La I Commissione Affari Costituzionali ha approvato due emendamenti al disegno di legge 1305 (il “mille-proroghe”), presentati dai senatori Lorenzo Bodega e Rosa Angela Mauro (entrambi della Lega Nord, fra i proponenti anche dell’obbligo di denuncia dei medici contro i clandestini) che modificano il Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro (T.U.S.L., qui il testo completo, conosciuta erroneamente come legge 626 del 1994, confluita nel TUSL). Si tratta di una modifica e di una abrogazione (come al solito, poche parole per fare grandi danni). Il Governo ha posto la fiducia sul decreto (la dodicesima in questa legislatura, per la cronaca), che quindi ha buone probabilità di non essere modificato.
Nel primo caso, il nuovo articolo 47 comma 2 suona così (in grassetto la modifica):
In tutte le aziende, o unità produttive con più di quindici dipendenti, e’ eletto o designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Le aziende sotto i quindici dipendenti (che in Italia sono la stragrande maggioranza) non avranno, in parole povere, un tizio che urla, sbraita e denuncia che nella sua azienda i dipendenti non lavorano con l’elmetto, che non ci sono estintori, che, insomma, non vengono rispettate le norme sulla sicurezza. Sarà tutto a carico del datore di lavoro che sarà sia controllore che controllato.
Nel secondo caso viene abrogato il seguente comma 3 dello stesso articolo:
Nelle aziende o unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e’ di norma eletto direttamente dai lavoratori al loro interno oppure e’ individuato per più aziende nell’ambito territoriale o del comparto produttivo secondo quanto previsto dall’articolo 48.
Questo significa che per le aziende più piccole ci sarà una sola persona che controlla più aziende. Si rischia quindi che questi non riesca a fare egregiamente il suo lavoro (non conoscendo quell’ambiente), che sia disincentivato dal fare correttamente i suoi controlli (visto che lì non ci lavora) ma anche un’altra cosa: c’è una sola persona da corrompere o minacciare perché non faccia bene il suo lavoro.
Le piccole aziende, a norma dell’articolo 18 del cosiddetto Statuto dei Lavoratori, già non hanno praticamente tutela sindacale, il che significa essere trattati come poco più che come schiavi. Domani non avranno neanche uno che controlli che questi schiavi possano avere una possibilità in più per non morire.
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