Secondo appuntamento con le brevi della settimana, ovvero le notizie che avrei voluto trasformare in un post ma che, per vari motivi, non sono riuscito a scrivere (e ho poca voglia di accumularli). Cominciamo con un pezzo della trasmissione radiofonica di Fabio Volo: un ascoltatore dà del comunista a Volo, ma quando gli si chiede cosa voglia dire “comunista” non riesce a dare una definizione. Mi sembra la prova provata di come una certa retorica dell’odio messa in giro dal solito imbecille, porti ad usare le parole a sproposito, per attaccare un avversario, senza neppure porsi domande su cosa il nostro avversario sta dicendo. Hai criticato il Presidente del Consiglio? Allora sei un comunista (o un dipietrino, un grillino, un no global, un anarchico, un giustizialista). Che poi la critica sia giusta o sbagliata, poco importa: il nostro dio non si tocca.
Curiosità
- Dov’era Berlusconi il 25 aprile (giorno della festa della Liberazione dal fascismo) dello scorso anno? Semplice, a cena con un fascista!
Giustizia
- Povera, pazza… no, perseguitata dalla politica. Carlo Vulpio ci racconta la vicenda di Clementina Forleo, il magistrato che indagò su Minimo D’Alema e i furbetti del quartierino, e che per questo è stata dichiarata pazza (pardon, eccessivamente emotiva) e trasferita da Milano a Cremona dal Consiglio Superiore della Magistratura. La Forleo è stata minacciata, così come i suoi genitori, che poi sono morti in un incidente stradale, e di recente le è stata tolta la scorta. Negli ultimi giorni il dispositivo di trasferimento del CSM è stato bocciato dalla magistratura (!). Vulpio, intanto, ci racconta di come il centrosinistra (o meglio, parte di esso) allora al governo riunì il suo stato maggiore per capire come fermare questa pazza (pardon, emotiva).
- Polvere di giustizia. Un magistrato racconta come la politica, negli ultimi quindici anni, ha distrutto la magistratura italiana (e con essa la Giustizia), affermando di volerla riformare. L’articolo è lungo, ma merita. Un estratto: «Può darsi che in quella città [Gela], capoluogo di una provincia in cui, oltre alla criminalità diffusa, è presente anche la criminalità organizzata, in un futuro prossimo, arrivi una bella infornata di giudici nuovi che dovranno passare il tempo a giocare a rubamazzo, perché, in assenza di PM, non possono celebrare i processi…»
Politica
- Silvio, se non mantieni le promesse mi dò fuoco! Alla fine di veline, nelle liste del PdL, ce ne sono poche. Probabilmente è stato l’intervento in gamba tesa di Veronica Lario contro quel puttaniere del marito, Silvio Berlusconi, a cambiare le carte in tavola. Eppure, fino a poche ore prima, i nomi delle veline c’erano, eccome: un padre, addirittura, ha tentato di darsi fuoco davanti a palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi, perché questi non aveva candidato la figlia, come gli aveva promesso.
- L’istruzione ribalta la politica: il PD e l’IdV affossano Berlusconi. A proposito dell’ignoranza dei destrorsi che danno del comnista senza sapere che dicono. Il Sole 24 Ore ha pubblicato un sondaggio sulle intenzioni di voto alle Europee: fa sensazione notare, tra le altre cose, che chi vota Partito Democratico e Italia dei Valori ha un’istruzione più elevata. Fra i laureati, l’Italia dei Valori raggiunge addirittura il 15,1%, il doppio rispetto al totale, contro un 27% del PdL (qualche punto più della metà del totale). In questa categoria il PdL viene anche superato dal PD. Mi piacerebbe conoscere le percentuali relative alla Lega Nord fra le persone più istruite…
Economia e finanza
- Vai alle private? Sei ricco e potresti evadere. Anzi, no. Notizia di questi giorni è stata l’inserimento di una particolare situazione come “segnale di ricchezza”. L’Agenzia delle entrate ha infatti deciso che chi manda i figli alle private deve avere un certo reddito per permetterselo, dunque si devono attuare controlli per verificare che tale reddito sia stato dichiarato, e che siano state pagate le tasse. Apriti cielo, le scuole paritarie sono insorte, perché in molti, secondo loro, avrebbero ritirato i loro figli per non incappare in questi controlli. Avranno avuto qualcosa da nascondere? Probabilmente è intervenuta pure la Chiesa, titolare di molte di queste scuole private, e l’Agenzia delle entrate ha fatto una piccola marcia indietro. E secondo me, non sarà l’ultima.
- Socialismo irreale. Phastidio fa due conti e dimostra che l’economia statunitense è praticamente nazionalizzata: una nazionalizzazione che però non dà allo Stato il controllo e apre possibilità che delle istituzioni (specialmente finanziarie) ne approfittino per continuare il circolo vizioso.
Informazione, televisione e satira
- Chiude il Bagaglino, ma non ci mancherà. Se qualche anno fa quattro prime donne (la Prati, la Yespica, la Miconi e un’altra, se non sbaglio) tenevano a galla il Bagaglino facendo strip tease e sventolando le tette, questa volta non sono bastate otto donne in atteggiamenti ambigui. Probabilmente di figa semi e nuda, in tv, c’è n’é già tanta. La satira che Franco e compagni facevano, poi, era sempre stata una bonaria presa in giro: con il tempo, grazie alla sua degenerazione, la politica italiana ormai ha finito per copiare il Bagaglino. Nell’articolo si segnala, però, che la satira nella televisione italiana c’è: «Littizzetto e Albanese a Che tempo che fa, Marcorè dalla Dandini, Crozza a Ballarò, Enrico Bertolino a Glob». Satira (nel senso “buono” del termine) che funziona, che fa ridere. Ma cosa hanno in comune questi comici elencati? Semplice: stanno tutti su RaiTre, la rete comunista. A parte Annozero, che sta su RaiDue per sentenza del tribunale del lavoro, in quale altra rete potete trovare della satira perlomeno decente? Ecco spiegato perché in tv non c’è più posto per il Bagaglino: quella satira la fa già Berlusconi contro sé stesso, per fare un esempio. E sinceramente ci siamo stancati della satira che imita la politica che imita la satira. La satira vera, invece, è scomoda e in quanto tale insopportabile per la politica. E infatti…
- Apologia di South Park. Bellissimo post riguardante South Park e sui motivi per cui questa meravigliosa serie è stata cancellata dai palinsesti italiani. Forse avrebbe aperto troppo gli occhi alla gente?
- RedTV, la televisione di Minimo D’Alema, compie sei mesi, con uno share dello 0,0000…%. E ha già incassato finanziamenti pubblici per 4,1 milioni di euro. Il caro vecchio D’Alema si crogiola di possedere una televisione come il omologo viscido amico-editore a destra (che però ne a tre), il tutto a spese dei contribuenti, che, sostanzialmente, ne possiedono l’80%. «Qui ci limitiamo osservare come il PD si venda veramente per un piatto di lenticchie. Red Tv era e resta ben poca cosa nel panorama televisivo e certo non è pensabile che offra alcun aiuto determinante a una strategia elettorale vincente del centrosinistra. Ma i finanziamenti che riceve servono a rimarcare in modo indiscutibile che, quando si tratta di mungere lo Stato, il centrosinistra non è diverso dagli altri.»
- Il presente politico italiano? Colpa del PD. Lo dice Michele Boldrin in un accorato commento su noisefromAmerika: il PD ha avuto l’occasione per rimediare alle storture del berlusconismo, primo fra tutti il conflitto di interessi, e secondo la questione RAI e l’informazione. Non l’ha mai fatto: non ha fatto una legge che obbligasse Berlusconi a scegliere fra servire lo Stato o l’azienda di famiglia, come avviene in tutti i Paesi liberali, e soprattutto si è prestato al gioco della lottizzazione della RAI, in sostanza perché utile ai fini del PD (ma non del Paese). In conclusione: che colpa ne ha Berlusconi se l’opposizione del PD è sostanzialmente incapace di essere al minimo presentabile?