Avevamo già detto che per i politici italiani ormai la giustizia è un hobby, più che qualcosa di serio. Passi le innumerevoli sentenze che dichiarano Rete 4 abusiva e mai rese esecutive, di questi tempi ci si mettono le forze politiche (a cominciare da Brunetta e dal PD), visto che tutti discutono dell’innalzamento dell’età di pensionamento per le donne tralasciando che non si tratta di merito o di colpa, di giusto o di sbagliato, ma di un obbligo imposto dalla Corte di Giustizia della Comunità Europea. Senza dimenticare il caso De Magistris, che ha fornito l’assist per le forze politiche per dire che la giustizia va riformata perché impazzita (in realtà, come già spiegato qualche giorno fa, bisognava punire Catanzaro, perché agiva fuori dalle proprie competenze, e lasciare che Salerno continuasse il suo lavoro, poiché competente per legge). Insomma, visto che ci sono magistrati che ci rompono le scatole a indagare su politica, imprenditoria, mafia e massoneria, con tanto di intercettazioni telefoniche (inutilizzabili perché l’indagato non era stato avvisato preventivamente ((Può sembrare una battuta, ma non lo è.)) ), la riforma della giustizia diventa una priorità per i cittadini. Già da questo punto di vista tutta questa storia sembra un cinepanettone, con Christian De Sica nel ruolo del ministro burlone e sciupafemmine e Massimo Bonldi capo dell’opposizione con la ta-ta-ta-tachicardia. Ma il brutto (o il bello, fate voi) è che non finisce mica qui.
Oggi il PD propone una commissione per la giustizia, mentre il PdL continua a dire “dialoghiamo, ma se non siete d’accordo decidiamo a maggioranza”. Berlusconi, in particolare, vuole riformare addirittura la Costituzione, in particolare eliminando l’obbligatorietà dell’azione penale e inserendo la separazione delle carriere, il che significa, in estrema sintesi, che l’avvocato dell’accusa dovrà indagare solo sui reati indicati dal governo. Addirittura si vuole creare un secondo CSM, e che in entrambi la componente politica vedrà aumentare il proprio potere.
Il che significa, in poche parole, togliere un altro pezzo di indipendenza nel sistema istituzionale italiano.
Avete presente Montesquieu? Quel tizio che affermava quell’idiozia della separazione dei poteri ((La quale non interessa ai cittadini, visto che è il fondamento di quell’altra scemenza nota come democrazia. )) ?
Bene, in Italia noi abbiamo un potere legislativo (il Parlamento) che sostiene il potere esecutivo (il Governo). Questi due poteri sono interdipendenti, inoltre il potere esecutivo può costringere il potere legislativo a votare in un certo modo attraverso lo strumento della fiducia.
Poi è anche arrivata la riforma elettorale, che rende i componenti del potere legislativo fedeli a chi li ha nominati, ovvero il leader (o il direttivo) del partito, che spesso e volentieri finiscono ad essere componenti del potere esecutivo. Insomma, fra questi due poteri c’è tutto fuorché separazione, anzi si può dire che siano praticamente la stessa cosa. Dipendono l’uno dall’altro.
L’organo di autogoverno della magistratura (il CSM), quindi il terzo ordine, quello giudiziario, è composto per un terzo da membri scelti formalmente dal potere legislativo (e, per i motivi sopra esposti, dal potere esecutivo) e uno di questi membri (detti “Laici”) lo presiede (in vece del Presidente della Repubblica). Senza dimenticare i poteri del ministro della Giustizia.
In Italia, poi, ci siamo inventati un altro paio di poteri (come quello di controllo del Capo dello Stato o quello di indirizzo politico del governo). Insomma un casino che, immaginerete, fa funzionare il Paese in modo efficiente in modo inimmaginabile (e infatti non riesco nemmeno a immaginarlo).
A voler essere brevi, per riformare la giustizia basta cambiare un paio di cose, ovvero quelle ingerenze reciproche inutili e dannose fra i poteri. Ma questo significa, più semplicemente, che una vera riforma della giustizia non può prescindere da una riforma dell’intero sistema istituzionale. I tre poteri fondamentali devono essere separati, affinché si controllino l’un l’altro (in Italia, invece, si influenzano l’un l’altro, con l’esecutivo e il legislativo che spesso vanno a braccetto, il che genera sovente dei veri e propri mostri, come la degenerazione della nostra democrazia che stiamo vivendo di questi tempi dimostra). In Italia, invece, esiste un controllore esterno (il Capo dello Stato), che è a capo di tutto ma non può fare praticamente niente, e che è eletto dal Parlamento; il che significa, se tutto va male, che viene eletto con i soli voti della maggioranza. ((E chissà che dopo un inutile (e bizzarro) Napolitano non avremo un Berlusconi al Quirinale… immaginate Al Capone alla Casa Bianca?)).
La nostra Costituzione, in verità, così come era stata concepita (ovvero così come la leggiamo oggi, più o meno), non è affatto male. Purtroppo nel corso degli ultimi sessant’anni il sistema politico è andato via via derivandosi verso un sistema in cui è il partito il centro del mondo e non il Paese e dove l’opposizione è, il più delle volte, vista come illegittima ((Siamo passati dalla DC contro i comunisti a Berlusconi contro i comunisti, anche se non ho ancora capito chi sarebbero)); e il partito, non essendo in molti casi un organismo democratico ((in Germania, tanto per dire, i partiti devono tenere per legge almeno un congresso l’anno, mentre in Italia qualcuno ne ha tenuti un paio in quindici anni di storia)), comporta inevitabilmente che gli interessi particolari prevalgano su quelli collettivi e che il sistema istituzionale concepito dai Costituenti sia stato svuotato nel tempo e reso inefficiente.
E alla fine abbiamo le Tangentopoli nazionali e regionali, i poteri occulti, le mafie che (stranamente) non si riesce mai a sconfiggere, le leggi ad personas (sia da destra che da sinistra), i criminali salvati dalle prescrizioni, dalle amnistie e da leggi che introducono cavilli su cavilli ((Danno la colpa ai giudici, mentre la colpa è di chi fa troppe leggi senza alcun coordinamento, visto che il giudice, poveraccio, deve solo applicare quello che gli passa il Parlamento.)) , il debito pubblico a livelli stratosferici, la crescita zero, i cervelli in fuga, la classe politica più vecchia d’Europa con un premier che non sa usare il computer ((Per contro Obama non riesce a vivere senza, pensate a come siamo messi bene)) , l’alta velocità ferroviaria che costa miracolosamente il triplo che in Francia, una compagnia aerea mai privatizzata da nessun governo di destra o di sinistra che oggi è fallita e il cui debito finirà sulle nostre spalle, (la lista è ancora lunga, continuo?).
Ma tutto questo, probabilmente, “non interessa ai cittadini”.