Se non ci fosse lui

C’è gente che ha ancora il coraggio di dire che Berlusconi, per l’Italia, è un problema come tanti altri. No: Berlusconi è il peggiore problema del Paese, da cui scaturiscono molti altri (non tutti, per carità, ma molti sì).

Cerchiamo di rendercene conto: senza Berlusconi avremmo un centrodestra migliore e, di conseguenza, un centrosinistra migliore. Il centrosinistra non dovrebbe abbassarsi al livello di un animatore di crociere, il centrodestra avrebbe potuto far uscire fuori un leader serio e capace. Ma queste sono mie congetture. Meglio parlare di fatti.

Se Berlusconi non fosse entrato in politica, Fininvest sarebbe fallita o almeno ridimensionata (e questa non è una congettura: all’inizio degli anni Novanta c’erano aziende in condizioni migliori, che avevano pagato meno tangenti, ma che non avevano un santo in Parlamento a salvarle dalle inchieste di Tangentopoli). Senza Fininvest probabilmente avremmo più pluralismo, saremmo più informati. Non avremmo l’imparzialissimo Emilio Fede e quel…coso di Studio Aperto (no, un telegiornale proprio non è). Se Berlusconi non fosse entrato in politica, Tangentopoli non si sarebbe concluso in una farsa: sotto Berlusconi, infatti, il Governo tentò di (e in molti casi riuscì a) far uscire chi la magistratura faceva andare in galera (fra i quali c’era anche il fratello di Silvio, Paolo).

Se Berlusconi non fosse entrato in politica, non avremmo un enorme conflitto di interessi. Noi dobbiamo accontentarci della par condicio, per evitare cose indegne come queste. Vi immaginate se, ventiquattro ore al giorno, durante le trasmissioni di punta, presentatori, veline e oche varie si mettessero a dire Silvio è il più bravo, Veltroni è il demonio (guardate il video: è esattamente quanto è avvenuto nel 1994, con Occhetto al posto di Veltroni). Voi mi direte: fanno così anche in America. Vero, ma in America non esiste un politico con tre televisioni, ovvero metà del sistema televisivo. Per dire cose del genere i candidati devono pagare, comprare degli spazi pubblicitari, quindi raccogliere fondi, togliersi soldi dalle tasche, fare la fine di Hillary, che ha finito per avere un sacco di debiti. E sovente accade che sullo stesso canale uno dopo l’altro ci siano spot a favore di uno e spot a favore dell’altro. Una par condicio naturale, insomma, grazie al fatto che il conflitto di interessi è proibito. Qui invece gli spot pro Berlusconi sono compresi nello stipendio di Vianello, Bongiorno o Ambra, mentre gli avversari possono fare pubblicità solo pagando (e il prezzo lo fa Berlusconi, il proprietario, che quindi non deve spendere una lira). Insomma, l’opposizione a Silvio dovrebbe pagare Silvio per poter fare uno spot contro Silvio sulle reti di Silvio. Magari l’opposizione non lo fa, vuoi per non dargli soldi, vuoi perché Silvio ha stabilito un prezzo troppo alto. Così metà del mercato televisivo italiano finisce per favorire Berlusconi, mentre l’altra metà viene divisa equamente. Risultato? Tre quarti della televisione parla bene di Silvio e male degli altri. Senza contrappeso, senza contraddittorio. Alla Hitler-Goebbles. Roba che negli USA farebbe scatenare la seconda guerra civile.

Se Berlusconi non fosse entrato in politica, non avremmo avuto la legge che depenalizza il falso in bilancio, approvata in un momento storico (gli scandali finanziari) in cui in tutto il mondo le norme sul falso in bilancio venivano inasprite, e tutto per salvare Silvio e i suoi amici. Nel mondo chi falsifica i bilanci rischia l’ergastolo, da noi solo una multa: ben vengano gli scandali Parmalat e Cirio. Così la legge sul falso in bilancio ha reso l’economia italiana molto più instabile, visto che le imprese sono incentivate a falsificare il bilancio, mentre le imprese estere preferiscono non competere con le imprese italiane, perché mentre queste possono imbrogliare, quelle estere non possono farlo, perché altrimenti falsificherebbero anche il bilancio dell’impresa madre, del gruppo estero, subendo conseguenze ben peggiori di quelle previste in Italia.

Se Berlusconi non fosse entrato in politica, non avremmo avuto la legge ex-Cirielli. Non solo Berlusconi in precedenza aveva approvato leggi che allungassero i processi (come la Cirami), ma con la legge ex-Cirielli addirittura dimezzava i tempi di prescrizione. In questo modo, la maggior parte dei processi non giungeva a compimento, e i criminali tornavano comodamente in libertà. Se non fosse entrato in politica, i criminali sarebbero comodamente in galera, non per strada.

E mi fermo qui: la Corte Costituzionale ha bloccato moltissime altre leggi pro Berlusconi, perché incostituzionali (come il lodo Schifani che si sta tentando di riscrivere, la legge Pecorella, la legge sulle rogatorie). non ha senso che ne parli.

Questa, in origine, grazie a Veltroni, doveva essere una legislatura costituente, all’insegna del “se pò ffà”, del “volemose bene”, del Veltrusconi. Si sarebbe dovuta riscrivere la Costituzione. Ma siamo impazziti? Se Berlusconi riscrive la Costituzione, neppure la Corte Costituzionale potrà salvarci. Ben venga lo strappo, con questo Berlusconi non si può scendere a patti: uno che usa lo Stato come la sua azienda, che manipola le leggi per potere commettere reati, non può riscrivere la Costituzione. Quest’uomo vuole distruggere il Paese per renderlo suo schiavo. Se potesse mettere le mani sulla Costituzione sarebbe la fine.

Berlusconi rischia seriamente una condanna: nel processo Mills ci sono prove schiaccianti, perché nel Regno Unito i commercialisti hanno un’etica. Berlusconi rischia grosso, è per questo che è così incazzato. La sta buttando in politica, dice che i magistrati sono degli sporchi comunisti, ma in realtà è la paura a farlo parlare.

Per salvare sé stesso, Berlusconi vuole sospendere centomila processi per un anno, per dare precedenza ai processi su reati che creano allarme sociale. Conseguenze? Se qualcuno rapisce un bambino e un altro ruba un pacco di pasta in un supermercato, verrà processato prima quest’ultimo. Il rapitore di bambini dovrà aspettare un anno per finire in galera. Ma dopo un anno che succede? Che verranno commessi altri reati, che verranno assegnati ai medesimi giudici. Centomila processi spostati di un anno arriveranno come una valanga sulle scrivanie dei giudici. Con il risultato che il rapitore di bambini in galera non ci andrà per niente, per intervenuta prescrizione.

Questa è l’Italia di Silvio. Un’Italia dove per salvare uno, liberiamo i criminali, blocchiamo la giustizia, costringiamo la politica ad occuparsi di altro, a fare polemiche su norme che non servono a nessuno tranne che a Silvio, ormai tanto ossessionato dalla magistratura e dalla paura di finire in galera da dimenticarsi che il Paese chiede ben altre norme, mentre Berlusconi se ne frega del fatto che in Italia va sempre peggio. In fondo lui è il più ricco d’Italia, perché mai dovrebbe occuparsi del Paese prima che di se stesso? E questo non lo dico solo io. Lo dice anche Famiglia Cristiana, mica l’Unità! (Purtroppo non mi pare essere nell’edizione online, se qualcuno trovasse l’articolo originale mi farà un piacere nel segnalarmelo)

E adesso manca solo che Berlusconi o Cicchitto o Bonaiuti o qualche altro ruffiano se ne esca dicendo che Ratzinger, Ruini e Bertone sono dei comunisti…non vogliono neanche approvare una legge ad personam per permettere a Silvio di farsi la comunione, più comunisti di così si muore.

Massì, lo dica. Tanto ormai, una stronzata in più o una in meno non fa differenza: l’animale da scuoiare, in fondo, rimane il cittadino comune.

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6 Comments

  1. Sì, scusa. FF mi sta dando una marea di problemi dall’aggiornamento. Pensavo di averti lasciato un commento, invece sembra che debba lavorarci ancora su. -.- Ti ringrazio qui. ^_^

  2. Sì, scusa. FF mi sta dando una marea di problemi dall’aggiornamento. Pensavo di averti lasciato un commento, invece sembra che debba lavorarci ancora su. -.- Ti ringrazio qui. ^_^

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