Termometro Finanziario: Grecia al centro della notizia, i mercati scelgono la cautela

June 29 Athens street fire

Per Termometro Politico

È sempre la Grecia a dominare la scena dell’economia: l’ennesimo rinvio delle trattative ha spaventato lievemente i mercati che, specie nella giornata di venerdì, hanno bruciato i guadagni di inizio settimana. Le borse restano sui massimi dell’anno, e sembra esserci comunque confidenza, motivo per il quale gli investitori potrebbero approfittare di alcune prese di profitto per rientrare nel mercato a prezzi più bassi. L’invito alla cautela resta comunque d’obbligo.

Nonostante l’ostentazione di ottimismo, infatti, lo stallo della tragedia greca resta evidente: la comunità internazionale resta disposta a staccare gli assegni (pagati, va ricordato, dai cittadini di mezzo mondo) che permetterebbero alla Grecia di restare a galla, ma i cittadini greci, attraverso vari scioperi generali, hanno dimostrato di non voler digerire le misure di austerità. Le rigorose manovre richieste dalla comunità internazionale, infatti, sono un passo obbligato perché il mondo torni a fidarsi della Grecia, reduce da anni di sperperi di denaro pubblico, evasione fiscale mai combattuta e conti pubblici falsificati, una gigantesca truffa ai danni dell’Europa in primis, ignorata, in buona o mala fede, dagli stessi greci che oggi protestano contro un fantomatico quanto ridicolo complotto internazionale ai loro danni.

Sta di fatto che il Paese non ha soldi in cassa a fronteggiare le proprie necessità: senza aiuti internazionali sarebbe aperta la strada del default, con conseguente paralisi dello Stato e dei suoi servizi pubblici. Grazie però all’intervento della BCE, l’effetto domino su altri Paesi dell’area dovrebbe essere comunque limitato, e l’eventuale disastro greco finirebbe per essere confinato a chi ne ha le colpe, ovvero alla Grecia medesima. Nella notte di domenica il parlamento greco ha approvato il varo delle misure di austerity, ma è ancora dubbio il fatto che possano essere attuate in modo ordinato, senza ulteriori manifestazioni di piazza.

Quanto alla settimana entrante, arriveranno importanti informazioni sulla crescita economica: inizierà il Giappone, che lunedì notte rilascerà le statistiche sul Prodotto Interno Lordo, che dovrebbe segnare una contrazione dello 0,3% nel corso dell’ultimo trimestre del 2011, secondo gli analisti. Mercoledì sarà la volta delle stime preliminari del PIL (sempre relative alla fine del 2011) dell’Eurozona, che dovrebbe attestarsi in territorio negativo a -0,6%. Osservata speciale sarà l’Italia, la quale dovrebbe segnare per il secondo trimestre consecutivo una contrazione della propria economia, entrando quindi in recessione in senso tecnico.

Dall’altro lato dell’Oceano Atlantico, ancora mercoledì verranno rilasciati i dati sulla produzione industriale, e inoltre le minute del meeting della Federal Reserve, che daranno ai mercati importanti indicazioni circa i futuri movimenti dei tassi di interesse USA e sulle azioni che la Fed potrebbe mettere in atto per perseguire i propri obiettivi (fra i quali sostegno alla crescita e controllo dell’inflazione). Giovedì, oltre all’abituale appuntamento con le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione (gli analisti si attendono un leggero aumento delle richieste), occhi puntati in primo luogo sui nuovi cantieri residenziali, importante predittore dei consumi a causa dei molti oggetti (come frigoriferi, lavatrici, mobili e molto altro) che i proprietari delle nuove case dovranno acquistare per arredarle. In seguito nella stessa giornata, la Fed di Philadelphia rilascerà i dati dei suoi sondaggi circa le condizioni del settore manifatturiero, spina dorsale dell’economia.

Photo credits | linmtheu [CC-BY-SA-2.0], via Wikimedia Commons

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2 Comments

  1. Come sempre mi piacciono tantissimo i tuoi post. Sui greci da un punto di vista formale e assoluto non vedo come non darti ragione, però non sono troppo d’accordo che la colpa è di chi sta in piazza a manifestare perché si vede tagliare stipendi e servizi già insufficienti.
    Certo è anche vero che la colpa non è nostra o dei francesi o dei tedeschi.
    Cosideriamo per assurdo (boh?) che l’italia fallisca il prossimo anno. Io sinceramente non mi riterrei responsabile del fallimento, visto che personalmente non ho mai preso né dato tangenti, non ho evaso le tasse, non ho falsificato bilanci né tantomeno ho mai votato Silvio o chi ci ha ridotti così. E come me ce ne sono tanti. Credo che il diritto ad incazzarmi almeno ce l’abbia. Certo mi dovrei incazzare con chi non si è comportato come avrebbe dovuto e non contro l’Europa che mi presta i soldi a fronte di garanzie, e siamo d’accordo, ma per lo meno non sarei felice.

    1. Beh, ovviamente è un mero punto di vista mio. Ho sempre cercato di andare oltre l’individualità e di considerare noi stessi come membri di una comunità, di cui accettiamo le decisioni anche se non le condividiamo (fino a un certo punto). Anche io come te non sento di avere colpe a livello personale, non avendo fatto alcuna delle cose da te descritte, ma l’avverto in quanto parte di una comunità che ha sbagliato, ed è ciò che mi spinge a fare ciò che mi è possibile perché tutti noi ce ne rendiamo conto al più presto.

      Capisco benissimo il tuo punto di vista, quindi, incazzarsi è normale, ma adesso c’è solo da accettare il fatto compiuto: per anni in Grecia si è vissuto al di sopra delle proprie possibilità, ora c’è il conto da pagare. È una tragedia, lo so, ma non compro un maxischermo per vedere una partita di calcio se poi non ho pane da dare ai miei figli, e se l’ho fatto, lo rivendo, lavoro il doppio o rinuncio al mio tozzo di pane.

      L’Italia non è la Grecia, ma può diventarlo, e per questo mi sforzo perché gli errori del passato non vengano ignorati, e se ciò avverrà, sentirò comunque di avere parte della colpa perché questa è la mia comunità. Una cosa soggettiva, è il mio carattere. 🙂

      Esprimerò meglio il mio pensiero in un articolo che verrà pubblicato domani su Diritto di Critica e poi su queste pagine, spiegando che il problema greco parte da lontano, ma i partiti che si sono alternati al potere han sempre fatto orecchie da mercante.

      Ti ringrazio moltissimo per il tuo commento.

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