Intercettazioni: vittoria un ca**o

Non c’è niente da ridere: la legge bavaglio è ancora là nonostante le modifiche. Berlusconi fa il finto deluso, ma ride sotto i baffi.

La modifica della legge, infatti, prevede che sia il giudice, nel corso di un’udienza filtro, a stabilire quali intercettazioni e quali atti debbano rimanere segreti, tutto il resto potrà essere pubblicato dai giornali.

Il problema è il resto della legge: le forze dell’ordine, infatti, saranno ancora sottoposte ad assurdi limiti per potere intercettare i criminali. La questione, quindi, è semplice: la libertà di manovra dei criminali è ampliata perché la ricerca delle prove sarà resa più difficile da inutili complicazioni burocratiche; in mancanza di prove, molti fascicoli d’indagine (semmai venissero aperti) verranno semplicemente archiviati ancora prima di arrivare all’udienza filtro; di conseguenza i giornali non avranno granché da pubblicare. Insomma, il bavaglio c’è, ma non si vede.

Chiaro? I giornali saranno liberi di pubblicare quello che vogliono, anche perché non ci sarà nulla da pubblicare. Questo è il senso della modifica proposta ieri.

E fra i politici la cosa è risaputa: Casini esulta, Bersani aspetta di sapere di cosa stiamo parlando (perché il PD non è che sia proprio proprio contrario a una legge del genere, se ricordiamo che una proposta simile faceva parte del programma di Veltroni e che il capo di Bersani, il leader Minimo, insieme ad altri suoi colleghi, sono stati beccati con le mani nel sacco con le intercettazioni). Dall’altra parte i finiani cantano vittoria (semplicemente perché hanno dimostrato di avere un motivo per esistere, non certo per avere migliorato l’Italia), Berlusconi fa finta di piangere per poter dire che è tutta colpa di quel comunista di Fini, perché se la legge fosse veramente cattiva, per lui, col cavolo che si farebbe bloccare dalla minoranza del suo partito, starebbe trenta ore al giorno in tv a dire agli italiani che i magistrati, i comunisti e Fini li stanno a sentire mentre parlano con le fidanzate o con le amanti per sputtanarli tutti sui giornali anch’essi comunisti. Solo l’IdV ricorda che il ddl resta inaccettabile.

Dunque è vero che han tolto il bavaglio ai giornali, ma è ancora più vero che gli hanno tolto direttamente la voce. Le intercettazioni restano assurdamente limitate, la privacy dei criminali, delle cricche, delle mafie è ancora orribilmente tutelata, mentre le garanzie per i cittadini onesti, quelli che non hanno paura di essere intercettati, diminuiscono sensibilmente poiché i delinquenti potranno continuare a rubare dalle loro (le nostre) tasche senza timore (avete letto l’articolo sulle conseguenze economiche della legge bavaglio?).

La nuova legge sulle intercettazioni toglie il bavaglio ai giornalisti, ma taglia ancora orecchie e mani della Giustizia, e di conseguenza pure le mani e le corde vocali dei giornalisti.

Non fatevi fregare, nulla è cambiato: è ancora una legge criminale.

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