Amore ti odio

Mi hanno sempre insegnato (e ho sempre creduto) che la politica, prima di tutto, fosse costituita, nelle sue sfaccettature, dagli ideali condivisi fra più persone, utili a conseguire un interesse generale.

Come il comunismo – nella sua concezione più pura – riassumeva la comunanza dei mezzi di produzione, per organizzare insieme il lavoro, così il nazionalismo era alle basi del fascismo più genuino. In Italia la Democrazia Cristiana raccoglieva consensi nella concezione cattolica delle famiglie. Sono solo alcuni esempi delle innumerevoli dottrine. Peccato che la ricerca del pensiero comune tra più persone sia andata persa con il tempo. In proposito, qualcuno non sa che ideale, amicizia, interesse pubblico e interesse privato sono fattispecie nettamente distinte e separate.

Se prima De Gasperi, Nenni, Di Vittorio non avrebbero mai cambiato sponda, salendo comodamente sui carri dei vincitori, fieri ed orgogliosi com’erano del proprio simbolo, ora sovente capita di vedere un politico passare da una parte all’altra della barricata. Bastano disaccordi interni con il segretariato o con le scelte strategiche affinché un onorevole possa ritrovarsi inopinatamente a sostenere quelle espressioni che il giorno prima contestava aspramente.

Anche per questo ora la vecchia DC è smembrata in decine di liste (non è un’esagerazione) e molti dei suoi membri storici (reduci degli anni ’80) sono entrati nei due blocchi di PD e PdL. Il primo raccoglie parte di quello che una volta era il PCI, unito ad un’ala democristiana: un compromesso storico (surrogato), nato “appena” 30 anni dopo Aldo Moro; il secondo è frutto della fusione in particolare delle esperienze di Alleanza Nazionale (il gruppo più moderato del Movimento Sociale Italiano) e di Forza Italia (nato grazie a Silvio Berlusconi poco dopo “Mani Pulite”, che ha raccolto, sotto l’egida del liberismo, anche i petali che stavano cadendo dal biancofiore e dal garofano, simboli di quei partiti funestati da Tangentopoli).

Ciò dimostra che, con l’evolversi della società, i nuovi diritti possono dar luogo a nuove entità. Come se costituire correnti interne ai partiti fosse un tabu. L’importante è che non si esageri… ah, dannate utopie: il solo PD ne accoglie una dozzina!

Dopo aver ammorbato con pillole soporifere di storia, torno sull’argomento. Si può notare come alcune volte qualcuno possa modificare la propria opinione nel partito, senza cambiare quindi schieramenti, sfruttando il pensiero politico a seconda delle circostanze. Un paio di frasi: «dobbiamo riscattare la nostra immagine e dobbiamo fare tutto ciò che le nostre pos­sibilità ci consentono, non so­lo con il nostro esercito per pro­teggere gli aiuti, ma dobbiamo essere tutti noi generosi. […] So che nessuno può fermare navi civili in ac­que non territoriali, non è pre­visto assolutamente un diritto di questo genere da parte di nessuno Stato. Se avessi senti­to parlare di blocco navale, avrei subito drizzato le anten­ne». Parlava tra le lacrime, mentre veniva dato soccorso agli albanesi lungo le coste adriatiche.

Oggi, a distanza di 12 anni, lo stesso uomo, ancora forte delle proprie idee del partito di cui da allora è parte, dice: «Non apriremo le porte a tutti […] Un’idea di società multietnica: la nostra idea non è così, è quella di accogliere solo chi ha le condizioni per ottenere l’asilo politico […] è chiaro che in mare dobbiamo dare assistenza, ma noi siamo in linea con le disposizioni europee». Probabilmente è la dimostrazione del principio freudiano per cui solo gli stupidi non cambierebbero idea (con la variabile delle concezioni soggettive). La ricerca è di Gian Antonio Stella, ma il “proprietario” delle frasi è (inutile scriverlo) Silvio Berlusconi.

Altro esempio clamoroso. Se proprio in tema di immigrazione, a livello nazionale, si scontrano Lega e PD, a Recoaro si ha una singolare alleanza tra questi due partiti. In pratica, chi combatte per la difesa dei diritti costituzionali va a fondersi (quindi non si coalizza semplicemente) con coloro che per anni hanno incitato alla secessione e alla difesa delle proprie origini settentrionali.

Forse questo post è inutile. Qualcuno ha la mia stessa idea?

Aggiornamento: Si è spenta Susanna Agnelli.

Se l’articolo ti è piaciuto, puoi incoraggiarmi a scrivere ancora con una donazione, anche piccolissima. Grazie mille in ogni caso per essere arrivato fin quaggiù! Dona con Paypal oppure con Bitcoin (3HwQa8da3UAkidJJsLRfWNTDSncvMHbZt9).