Libero Silvio in libero mercato: troppi concorrenti fanno male alla salute (di Mediaset)

Pochi giorni fa parlavamo giustappunto di Silvio Berlusconi e del conflitto di interessi che sta succhiando la linfa degli italiani. Dicevamo che in Thailandia hanno fatto un colpo di stato per rimuovere un premier in conflitto di interessi, da noi deve muoversi l’amministratore delegato di un’azienda straniera.

Parliamo di SKY: monopolista del satellite in Italia, SKY ha come concorrente principale Mediaset, azienda di Silvio Berlusconi. Il motivo veniva descritto, a mero titolo di esempio, su questo blog, nel dicembre 2006, praticamente due anni fa: leggiamo che «i due network [SKY e Mediaset] hanno una fisionomia di pubblico molto eterogenea che fa gola ai medesimi investitori pubblicitari». Nel febbraio successivo, SKY entrava in Auditel, che monitora gli spettatori delle TV, e il Corriere della Sera parlava, giustamente, di guerra dello spot fra SKY e Mediaset. Infatti con l’entrata di SKY in Auditel, le televisioni terrestri e quelle satellitari diventano comparabili, e questo, ovviamente, aumenta la concorrenza fra le stesse, abbassa i ricavi dalla pubblicità e questo intacca soprattutto Mediaset. A tutto questo si aggiunge il fatto che, già dall’inizio, SKY aveva quasi il 10% degli ascolti, in crescita, e con una voglia matta di sfondare nella pubblicità.

Poi arriva la crisi, Silvio che invita i consumatori a consumare (perché se si consuma, le aziende saranno incentivate a comprare pubblicità sulle televisioni di Berlusconi), il mercato della pubblicità in calo e SKY che si fa sempre più pressante ((Avrete notato la grande aggressività di SKY, che manda pubblicità ogni dieci minuti, via tv, radio, giornali, posta e telefonate.)). Come risolvere questo problema di “eccessiva concorrenza”?

La soluzione: raddoppiare l’IVA sugli abbonamenti della pay-tv, il tutto imposto per decreto del governo ((Lasciamo poi stare quanto detto dal ministro Sacconi: lui dice che deciderà il Parlamento, ma non dimentichiamo che gran parte dello stesso è composta da gente nominata direttamente da Berlusconi (in virtù del Porcellum) o legato allo stesso da legami…spiccioli. Il Parlamento è stato svuotato delle sue funzioni già da molti mesi, quindi Sacconi ci prende in giro.)). L’IVA, essendo una tassa sul valore aggiunto, viene scaricata in tutto e per tutto sull’utente finale. Non è certo un caso se Gordon Brown, premier inglese, l’abbia abbassata di recente fino al 15% con il fine di stimolare i consumi, proprio perché l’IVA è un’imposta che colpisce soprattutto i consumatori. Al contrario, l’aumento dell’IVA ha come conseguenza che chi ha intenzione di abbonarsi a SKY avrà un motivo in più per non farlo; stessa cosa per chi è già abbonato e deve rinnovare. Questo rischia di far scendere il numero di persone che vede SKY ((Ho già sentito di persone che, per il motivo di cui sopra, hanno intenzione di abbandonare SKY)), e quindi le aziende compreranno meno pubblicità presso SKY.

E dove andranno le aziende a comprare pubblicità? Ma ovviamente alla corte di Silvio, su Mediaset!

Voi mi direte ((Ho anticipato Silvio.)): ma anche Silvio ha delle pay-tv, in questo modo non si dà una martellata nei paesi bassi ((e io quindi sarei un comunista che ce l’ha insensatamente con lui))? Il fatto è che SKY e Mediaset hanno una situazione opposta. SKY riceve la maggior parte dei soldi dagli abbonamenti, e il resto dalla pubblicità; Mediaset, al contrario, riceve la maggior parte dei soldi dalla pubblicità, e il resto dagli abbonamenti.

Tassare gli abbonamenti, quindi, arreca un grande danno a SKY e uno piccolo a Mediaset. L’ovvio spostamento della pubblicità da SKY a Mediaset, poi, compenserà il danno di Mediaset e aggravando quello di SKY.

Tutto questo, come contorno, porterà ad un altro colpo assestato al pluralismo dell’informazione. Dopo le frequenze rubate a RaiUno per darle a Europa 7, visto che quelle occupate abusivamente da Rete 4 (di proprietà di Berlusconi) sono per qualche motivo intoccabili, la lunga mano di Berlusconi sulla televisione e sull’informazione diventa sempre più pericolosa, perché vuole strangolare la concorrenza. Questo è ciò che significa avere un conflitto di interessi: fare gli interessi propri e al diavolo quelli degli altri, elettori o non elettori.

Qualcuno è ancora convinto che Berlusconi sia un liberale?

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