Primi, siamo primi!

L’immagine che vedete riprodotta sopra mostra la crescita del Prodotto Interno Lordo pro capite nei Paesi dell’area coperta dall’OECD fra il 2001 e il 2007 (le barre gialle) e il 1970 e il 2007 (le frecce azzurre). Non trovate l’Italia? Cliccate sull’immagine per ingrandirla, noterete che l’Italia è la prima nazione tra quelle elencate. A sinistra, però.

Notate anche che, mentre nel periodo 1970-2007 l’Italia ha fatto più o meno come gli altri Paesi europei, fra il 2001 e il 2007 la crescita del PIL è letteralmente sprofondata un tick sopra lo zero.

Negli anni precedenti al 2001, la crescita è stata bassa, ma costante (diciamo del 2% annuo o qualcosa meno, insomma, un po’ più in basso della freccina azzurra). Incidentalmente, dal 2001 inizia il decennio berlusconiano. Ok, diciamo che la prima finanziaria targata Berlusconi è quella del 2002, togliamo il 2001 che era ancora in mano a quei brutti comunisti. Ma la media si abbassa ancora, perché nel 2001 abbiamo firmato una delle crescite più alte del periodo (comunque un misero 1,8%). Il resto lo vedete da soli.

Il “c’era la crisi” non regge mica: c’era la crisi pure per gli altri, e noi sempre ultimi rimaniamo. I numeri stanno lì a dirci che i governi Berlusconi II e III (2001-2006) non sono stati capaci di tirarci fuori da quella crisi (bolla tecnologica, 11 settembre), che pure era piuttosto blanda, se paragonata alla crisi 2008-2009, ovvero quella presente.

E non c’è alcun motivo di ritenere che questo governo Berlusconi IV,

  1. formato grossomodo dalle stesse persone formavano i precedenti;
  2. con Giulio Tremonti sempre ministro dell’Economia;
  3. che si sta occupando solo dei guai giudiziari di Berlusconi;
  4. che, come ripetiamo (io e tanti osservatori meglio preparati di me), non sta facendo assolutamente nulla in campo economico;
  5. e che se anche fa qualcosa la fa disastrosamente (per noi, non per i soliti amichetti);

non c’è motivo di ritenere che possa tirarci fuori da questa tempesta economica. Anzi, viste le scarse spese per l’istruzione e la ricerca (a favore dei film di Christian De Sica) e addirittura l’abbassamento dell’obbligo scolastico, rischiamo che fra qualche anno vedremo la crescita intorno allo zero di questi anni come un periodo in cui si stava una favola.

Bravi, contate a squarciagola “Meno male che Silvio c’è”. (E non ridano quelli dall’altra parte, che non è che la classe dirigente a sinistra – quella di oggi è quella di ieri – sarebbe stata troppo più capace di quegli altri… ma noi ce li teniamo tutti, un po’ come Bottino Craxi).

Via | Phastidio

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