno del Partito Democratico, perché al momento l’unica opposizione vera è tutta sulle spalle di un partito (l’Italia dei Valori) che è ancora troppo fragile perché possa contrapporsi al regime mediatico della maggioranza al governo.
L’opposizione, con questa maggioranza, sarebbe semplicissima, se il PD funzionasse, perché il PdL sta facendo male, molto male. Ma il PD non funziona.
Oggi l’Assemblea Nazionale deve prendere una decisione: le alternative sono “tirare a campare fino a ottobre con Franceschini”, “eleggere un segretario diverso” e “andare alle primarie”. Andiamo con ordine.
Scegliere Franceschini significa non dare alcun segnale, non rompere con il passato recente e quindi continuare su questa strada, fino a vedere, magari, il PD sotto il 20% a giugno. Rinviare a ottobre significa aspettare un miracolo che non può arrivare.
Eleggere un nuovo segretario può essere una prima soluzione: ma credo che non serva a riavvicinare gli ex-elettori del PD al partito. Il PD è nato su un progetto completamente nuovo: eleggere un segretario (magari della stessa nomenklatura) durante un’assemblea significa tornare ai tempi dei congressi DS/DL, una rottura troppo piccola nella politica del PD ma soprattutto una grande spaccatura con la base che capirebbe di non contare nulla, che sono sempre i soliti a decidere.
Le primarie… Le primarie devono essere serie, senza gente che non si candida perché “non vogliamo oscurare la vittoria di Tizio”. No, le primarie devono essere uno spargimento di sangue: alla fine deve uscire un leader legittimato, pronto a zittire D’Alema con uno sguardo. E soprattutto si possono utilizzare le primarie per cominciare la campagna elettorale per le europee, un po’ come accade negli USA. Questo vuole la base: la base vuole contare qualcosa. Deludere quest’aspettativa significa invitare l’elettore a votare qualche altro partito. Le primarie sarebbero il miglior modo per rompere con il passato. Il PD è nato con le primarie e deve rinascere con le primarie. Le primarie possono dare un orientamento al PD, lasciando che siano gli elettori a decidere se stare più al centro o più a sinistra. Io non credo che una scelta creerà una scissione: ci sarà qualche fuoriuscita di quelli ancora comunisti o dei cattolici integralisti, ma questo non può che fare bene a un partito che finora non è stato né carne e né pesce. E sono certo che gli elettori lo premieranno in ogni caso.
Ecco, queste sono, secondo me, le alternative che dobbiamo aspettarci per domani. Io seguirò l’assemblea in diretta, dalle 10, linea permettendo, attraverso il mio canale su Twitter. Anche se temo che le decisioni verranno rinviate a una successiva assemblea (altro tempo sprecato).
Speriamo non troppo male.
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