La morte di Marge Simpson: riflessioni sulla stampa italiana

Qualche giorno fa era iniziato un tam tam su internet che annunciava, al termine della ventesima stagione de “I Simpson”, la morte di uno dei personaggi principali della serie tv: Marge Simpson. Quasi impossibile non cascarci, visto che l’articolo era stato scritto in modo apparentemente impeccabile. Ma una serie di sviluppi incontrollati mi porta a fare qualche riflessione in merito, perché la stampa italiana, in particolare certi siti e giornali cartacei VERI si sono lasciati trasportare dalla notizia senza alcuna riflessione.

Innanzitutto lo confesso, il primo a cascarci sono stato io, e non è mancato di passare la notizia ad alcuni conoscenti, seminando il terrore. Tuttavia, nel mentre, il giornalista dilettante che era in me (e che voleva scriverne quasi un pezzo su Wikinotizie), si è prodigato per fermarmi e costringermi a fare qualche ricerca sui siti internet americani, in particolare su Wikipedia in lingua inglese, non trovandone traccia. Sono quindi riuscito a smentire in tempo ciò che io stesso avevo detto prima di provocare qualche suicidio per la notizia che, se vera, sarebbe stata indiscutibilmente scioccante.

Ma viene da sé fare qualche riflessione. La storia comincia il 17 settembre 2008, quando il sito giornalettismo.com pubblica questo articolo che annuncia la morte di Marge Simpson, riportando una fonte anonima, avallata dalle spiegazioni di un “noto” simpsonologo, tal Dick Mycousin (Dick Mio Cugino – ma Dick significa anche ben altro). Le persone non addette ai lavori (ovvero i non-giornalisti-professionisti come me) non sanno che il titolo della rubrica, “Serpente di mare”, è già un programma: il serpente di mare, in gergo, è un falso scoop creato ad arte. L’autore è un certo Ciro Ascione, che si scoprirà essere un noto troll.

Insomma, è tutta una bufala, nulla di male. Se non che la situazione precipita: passi il tam tam sui blog, ma la notizia viene ripresa da Radio DeeJay, il sito Dagospia e Libero, che il 20 settembre 2008 pubblica sull’edizione cartacea un pezzo su questa bufala. Pur avendo avuto il 18 e il 19 per fermare questa magra figura, Libero, lo ripeto, pubblica la scioccante quanto falsa notizia sull’edizione cartacea.

Ora, io sono un normale utente di internet, sono rimasto scioccato dalla notizia e, com’è normale, l’ho subito passata a caldo. Ma una volta raffreddatomi (a occhio, una ventina di minuti dopo aver saputo la notizia) sono andato a scrivere due parole su Google, sono andato su Wikipedia, dove mi attendevo modifiche a raffica, ma non trovo nulla di nulla. E lì si capisce che è tutta una bufala.

Ma questi cosiddetti professionisti, che avrebbero dovuto sapere, almeno loro, cosa significa “serpente di mare”, visto che è proprio il gergo giornalistico, e che dovrebbero verificare le notizie, non riescono a fare quello che ho fatto io (occorrono pochi secondi, dopotutto).

La cosa deve far riflettere: forse non tutti i giornali sono così, ma spesso e volentieri ci vanno vicino. Fra i media che hanno abboccato, passi Dagospia che già altre volte c’era cascata con tutte le scarpe, ma Libero…

Libero è il giornale diretto da Vittorio Feltri. Questo Feltri è alla corte di Silvio Berlusconi da quindici anni, e lo vediamo spesso in tv a difendere il suo (ex) datore di lavoro. Ogni giorno se ne esce attaccando l’opposizione (politica, sindacale, economica e tutto); ad esempio, ieri (26 settembre 2008) è uscito con il seguente titolo a nove colonne: «PAGLIACCIATA CGIL» (occhiello: «Epifani firma in ginocchio»). Insomma, basta fare un giro sul sito per capire in che modo si riportano le notizie da quelle parti. Questo è il giornale che ha riportato nel modo più clamoroso una notizia falsa e facilmente verificabile.

Ampliamo lo sguardo: ogni giorno i giornali e telegiornali italiani, cartacei o meno, riportano delle notizie che sono o false o vecchie (spacciate come notizie, ma vecchie spesso di settimane) o in modo distorto (esempio: qualche tempo fa a Berlusconi fu assegnato un avvocato d’ufficio. Giornali e telegiornali (a cominciare dal solito Schifo Aperto) hanno fatto un servizio sulla bella avvocatessa che si è ritrovata alla corte di Berlusconi, senza chiedersi -cosa ben più importante- che fine avessero fatto i numerosi avvocati-deputati strapagati del premier – per giunta era venerdì e le Camere, di solito, il venerdì non lavorano).

Gli esempi che si possono ricordare sono innumerevoli (oggi, per esempio, ho letto questa perla su Bruno Vespa, mentre è di qualche giorno fa questa meraviglia di Riotta). La qualità dell’informazione in Italia è bassissima, e spero che questa figuraccia serva di lezione a chi ha contribuito a gettare nel fango una professione tanto importante e fondamentale in uno Stato che vuole definirsi occidentale.

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