Tutti gli uomini di Berlusconi…tutti sotto processo!

Abbiamo visto qualche giorno fa quanti processi ci sono o ci sono stati a carico di Berlusconi (e di come i giornalisti, che si ostinano a non fare il loro lavoro e poi si chiedono come mai le cose vadano male, continuano a ignorarli). Abbiamo visto quanti processi sono finiti per prescrizione, per amnistia, perché il fatto non costituisce più reato (molti) e quanti sono finiti per assoluzioni (pochi). Ma il mondo dei processi che girano attorno a Silvio Berlusconi non finiscono qui. E uno può cominciare a pensare: ma possibile che sono tutte persecuzioni politiche?

Pensiamo, innanzitutto, a Marcello Dell’Utri, quello che presentò il noto mafioso Vittorio Mangano a Berlusconi. Il quale, incredibilmente, diceva di non sapere che si trattasse di un mafioso e che lo assunse nella sua villa. Dell’Utri fu l’ideatore di Forza Italia, ma rimase nell’ombra o meglio in azienda, fino al 1996. Poi è costretto dalle circostanze a scendere in campo.

Nel 1996, mentre è indagato per false fatture e per mafia, si candida e viene eletto. Anche lui è fra i primi a usufruire dello scudo offerto dal Parlamento a chi è accusato di delinquere: visto che non ha scampo, patteggia la pena per false fatture a due anni e tre mesi di reclusione con interdizione dai pubblici uffici. Pena definitiva, ma la Camera decide di salvarlo. Il processo per mafia è ancora in corso, ma è già arrivata la sentenza in primo grado: Dell’Utri è stato condannato a nove anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ovviamente, l’unica cosa che possiamo sapere con certezza fino alla condanna definitiva è che Dell’Utri è mafioso, cioè, scusate, volevo dire che Dell’Utri è siciliano.

Un altro grande amico di Berlusconi è Cesare Previti. Previti, per chi non lo sapesse, è il genio che progettò la seguente impresa a favore di Berlusconi: Previti riuscì ad acquistare Villa San Martino (dove Berlusconi vive tutt’oggi), villa del Settecento «con quadri d’autore, parco di un milione di metri quadrati, campi da tennis, maneggio, scuderie, due piscine, centinaia di ettari di terreni» (valore stimato intorno a qualche miliardo di lire dell’epoca) da una ragazzina (la marchesina Annamaria Casati Stampa di Soncino, orfana dei genitori, affidata, fra gli altri, all’avvocato Previti) per 500 milioni di lire in titoli. Titoli che poi si rivelarono essere carta straccia (ovvero con valore prossimo allo zero). Previti e Berlusconi, mossi probabilmente a compassione, si offrirono di ricomprare tutti i titoli. Ma alla metà del prezzo. Che uomini, signori!

Sempre Previti è stato condannato a sei anni di reclusione per corruzione. Condanna definitiva nel 2006. Ancora nel 2007 Previti è condannato ancora per corruzione a un anno e sei mesi. Due condanne per corruzione in altri due processi ammaestrati in modo tale da favorire Berlusconi (il quale, fra le altre cose, grazie a queste sentenza ammaestrate, acquistò la Mondadori).

Un altro dei compagni di avventura di Berlusconi è Fedele Confalonieri, che accompagnò il nostro eroe sulle navi da crociera a fare pianobar e animazione. Anche lui non è esente da processi: il 21 ottobre prossimo, infatti, inizierà il processo a suo carico per frode fiscale (notizia delle notizie è che le banche svizzere che sarebbero state usate per queste frodi collaboreranno con l’Italia [traduzione qui]). Questo processo fa il paio con un altro processo: il processo Mediaset, dove l’imputato è Berlusconi. Perché? Perché sono la stessa cosa: in entrambi i processi vengono contestati l’accumulazione di fondi neri attraverso società off-shore. Società off-shore che sarebbero state create dall’avvocato David Mills, il quale sarebbe stato poi corrotto da Berlusconi per mentire nel processo Mediaset (da questa vicenda è nato il processo Mills).

Dell’Utri, Previti, Confalonieri. E poi il mafioso Mangano. Craxi, che fu testimone di nozze di Berlusconi, e condannato in contumacia a una decina di anni di carcere per corruzione e finanziamento illecito. Gelli, capo di una loggia massonica sovversiva, la P2, di cui Berlusconi fa(ceva?) parte. E questo solo per nominare alcuni.

Visti gli innumerevoli processi a suo carico (molti dei quali giunti a conclusione grazie a leggi ad personam), visti quelli a carico dei suoi amici, (molti dei quali giunti a condanne definitive), una domanda sorge spontanea: possibile che è tutta colpa dei giudici (che ormai saranno centinaia) che ce l’avrebbero con lui? Ma non è che forse forse il problema è che Berlusconi non sa scegliersi i suoi amichetti? Chi va con gli zoppi, dopotutto, impara a zoppicare…

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