Se ce l’avete tanto con l’euro, perché non ve ne andate in Zimbabwe?

Zimbabwe Hyperinflation 2008 notes

Il 26 agosto Simone D. mi ha scritto chiedendomi un’opinione su questo “articolo” apparso sul Manifesto, che in sostanza se la prende con l’euro, sempre più coinvolto in un’ondata di cospirazionismo sia da destra che da sinistra, ovvero sotto attacco o per ignoranza economica o per ragioni ideologiche, che come noto offuscano la Ragione (è la solita caccia al colpevole esterno per non guardare e affrontare i problemi interni – speculazioneeeeeh, euro, tutto fa brodo). Ieri Jollino mi ha riproposto lo stesso tema, il che mi spinge a pubblicare la risposta data a Simone.

In breve: la colpa della nostra crisi è nostra, non è dell’euro. L’euro ha funzionato benissimo per quello che serviva, è la nostra politica che ha sbagliato tutto dal 2001 al 2011 (fatevi due conti: escluso Padoa-Schioppa, rimane solo il duo dello horror economico Berlusconi-Tremonti). L’euro ci ha dato per dieci anni bassissimi tassi d’interesse e protezione contro le fluttuazioni dei cambi. Ne abbiamo approfittato investendo in infrastrutture e altre misure per la crescita? No, infatti facciamo a gara col Portogallo per decidere chi, in questi dieci anni, è cresciuto meno. Ne abbiamo approfittato per ridurre il debito pubblico? No: i governi di centrosinistra dal 1996 al 2001 l’han portato dal 121% del PIL al 109 (-12); i governi Berlusconi dal 2001 al 2006 non hanno affrontato il problema e si vede pensando che nel 2006 era al 106 (-3). Due anni di Prodi-Padoa-Schioppa l’han riportato al 103,5 (-2,5), poi di nuovo Berlusconi e Tremonti e di nuovo su, fino al 120% (+16,5). In appena tre anni di governo, e con buona pace del “abbiamo messo i conti in ordine” (e si vede: siamo a 100 miliardi di manovra correttiva in due mesi, alla faccia di Amato e la sua patrimoniale). Avessimo continuato sulla buona strada, avremmo avuto un debito pubblico sotto il 100% nel 2008 e quindi avremmo avuto qualche cartuccia in più da sparare contro la crisi, e invece niente, siamo strapieni di debito che non possiamo pagare, e il mercato lo sa. Che c’entra l’euro, in tutto questo? Siamo noi la colpa, la nostra ignoranza in materia economica il nostro peccato, che ci ha impedito di lapidare Berlusconi, Tremonti e il loro sistema del male. Chi avrebbe ragione ad uscire dall’euro è la Germania, perché la costringe al medesimo destino dei Paesi zavorra, i PIIGS (la Grecia che falsifica i conti, il Portogallo che fa come l’Italia, l’Irlanda che non tassa per quanto le serve e lascia di tutto alle banche, la Spagna che dopa l’economia e crea bolle), ma per noi l’euro è un paracadute, come dice Jollino. Un paracadute che noi stiamo riempiendo di buchi, nella nostra infinita idiozia.

Altre interessanti obiezioni sollevate su Twitter cercherò di trattarle la settimana prossima, ora purtroppo mi manca il tempo.

Ancora più in breve: uscire dall’euro significa trasformare l’Italia nello Zimbabwe europeo (magari non avremo un’inflazione annua di (90 * 10^21)% – al 2008, poi il calcolo s’è fatto difficilotto – ma una a due cifre perché no – ammesso che sia rimasto qualcuno vivo in questo Paese).

Di seguito la mia risposta a Simone:

L’articolo che mi sottoponi è molto interessante, poiché mi fa capire quanto l’ideologia possa portare a paradossali inversioni fra causa ed effetto (la tesi di fondo è “l’euro fa male all’Italia”, ma in verità il caso è “l’Italia fa male (tra le tante cose, anche all’euro)”).

La questione è molto semplice e non mi dilungherò per fare il debunking dell’articolo parola per parola (su “quant’è brutto il mercato, quant’è bello il comunismo” ho un articolo in serbatoio). L’euro per dieci anni ha funzionato benissimo per quel che serviva: abbiamo avuto poca inflazione e molta stabilità monetaria, ovvero tassi d’interesse convergenti con la Germania. Purtroppo poi sono cominciati problemi che poco o nulla hanno a che fare con l’euro. L’Italia non ha approfittato dei bassi tassi per abbattere il suo debito pubblico (Tremonti ha continuato ad aumentare la spesa corrente e non quella per gli investimenti, appesantendo la crescita); la Grecia ha fatto lo stesso, tra l’altro falsificando i conti ad oltranza, finché il giochino s’è rotto (per approfondire http://blog.tooby.name/2011/06/30/essere-irresponsabili-in-grecia/); qualcosa di simile per il Portogallo, dove sono mancate misure per la crescita (e infatti su questi dieci anni è cresciuta in media come l’Italia); l’Irlanda e la Spagna hanno favorito una crescita distorta facendo troppi favori alle imprese e alle banche, ma su questi due Paesi resto ottimista sul lungo periodo, poiché il primo ha fatto ciò che doveva fare (e cioè deflazionare), il secondo, con Zapatero, ha creato un ambiente frizzante (anche se non si sa quanto dopato, vedremo). Insomma, la colpa non è dell’euro, bensì dei PIIGS e di politiche irresponsabili.

Quanto a Maastricht, l’autore dimentica tre cose: la prima è che Maastricht non era totalmente enforceable, ovvero i deterrenti contro i comportamenti viziosi erano troppo pochi (ammesso che fossero esistenti), come pure i favori verso i comportamenti virtuosi (che erano strettamente collegati all’intelligenza politica verso il medio-lungo termine e non verso le prossime elezioni e i favori agli amici); la seconda è che non era abbastanza flessibile per affrontare la ciclicità dell’economia (in recessione il PIL scende, le spese no e si crea deficit: è lo stesso difetto di un eventuale obbligo di pareggio di bilancio in Costituzione); la terza è che Maastricht è stata demolito già da diversi anni, quando sia Francia che Germania sforarono il tetto del deficit e lo si rese eccessivamente flessibile, il che ha portato i PIIGS a fare quel che cacchio pare a loro. La soluzione, ribadisco, è più Europa (v http://blog.tooby.name/2011/07/14/non-governance-ma-government/), sia fiscale che politica, la politica monetaria non può essere l’unica leva comune: serve un soggetto con adeguata autorità e poteri da far rispettare gli obiettivi di convergenza, non quella barzelletta che è la Commissione Europea. Concordo con l’autore dell’articolo che non lo faranno fin quando non saranno con le spalle al muro, e forse sarà pure troppo tardi; ma l’autore, nell’articolo, in modo piuttosto intellettualmente povero, si limita a respingere l’ipotesi senza portare argomenti, se non l’impossibilità pratica.

L’uscita dall’euro, infine, non risolverà i nostri problemi, ne creerà di nuovi (in primo luogo una bancarotta statale senza precedenti, visto che i debitori vorranno essere pagati in euro, non in carta straccia, ovvero nella nuova lira) senza risolvere i vecchi: torneremo ad essere l’Italia della prima Repubblica, che non fa nulla per la crescita se non svalutare, idiozia assoluta (perché è più comodo e permette di continuare a elargire quattrini agli amici). La colpa non è dell’euro, ma di chi ha fatto politica in questi ultimi dieci anni (con l’esclusione di Padoa-Schioppa, che queste cose le sapeva e che su questa linea ha portato l’azione del governo). Serve più politica, quella vera. È questa mancanza ad averci fatto piombare nel precipizio, non l’esistenza dell’euro.

C’è ancora margine di manovra, ma si tratta di imporre misure impopolari, che nessuno dei tre partiti di governo (PdL, Lega, Irresponsabili) potrà portare a termine, perché significherebbe, per loro, essere cancellati dalla cartina politica italiana, il che è contrario ai loro obiettivi di lungo periodo, che non sono la prosperità dell’Italia, bensì il mantenimento di privilegi, poltrone e prebende clientelari, da cui dipendono.

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11 Comments

  1. Grazie mille per il post! Molto interessante, lo farò girare.
    (Cosa curiosa: ero convinto che OpenID si presentasse come “Daniele N.” invece di Jollino!)

      1. Non è un problema, venivo chiamato Jollino anche da un paio di professori alle superiori. 😀 Devo sistemare lo script OpenID, probabilmente.

        Tornando al discorso del post, sempre dal basso della mia ignoranza, vorrei aggiungere che molti di quelli che sento dire dovremmo tornare alla lira – che pure non sono economisti – non si rendono conto che confrontare i prezzi attuali con gli ultimi prezzi in lire è come confrontare mele con arance: l’euro è entrato in circolazione come valuta corrente nel 2002, quindi stiamo come minimo guardando a nove anni di inflazione. Andiamo a confrontare quanto costava un determinato bene nel 2000 e nel 1991, e noteremo che – ha! – il prezzo è ben diverso. È un po’ quello che succede con Marilyn Monroe: per tutti è bellissima, ma solo perché nessuno l’ha vista invecchiare. 🙂

        E poi, siamo sicuri che non c’entri anche il fatto che a molti manchi la sensazione, del tutto artificiale, di sentirsi milionari? Io la lira me la ricordo bene (avevo giusto 18 anni quando le abbiamo messe in soffitta), ma le monete da 20 lire non le ho mai spese. Già quelle da 50, nei miei ricordi, non valevano praticamente niente; quelle da 100 si mettevano insieme per comprare la pizzetta o il panino a scuola.
        Però i “grandi”, quelli che già lavoravano, erano tutti milionari; e poi c’erano i miliardari, e i governi gestivano migliaia di miliardi. Cifre enormi, che davano l’idea, anche questa tutta artificiale, di ricchezza.
        Con l’euro, forse, il problema non è tanto che “i prezzi sono raddoppiati” (cosa comunque “sdoganata” dal governo nel 2002, quando la puntata minima alle lotterie di Stato passò da 1000 lire a 1 euro), ma che dalle milionate si è passati a togliere tutti gli zeri, e addirittura a spostare la virgola due posizioni più in là.
        Ricordo che all’epoca molti, soprattutto gli anziani, videro questa cosa come un ritorno ai tempi della miseria: avevano fatto tanto per non dover più parlare di centesimi, e ora che finalmente c’erano case, televisori, lavatrici e quant’altro, di nuovo a parlare di centesimi…

        1. Ho letto un indagine Altroconsumo che ha verificato che, in realtà, l’inflazione negli ultimi dieci anni non è cresciuta in modo anomalo. Buona parte della sensazione di povertà è probabilmente dovuta al fatto che il reddito reale è effettivamente diminuito, e si è usato l’euro come capro espiatorio.

          Sull’effetto psicologico milionario-miliardario non saprei dirti con sicurezza…

  2. Teorizzare scenari catastrofici senza l’Euro e parallelamente negare l’evidenza dei fatti (con il dimezzamento immediato già nei primi anni del potere d’acquisto di chiunque lavori a busta paga) è a dir poco criminale. L’ Euro è stato usato come idea (magari teoricamente anche valida) per veicolarci i soliti interessi lobbistici bancari, assicurativi, di bilancio statale, politici di potere centralizzato, ecc. Volutamente l’introduzione della moneta unica non è stata protetta dalla speculazione con il controllo dei listini (aumentati del doppio). E’ evidente nei fatti e non riesco proprio a capire come talune persone continuino a fare le tre scimmie sapienti! Ora l’ Euro tirerà giù tutti insieme e non i soli paesi non meritevoli! Tutte le promesse di pagare la metà prodotti e servizi esteri è stata una truffa: benzina, elettricità e gas li stiamo pagando il doppio!

    1. >Teorizzare scenari catastrofici senza l’Euro e parallelamente negare
      l’evidenza dei fatti (…) è a dir poco
      criminale

      Per chi dimostra una certa ignoranza e sciocco complottismo, la cosa può sembrare tale. Ma è pura e semplice realtà. Di seguito perché.

      >con il dimezzamento immediato già nei primi anni
      del potere d’acquisto di chiunque lavori a busta paga

      L’indagine Altroconsumo ha dimostrato che l’inflazione dal 2001 al 2011 non è stata particolarmente elevata. Il problema è stato un altro: ci siamo impoveriti noi. Con una crescita reale media annua dello 0,5% e un’inflazione media annua del 2% la perdita del potere d’acquisto è ovvia. Che c’entri l’euro in tutto questo no: il problema è stata la scarsa crescita del reddito nazionale, e prima di dare la colpa all’euro, io darei la colpa a un governo che in 10 anni si è impegnato solo a salvare il capo dalla galera e dal fare favori agli amici e ai parenti.

      >l’introduzione della moneta unica non è stata protetta dalla speculazione con il controllo dei listini (aumentati del doppio)

      Certamente c’è stata scarsa vigilanza sui prezzi da parte del Governo italiano, ma 1) che c’entra l’euro con la scarsa vigilanza del Governo? 2) l’evidenza dimostra che nel totale tale aumenti del doppio, semplicemente, non ci sono stati (o se ci sono stati sono stati assorbiti: ciò che è aumentato di oltre il 100% sono stati trasporto marittimo e RCAuto-Moto in certe città). Gli alimentari, tanto per dire, sono aumentati del 25%, in linea con l’inflazione.

      >E’ evidente nei fatti

      Forse sotto l’effetto di gas esilarante lo è.

      >Tutte le promesse di pagare la metà prodotti e servizi esteri è stata
      una truffa: benzina, elettricità e gas li stiamo pagando il doppio!

      Falso che li stiamo pagando il doppio (benzina +56% [gennaio 2001: 1,036 ¢/l, oggi 1,616 ¢/l, cercherò di spiegare in futuro il perché], gas +34%, elettricità +24%). Falsa pure la promessa: l’euro prometteva stabilità dei prezzi, non che i prezzi sarebbero magicamente scesi (cosa assurda). I prezzi sono rimasti stabili, il nostro reddito no: in dieci anni, quando non si è ridotto per effetto delle varie recessioni, è sempre salito meno dell’inflazione. Solo negli ultimi tre anni, la perdita nel reddito reale pro capite è stata del 6%, e in tutto questo l’euro non c’entra niente.

      Ti consiglio di non ripetere a pappagallo quello che senti in tv: la realtà è un’altra.

  3. Il discorso potrebbe anche tenere se non fosse per il fatto che l’Euro non è del popolo ma delle banche che signoreggiano sulla moneta, signoraggio causa prima del debito pubblico.

  4. “con l’esclusione di Padoa-Schioppa, che queste cose le sapeva e che su questa linea ha portato l’azione del governo”.
    A me pare che l’azione di governo di Prodi-Padoa Schioppa-Visco e C. sia stata la solita demenziale e mortifera ricetta del centrosinistra pure lui geneticamente statalista e conservatore: rigore senza sviluppo e senza riforme, ottimo modo per uccidere un Paese, della serie : “l’ operazione è riuscita, ma il paziente è morto” . Es. lo scalone eliminato a fine luglio 2007 , do you remember?
    http://www.lavoce.info/dossier/pagina2838.html
     Ma forse era l’onorevolissimo sottosegretario all’ Economia( sic!)  Paolo Cento a zavorrare il volare alto del signor Padoa Schioppa, il quale in realtà si è prestato ad avallare il populismo e la demagogia della compagine di cui faceva parte, tutta ! e non solo certo delle frange estreme/( sarebbe troppo comodo). Quanto alla ricostruzione storica, non capisco perchè si inizi a partire dal 2001: il centrosx governò il Paese in una fase espansiva dell’economia come la seconda metà degli anni 90, riforme strutturali non ne fece, manco l’ombra. II governo 1999-2001 dell’ineffabile signor Amato, personaggio buono per tutte le stagioni, a partire dai “gloriosi” anni 80 di Craxi, Formica, Tremonti e C. , si distinse per l’indecente scialo di denaro pubblico in chiave clientelare volto ad invertire l’esito scontato delle imminenti elezioni politiche.

    “Serve più politica, quella vera”. Bella frase, ma una frase fatta ottima per i convegni in diretta su Radio Radicale. La politica vera è come l’araba fenice, che vi sia ciascun lo dice, ove sia nessun lo sa. Forse perchè non esiste. La politica è questa, la verità è probabilmente che l’euro è incompatibile con la politica. Fra i due io mi tengo l’euro, nonostante la sua nascita distorta.

    1. Se mi posso permettere, al di là dei meriti, i governi Prodi sono sempre stati ostaggio del fuoco amico proveniente dai comunisti e dai centristi di sinistra passando per D’Alema e altri similari politicanti scarsi, fra cui l’Amato da te citato. Il più grave problema del centrosinistra è stato ed è tuttora la sua scarsa coesione interna (e dico scarsa perché li tenevano assieme prima l’antiberlusconismo, buono magari per vincere delle elezioni, ma non per governare).

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