Una telefonata ai problemi

La dichiarazione di voto di Pierluigi Bersani alla Camera sulla politica economica è, senza dubbio, una delle prime espressioni decenti e coerenti del Partito Democratico contro un governo che non fa.

Va sottolineato, in primo luogo, che Bersani non ha detto nulla di straordinario: questo governo non ha fatto nulla o ha fatto danni da quando si è insediato, e perfino io innumerevoli volte, come pure tanti altri blogger, hanno spesso rinfacciato a Giulio Tremonti e agli altri la loro propria incapacità, l’immobilismo, i “crimini economici” come l’affare Alitalia (tre miliardi buttati via), l’esplosione della spesa pubblica, lo scudo fiscale, le bugie come “ne usciremo meglio degli altri”, quando perdiamo ricchezza molto più degli altri, e varie altre misure spacciate per anticrisi, ma che non sono altro che sciocchezze.

Ciò che manca, nel discorso di Bersani, è il lato positivo e propositivo, poiché, a mio avviso, è stato poco concreto sul cosa si debba fare. Ma è ok, pensiamo che il tempo era poco.

Ma è indubbiamente un passo avanti: l’opposizione, il Partito Democratico, deve capire che questo è un governo sostenuto da una maggioranza di cartapesta. Che basta poco, veramente poco, perché vengano fuori le contraddizioni e i fallimenti di Tremonti, Berlusconi e degli altri (la figura del Carroccio che tiene la sedia dell’imperatore è memorabile).

Questa è la strada da percorrere, questo va ricordato agli italiani: in tanti saranno pure lobotomizzati televisivi, ma alla fine non possono non rendersi conto che il pane da dare da mangiare ai figli diventa sempre meno, a prescindere da tutte le telenovelas di Minzolini. Bisogna bombardare gli italiani di fatti, perché questa è la forza incontenibile della Ragione, che nessuno spot televisivo o proclama governativo può contenere.

La forza del governo e della maggioranza sta tutta nella debolezza dell’opposizione, in particolare del Partito Democratico, che dalla segreteria Veltroni non è stato mai né carne né pesce, e che ha addirittura teso (e ancora tende) la mano a Berlusconi. Bisogna distinguersi da questa banda di manipolatori incapaci, bisogna che il PD si erga a garante della Legge e dei diritti di tutti che costoro allegramente calpestano, che lo ricordi, bisogna che il PD, con la forza del buonsenso, aiuti Napolitano a capire che certe leggi vanno respinte, a capire che non è solo contro un manipolo di fascistelli (con “rispetto” per i fascisti di settanta anni fa, la cui pasta era sensibilmente diversa, sebbene sempre marrone fosse), che esiste un Paese democratico e liberale che ama e rispetta la Costituzione, i suoi diritti e i suoi doveri.

Se l’articolo ti è piaciuto, puoi incoraggiarmi a scrivere ancora con una donazione, anche piccolissima. Grazie mille in ogni caso per essere arrivato fin quaggiù! Dona con Paypal oppure con Bitcoin (3HwQa8da3UAkidJJsLRfWNTDSncvMHbZt9).