Gianfranco, non hai capito una sega

Avviene che Gianfranco Fini dice che chi è indagato deve lasciare gli incarichi di partito.

No, Gianfranco, non hai capito una sega.

L’avrò scritto mille volte su queste pagine: a me di chi coordina le riunioni di un partito o di chi ne gestisce i soldi non frega un accidente. I partiti sono associazioni private che, per quanto mi riguarda, possono pure eleggere come probiviro Totò Riina.

Non è un problema nostro. In un mercato elettorale normale, ovvero in un Paese civile quale l’Italia non è, un partito che avesse tale probiviro non avrebbe grosse percentuali. Farebbe concorrenza all’Udeur, insomma.

Il problema, caro Gianfranco, è un altro, e sono non gli indagati, bensì i condannati in primo, secondo e terzo grado che affollano le aule di Montecitorio, che tu presiedi, e quelle di Palazzo Madama, presieduta da uno che te lo raccomando.

Qui abbiamo innocenti solo presunti, quasi criminali e criminali in piena regola che decidono delle leggi. Succede che chi infrange le regole è chiamato a scriverle.

È vero, in Paese civile quale non è l’Italia il mercato elettorale semplicemente eviterebbe che questi signori vengano eletti. Ma in Italia questo semplicemente non funziona, e i criminali, a destra come a sinistra, prendono uno stipendio pagato con le mie tasse. Stabilire una regola per cui chi infrange le regole non può scriverle non sarebbe male. Ma mi sa che con questo parlamento occupato da nominati pregiudicati e non da eletti, le cose sono un po’ rovesciate.

Ma la questione resta diversa rispetto ai termini posti dal presidente della Camera: un partito è una cosa privata, il Parlamento è una cosa pubblica. Tu sei libero di fare quello che preferisci a casa tua, ma nel momento in cui entri a casa d’altri (il Parlamento, casa del popolo sovrano, non dei partiti che altro non sono che amministratori di condominio) dovresti almeno pulirti le scarpe.

Invece no: il piccolo esercito degli scavafossi (corrotti, corruttori, mafiosi, palazzinari abusivi, truffatori, evasori e tanto altro) siede come se niente fosse a decidere i destini delle persone oneste.

E tu, Gianfranco, mi dici che è il partito che non deve avere indagati? Ma fammi il piacere…

(Foto presa da qui)

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