Sarà che quando sui giornali leggo Sacconi cerco, se posso, di saltare. Quando si parla di Sacconi sui blog è un’altra cosa, ma, almeno fra quelli che leggo, non se n’è parlato. E per questo mi sono perso una notizia del 26 gennaio scorso. Per fortuna ogni tanto scandaglio la rete alla caccia di perle.
In un intervista, il ministro Sacconi, già balzato agli onori delle cronache per essere ministro della Salute e marito di un alto dirigente di Federfarma (conflitto d’interessi? Ma quando mai!), per aver bloccato con l’arma del ricatto l’esecuzione di una sentenza definitiva della magistratura italiana e probabilmente per altre sciocchezze simili di cui non rammento, afferma a la Repubblica queste testuali parole:
E favorevole al referendum sull’accordo [si parla di sindacati, nota mia]?
“In generale credo che si debbano superare tutte le forme di democrazia diretta. Ormai ci confrontiamo con paesi che hanno processi decisionali velocissimi, penso al Brasile, alla Cina, alla Russia”
Accidenti, prima ci tolgono la possibilità di scegliere la gente che deve andare in Parlamento, facendola scegliere a una decina di persone, poi ci tolgono la possibilità di bocciare delle leggi (il referendum è una forma di democrazia diretta, per chi non lo sapesse). Il prossimo passo quale sarà? L’abolizione delle elezioni? O meglio ancora, l’unica elezione sarà quella del Presidente della Repubblica con tanto di poteri assoluti per volontà di Dio e del popolo italiano.
Meraviglioso, poi, il paragone con quelle grandi democrazie che sono Cina e Russia. Ci stiamo avvicinando: già abbiamo una legge Pisanu per bloccare la diffusione di internet che il Partito Comunista Cinese sta pensando di denunciarci all’ONU per violazione dei diritti umani, adesso c’è una proposta di legge riguardante una bella fetta del diritto di internet che, fra le altre sconcezze indegne anche della Cina, assegna al governo una delega in bianco per decidere come deve essere la rete italiana. Una cosa assurda.
Poi la Russia dove i giornalisti vengono trovati morti. Finiscono casualmente su dei pezzi di piombo formato pallottola.
Poi il Brasile: dobbiamo essere come il Brasile, chissà, magari rifiuteremo l’estradizione di Adriano. Subito dopo importeremo il carnevale di Rio e l’estate a febbraio.
E non è finita.
Le sembrano tutti modelli di democrazia?
“No, però è così. Per questo dico che non c’è tempo per le decisioni assembleari, tanto più per le relazioni industriali”.
Lui lo sa che Russia e Cina non sono democrazie, però dobbiamo copiarle lo stesso. Poi dice, in pratica, che il Parlamento è una rottura di coglioni inutile, e che il tempo perso per passare in Parlamento sono soldi persi dai nostri amati industriali.
Liberali che votate ancora ‘sta gente, svegliatevi: questi fascistelli ci stanno togliendo la libertà pezzo dopo pezzo.