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Chi non muore si rivede

Mario Chiesa. A molti questo nome non dirà alcunché.

Per chi ha vissuto attivamente la politica all’inizio dello scorso decennio (o per chi si informa un tantino), questo nome invece dice tutto. Mario Chiesa era il presidente del Pio Albergo Trivulzio. Venne arrestato in flagranza di reato da 3 carabinieri in borghese il 17 febbraio 1992 mentre intascava una tangente estorta ad un’impresa di pulizie.

Dal fermo di Chiesa, attivo in quegli anni anche nel PSI, partì quel periodo noto a tutti come Tangentopoli” (o come “Mani Pulite”). Craxi, suo segretario, definì il rettore dell’ospizio come un “mariuolo che getta un’ombra sull’immagine di un partito”, preannunciando un allontanamento del medesimo.

Sfortunatamente, per chi se ne fosse dimenticato, anche lo stesso leader del PSI venne inserito nel registro degli indagati, confessando poi alla Camera dei Deputati (che negò l’autorizzazione a procedere, destando scandalo – ora invece la cosa suscita applausi -) un reato comune a molti in quell’ambiente (dalla corruzione si passò al finanziamento illecito dei partiti). Il giorno dopo (30 aprile ’93) si prese anche un copioso lancio di monetine. Dopo un anno, fuggì latitante ad Hammamet. Via dall’Italia, ingrata.

A Valmontone, ad esempio, c’è da un po’ di tempo “Via Craxi”. Ma non nel senso di “sciò”.

Chiudendo la doverosa parentesi, oggi è stata pubblicata la notizia che descrive il nuovo arresto di Chiesa (da parte dei carabinieri del NOE) per truffa ai danni della regione Lombardia, in seguito a traffici illeciti di “rumenta” assieme ad altre 9 persone. Evidentemente gli mancava il finire sulle prime pagine. “Il lupo perde il pelo…”

In altra circostanza, il già Presidente del Consiglio Arnaldo Forlani, unito con Craxi e Andreotti nel “pentapartito” e condannato anche lui per tangenti nei filoni Enimont e Autostrade, ieri ha presentato alla Laterza di Bari il suo libro “Potere Discreto”, ripercorrendo la vita spesa nella DC. Presenti con lui Casini, D’Alema e Fitto. Non ho letto il libro, ma chissà se ha scritto della bavetta agli angoli della bocca mentre, agitato, biascicava “non ricordo” ad una domanda postagli [la memoria non m’inganna, ma non ho trovato immagini, né filmati, sul web, n.d.r.].

Questo post poteva essere intitolato anche “A volte ritornano”. In sostanza cambia poco.

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