Dentro la crisi: dieci motivi per essere degli idioti

Sui blog di Panorama è apparso un articolo (forse dettato da Paolo Bonaiuti, che ricava ottimismo a piene mani direttamente alla fonte) intitolato “Oltre la crisi: dieci ragioni per essere ottimisti “. Una collezione di cagate come non ne ho viste spesso. Vediamole (e smentiamole).

Il piano di Geithner piace ai mercati
Come ho già avuto modo di scrivere, il piano di Tim Geithner piace ai mercati poiché hedge fund e compagnia bella mangeranno a spese del contribuente. E questo non lo dico solo io, ma pure eminenti premi Nobel. Cosa c’è di buono nell’offrire una cena a pochi prelevando denaro dalle tasche dei cittadini? Perché dovrei essere ottimista se il governo permette che qualcuno utilizzi i miei quattrini per fare i porci comodi suoi? I tonfi di oggi dimostrano che si è trattato di un rally del tutto irrazionale, come ampiamente previsto .

La Federal reserve compra a piene mani

Anche di questo ho già parlato: il difetto della manovra è che destabilizza tutto nel medio periodo, perché comprare a piene mani (ovvero mettersi praticamente a stampare soldi) crea inflazione.

Segnali positivi dall’industria
Forse questa è l’unica ragione semiseria: anche di questo avevo già detto, quando ho parlato dei segnali positivi del LEI.

Crescono le vendite di case

L’avevo detto quasi due mesi fa, il mercato è drogato da interventi statali. E una rondine non fa primavera.

Una crisi dura 18 mesi e siamo arrivati a 15

A parte che le date sono sballate (la crisi è iniziata almeno un mese prima) ma, come avevo già detto (che palle, eh?), la crisi non ha un orologio. Al massimo si può dire che è plausibile pensare che non duri anni e anni come è stato in passato. I segnali, poi, non parlano di ripresa a U, bensì di ripresa a L: l’ultima stanghetta verticale è ancora lontana per essere prevista (a meno di nuove bolle).

L’Europa ha reagito con decisione
Ma in ordine sparso, il che non è granché positivo, perché c’è il rischio di conflitto di interessi.

Le materie prime stanno ripartendo

Come sopra, per i segnali positivi del LEI.

Meglio del previsto in Italia i bilanci aziendali
AHAHAHAHAHAHAH! Ma per piacere, l’Italia ha talmente tanti problemi che fra poco Silvio Berlusconi dovrà tornare a fare l’animatore sulle crociere per anziani. È tanto difficile pensare che le previsioni fossero semplicemente sbagliate? Prevedere un -20% e scoprire che è -17% non può significare che le cose vanno meglio del previsto, al massimo che vanno meno peggio del previsto (ok, è la solita storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, ma qui si mortifica il buon senso).

Gli incentivi all’auto rianimano le vendite
Anche qui, il mercato è drogato dagli incentivi statali: negli USA la crisi dell’auto è ancora profondissima, e ad essa è legata gran parte dell’economia americana (GM non è semplicemente un’industria automobilistica, ma molto, molto di più).

Migliora l’export verso l’Europa
Questa è buona: perché l’aumento dell’export verso l’Europa dovrebbe essere buono per noi europei? Significa che noi compriamo prodotti esteri (cinesi, per esempio), il che vuol dire trasferire la nostra ricchezza fuori dall’Europa (in Cina?) e non verso le nostre aziende. Volendo fare il nazionalista (e non lo sono), perché questa è una ragione per essere ottimista? Senza contare che questo va in conflitto con “i bilanci italiani meglio del previsto”. Ci sono poi questioni monetarie: il dollaro (per le manovre della Fed di cui sopra) e la sterlina deboli favoriscono le esportazioni.

Tutto questo non è ottimismo: è dire delle cagate per far credere a quelli che comprano Panorama per la rubrica Periscopio che vada tutto bene.

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