Le disgrazie non vengono mai da sole, vero Dell’Utri?

Due parole giusto per segnalare la nuova mazzata che si sarebbe scaraventata sul povero Marcello Dell’Utri, per il quale è in corso il processo d’appello per concorso esterno in associazione mafiosa. Ricordiamo che Dell’Utri:

  1. è stato condannato in primo grado a nove anni di carcere nel processo di cui sopra;
  2. che avrebbe ricevuto “””cavalli“”” nel centralissimo Hotel Plaza di Milano;
  3. che è stato condannato assieme al boss mafioso Vincenzo Virga (capo del mandamento di Trapani, mica uno qualunque) a due anni di reclusione per tentata estorsione (condanna confermata in appello, ma che per vizi vari è dovuta tornare indietro e probabilmente sarà benvenuta prescrizione);
  4. che ha presentato all’amico Silvio Berlusconi l’esperto stalliere e mafioso Vittorio Mangano, del quale Berlusconi ha certamente un poster in camera essendo il suo eroe;
  5. che ha patteggiato due anni e tre mesi di reclusione per false fatture e frode fiscale;
  6. visto che non ha niente da fare, ha deciso pure di fare del sano revisionismo, affermando che a parte gli errori Mussolini era una brava persona, presentando dei diari di Mussolini, bellissimi, umanissimi, “mi viene da piangere”, ma che sono dei falsi (e lo ha scritto pure il Giornale di Berlusconi, mica il Manifesto!).

Insomma, Dell’Utri è per forza di cose una persona meravigliosa, colta, linda, profumata e lavata con Perlana. Ma torniamo alla notizia.

Ieri il pg di Palermo Antonino Gatto, l’accusa nel processo a carico di Dell’Utri, ha depositato gli atti provenuti dalla procura di Reggio Calabria. Si tratta di simpatiche intercettazioni riguardante certe speculazioni finanziarie in Venezuela. Un bell’intreccio di mafia, massoneria e politica nella maniera più normale possibile, in Italia. La storia è bella, ma i nostri telegiornali non ci rendono partecipi del processo che quest’uomo probissimo e acculturatissimo sta subendo (perché lui è innocente, lo dice Berlusconi, mica quei pazzi dei magistrati che amministrano la giustizia per lavoro in ben tre gradi di giudizio, per essere sicuri ogni oltre ragionevole dubbio che una persona sia proprio colpevole). Ma non divaghiamo.

Qualche tempo fa, tra le altre cose, Dell’Utri si era anche negato a Reggio Calabria, quando la Procura gli chiese di intervenire non come imputato, ma come semplice persona informata dei fatti. La spiegazione rilasciata dai legali di Dell’Utri è stata qualcosa tipo: «voi non potete usarla contro di noi, ma quelli di Palermo sì, quindi non parliamo».

Ma, ovviamente, Marcello Dell’Utri non ha nulla da temere. Le intercettazioni, per essere utilizzate, dovranno essere prima autorizzate dal Senato. E secondo voi la concederanno, questa autorizzazione? Ma anche no. Tra l’altro, non ce lo dimentichiamo, Berlusconi ha sempre nel cassetto la legge sulle intercettazioni, per fare in modo che diventino impossibili, e contestualmente stroncare la cronaca giudiziaria, così questi giornalisti bastardi la smetteranno di informare la gente.

Bene, quando sentiremo parlare di nuovo di intercettazioni, ricordiamoci anche di questo episodio.

Vi ricordo che sabato inizierà la serie di “Pillole di storia italiana, dal dopoguerra ai giorni nostri”. Potete ancora dire la vostra su “quanto conosciamo la storia italiana” nei commenti a questo articolo. 🙂

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