Sapete benissimo che nel messinese, negli ultimi giorni, un fiume di fango e detriti si è portato via vite, infrastrutture, edifici eccetera.
La colpa, va detto, non è della pioggia, perché la pioggia è un fenomeno naturale. La colpa, come affermano i geologi siciliani, è di chi ha costruito nei posti sbagliati e male, di chi non ha vigilato sugli scempi compiuti e di chi ha poi approvato condoni edilizi per sanare tutto (precedente governo Berlusconi). Noi non siamo i padroni del territorio, siamo degli ospiti e dovremmo rispettare la terra su cui viviamo. Se non lo facciamo, è questa la conseguenza. (E immaginate che può succedere con il Ponte sullo Stretto di Messina, appunto).
Non di meno si potrebbe almeno tentare di salvare vite umane con un adeguato monitoraggio delle zone ad alto rischio di dissesto idrogeologico (e Messina lo è, il rischio è altissimo, ed era già stata colpita da un’alluvione nel 2007). Ma questo governo ha pensato bene di no. Breve storia: voi sapete che è stata abolita l’ICI sulla prima casa. Conseguenza: abolita una tassa, mancano dei soldi a bilancio, quindi o introduci una nuova tassa o tagli le spese. Il governo ha tagliato delle spese. Tante.
Con la 133/2008 e la 203/2008 (la finanziaria 2009) il governo ha tagliato un bel po’ di fondi creati dalla finanziaria 2008 (l’ultima del governo Prodi, il governo tanto odiato dai destrorsi imbecilli). Il governo Prodi (il governo cattivo) aveva creato fondi per il monitoraggio del rischio sismico, per la difesa del suolo, eccetera. Fra i vari fondi per il territorio tagliati dal governo Berlusconi (il governo buono) si legge un drastico taglio ai fondi per gli interventi sul suolo in Calabria e Sicilia (che, per inciso, non solo sono le regioni più disastrate da questo punto di vista, ma sono pure le più penalizzate dalla finanziaria 2009 – governo Berlusconi, ancora).
La questione è nota, stranota e arcinota: all’inizio dell’anno Elisabetta Zamparutti (deputato del Partito Democratico) presentò un’interrogazione al Ministero dell’Ambiente, cui rispose Guido Bertolaso (che per i tagli fece finta di dimettersi, una bella sceneggiata napoletana), nella quale si legge:
in base alla finanziaria 2009 gli stanziamenti attribuiti al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare sono stati complessivamente ridotti del 33 per cento rispetto alle assegnazioni del 2008 ma per la tutela dell’assetto idrogeologico sono stati addirittura dimezzati passando da 500 milioni di euro a 269 con una maggior riduzione riguardante gli interventi di tutela del territorio in Sicilia e Calabria (-151 milioni di euro);
E a seguire. Insomma, oltre la metà dei tagli per la tutela dell’assetto idrogeologico hanno riguardato le regioni più bisognose, ovvero Sicilia e Calabria. E il governo lo sapeva.
Dunque, questa gentaglia è responsabile per due ordini di motivi: il primo è l’avere permesso la costruzione di strutture abusive (e parlo della politica locale – le competenze fanno capo a regione e protezione civile, ed è un bel casino) e quindi la regolarizzazione via condono di tali mostri (politica nazionale); il secondo è avere ignorato le denunce a riguardo (per abolire l’ICI ai ricchi, poi, pensate un po’).
E oggi Stefania Prestigiacomo ha il coraggio di lamentarsi! «La tragedia poteva essere evitata»: io la prenderei a martellate sui denti. Fondi tagliati dell’80%: ma dal suo governo, che cavolo di sta a fare lei là?
(Giusto un piccolo off-topic: quelli che vedete in tv sono gli effetti di un condono e della resa dello stato ai criminali-palazzinari; gli effetti di un altro condono, ovvero dello scudo fiscale, e la resa dello Stato ai criminali-criminali saranno ugualmente devastanti, ma stavolta su tutto il territorio nazionale. Non vedremo fango in giro, ma la distruzione sarà più o meno la stessa. Leggetevi questo post se non lo avete già fatto).
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Beh, la Prestigiacomo, forse, in quel momento, faceva compere… ( http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_01/p… )