Premesso che è evidente che qualcosa non funziona nell’Italia dei Valori, ovvero che non c’è una questione morale, ma solo una questione di intelligenza politica, da elettore di tale partito nel 2008, sia pure solo perché lo ritenevo meno peggio degli altri (( Troppo democristiani, coerenza del programma economico non pervenuta, altro )) , consiglio a Di Pietro di togliere il suo nome dal partito e promuovere nuovi meccanismi di promozione interna e di scelta dei candidati che siano pienamente democratici, come prevede la Costituzione.
In caso contrario, sarò costretto a prendere atto del fatto che l’IdV è come gli altri partiti (per la precisione un ibrido fra PD e PdL) dovrò compiere un insano gesto. Alle prossime elezioni (probabilmente in primavera) potrei, nell’ordine:
- votare Vendola (dipenderà dal programma, non voto i comunisti);
- votare Partito Marxista-Leninista Italiano (( Nel senso che lo scriverò a mano nella scheda o ci appiccicherò un adesivo, visto che il PMLI non crede nella democrazia elettorale e non si candida. O meglio, non si candida perché nessuno è talmente minchione da votarlo, e i marxisti-leninisti lo sanno. )) (per scoppiare a ridere nella cabina elettorale, così evito di piangere);
- defecare nella scheda elettorale.
Votare è un dovere civico, ma farsi prendere per il qulo no.
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Non esiste dinamica del dissenso, ma non solo nell’IDV, è un male endemico della politica italiana dovuto alla concezione padronale della stessa: ogni partito è retto da un sovrano assoluto, o tutt’al più da un direttorio, la cui parola è insindacabile e quando ciò diventa intollerabile rispetto al dissenso interno che pure inevitabilmente sussiste, allora si verifica la scissione del partito; cioè ogni idea, non trovando sbocco nei partiti esistenti porta prima o poi alla formazione di un nuovo partito, con un nuovo padrone/direttorio e così via: abbiamo, infatti, partiti cattolici o sedicenti tali, un partito federalista, partiti di varie sinistre più o meno moderate o estreme e analogamente di varie destre, ecc. ecc….Inutile dire che, a questa stregua, prendere decisioni è un processo alla paralisi permanente.
Vero, verissimo!
Giusto, visto che parli spesso di copyright, non dimenticarti di citare Il secondo tragico Fantozzi, che oltre 30 anni fa già illustrò l’insano gesto.. Cmq:
se si parla di concezioni del piffereto nella gestione dei partiti, allora non dimentichiamo che 2 anni addietro, a Chianciano,Vendola spaccò il PRC. Il Berlusconi con l’orecchino non accettava di perdere per un pugno di voti. E’ lo stesso che fa affari con Marciacanaglia e Don Verdone.
E Ferrero, almeno una cosa giusta la fece: mandò a spasso Pietro Sansonetti, il finto-comunista di Liberazione, cosa che fece indignare Vendola per il repulisti (della spazzatura; a proposito, attualmente non bastasse il caso Battisti, ora rilanciano dicendo che tutto il mondo è Paese, che NY e Londra hanno problemi di spazzatura come a Napoli, evidentemente il miracolo è andato proprio male). Grazie a Vendola e al suo concetto di democrazia abbiamo un 6% di votanti che in Parlamento non c’entrano manco per sbaglio. I comunisti sono il peggior nemico del comunismo.
Su Vendola: condivido, i comunisti sono il peggior nemico del comunismo. Semmai dovessi votarlo è perché ha smesso di farlo.
Non fu sua la colpa della disfatta della sinistra arcobaleno: la spaccatura vendoliana fu successiva, non precedente alle elezioni del 2008. Il candidato premier era ancora un certo Bertinotti.
Su NY e Londra: lì si tratta di disagi temporanei, di operatori ecologici in sciopero, non certo di un problema che cronicamente colpisce una regione intera (a causa del napoletano) da decenni. Questo è ciò che ha scritto un mio amico stamani su Facebook: «in diretta da Quarto, provincia di Napoli…qui è tutto ricoperto dai rifiuti e l’aria è irrespirabile…»
Sì, ma ti sembra il modo di affrontare una sconfitta al congresso di Chianciano? Se Ferrero aveva vinto, aveva vinto. Come Prodi nel 2006, per un capello di differenza. Ma era sufficiente e allora perché tosto spaccare il PRC? e perché lamentarsi dell’epurazione di Sansonetti?
Guarda, sul discorso dei comunisti la pigli troppo ideologica. Quello che è venuto dopo il comunismo sembra anche peggio: ora abbiamo Marchionne e Bondi che canta le lodi a B. Se Vendola smettesse di fare il comunista, che altro sarebbe se non il classico prete spretato? Un altro Bondi o D’Alema.
Io penso che se Vendola fosse rimasto nel PRC (a parte soffocare le sue ambizioni, chiaramente) avrebbe zavorrato il lavoro di Ferrero, poiché ciò che Vendola ha fatto in questi anni è stato spostarsi un po’ più a destra rispetto al PRC. Lo shift verso il centro è tema comune da quando è crollato l’URSS (vedasi Blair).
Se il percorso è questo, se Ventola dovesse smettere di fare il comunista, strade alternative al democristianesimo ce ne sono: qui c’è un Paese che avrebbe bisogno di socialdemocratici/progressisti veri. Come detto sopra riguardo lo shift verso il centro, questo è un discorso che hanno affrontato tutti i partiti comunisti (di sinistra) d’Europa, tranne il PCI (che è rimasto comunista per quanto riguarda i vari Bertinotti, Cossutta, Diliberto; o ha completamente saltato l’idea della socialdemocrazia puntando subito al centro, ovvero DS e poi PD). Se questo è il percorso che vuole fare Vendola, se vuole provare a fare Zapatero (ma uno Zapatero che sia italiano, non spagnolo), allora in quel caso possiamo discuterne.
‘avrebbe zavorrato il lavoro di Ferrero’
..oppure, per citare una nota pubblicità in tivvì, avrebbe fatto la cosa giusta, alternandosi al grigio Ferrero con la sua sfavillante personalità.
Anni fa, Gianfranco Funari si rivolse a Tiberio Timperi mettendolo in allerta sul fatto che il tizio che conduceva il Sabato sul due gli stava facendo le scarpe rubandogli la scena (‘quando s’avvicina daje un calcio ne’ i cojoni’). E infatti, adesso c’é il tizio che non mi ricordo come si chiama, piuttosto che Timperi.
Vendola potrebbe essere stato così al gioco? Accettare, dire ‘eh vediamo quello che fa Ferrero e ne parliamo tra un anno’, che tanto Vendola è un ragazzino per la politica italiana.
Poi io, di ‘sti comunisti non ne vedo, pensare a Bertinotti non mi pare indicativo. Lo shift a destra ha coinvolto tutti, e tu vedi i risultati. 25 anni fa avevamo Spadolini alla Difesa, ora abbiamo La Russa.Piuttosto siamo pieni di fasci e di finti comunisti alla D’Alema, e se Vendola l’anno scorso si è preso la Puglia, beh, facesse il presidente della Puglia piuttosto che il ‘leader’ del pdiddì o qualcosa del genere che ha in mente, che tanto l’itialiota tipico non farà mai vincere un gay dichiarato. Preferisce le mignotte e i magnaccia.
Ma infatti è anomalo che il centro si sia spostato a destra: lo shift non è verso destra, ma verso il centro, e questa cosa vale pure per la destra.
È la nostra destra (e il nostro Paese) che va troppo male a destra, come disse Montanelli, mentre non c’è a sinistra qualcosa di decente che possa occupare il centro.
(Gli altri commenti in coda di moderazione: la tua lettera aperta è lunga e richiede risposte adeguate e io causa vacanze non ho tempo per leggerla adesso).