Bignamino “Berlusconi e la mafia”

L’ennesima uscita infelice di Silvio Berlusconi, relativa a ieri sera, afferma che la mafia è un fenomeno pericoloso, ma tutto sommato contenuto. Una frase del genere ha come corollario che l’AIDS è una malattia rara e non la peste del terzo millennio, oppure che a Chernobyl non saltò un reattore nucleare, bensì esplose la caffettiera di Gorbaciov (cit.).

La mafia è un fenomeno talmente contenuto che è la prima azienda in Italia per fatturato e si sta espandendo rapidamente in tutta Europa (si ricordi la strage di Duisburg), e non è certo un caso se l’Italia è al centro del traffico di stupefacenti in Europa. Ma che diamine, ci sono altri quattro continenti, e un fenomeno circoscritto all’Europa è un fenomeno contenuto, no?

E allora ho deciso di sintetizzare in pochi paragrafi le immense connessioni fra Berlusconi e la mafia, sulle quali sono stati scritti fiumi e fiumi di parole (a cominciare dai due libri che ho qui – L’Odore dei Soldi di Veltri e Travaglio e L’intoccabile di Sisti e Gomez – e molti altri). Sono tutti fatti, difficilmente controvertibili, ma che per qualche motivo i berluscones ignorano come fosse acqua fresca.

Berlusconi, con queste uscite, non fa altro che rendersi più torbido. Poco importa, in verità, degli arresti che colpiscono Cosa Nostra e le altre organizzazioni mafiose, perché quasi mai il governo (qualunque sia il premier) ha a che fare con tali arresti, che invece sono merito di poliziotti e affini che finiscono per autotassarsi per mettere la benzina nelle proprie auto, perché il governo non paga, ma il merito degli arresti se li prende sempre. Ficcatevelo in testa: i meriti non vanno ai governi, ma agli uomini e alle donne che si fanno un cu*o così per prendere questa feccia.

Basta poco, veramente poco, per ricordare che Berlusconi ha più di un ombra sul suo passato. Evitiamo di ricordare l’eroe mafioso Vittorio Mangano che visse per anni nella sua villa. Passi pure il fatto che Berlusconi, in un’intercettazione, ammetteva di pagare “volentieri” il pizzo pur di essere lasciato in pace (invece di denunciare, pensa un po’).

Gaspare Spatuzza, per cominciare, non è il primo pentito a tirarlo in ballo (nel 1996 toccò a Giuseppe Marchese e Gaspare Mutolo, per esempio). E, tanto per gradire, parlò dei rapporti fra mafia e Berlusconi anche Borsellino, che non era certo un pentito. Si pensa che Borsellino saltò in aria proprio perché era arrivato a lui. E lo stesso destino doveva toccare ad Antonio Di Pietro, che pure arrivò a Berlusconi (non per mafia, ma per corruzioni varie), ma fu costretto a lasciare l’Italia per salvarsi la vita.

L’idea è che Berlusconi non sia altro che il nuovo Salvo Lima, l’anello di congiunzione fra lo Stato e l’antistato, la mafia. Dapprima la mafia utilizzò Berlusconi per espandere le proprie attività (grazie ai provvidenziali fratelli massoni che allora come oggi congiungono segretamente mondi diversi), poi si ricordò del vecchio amico quando questi decise di buttarsi in politica per non andare in galera.

Avete presente Gaetano Fidanzati, il mafioso arrestato ieri? Ebbene era quello che impedì il rapimento di Pier Silvio Berlusconi, definendo Berlusconi (Silvio) un intoccabile. «Berlusconi è cosa nostra, lasciatelo in pace».

Ma come mai Berlusconi è un intoccabile? C’entrerà il fatto che la sua prima banca era la Banca Rasini, la banca preferita dalla mafia a Milano negli anni Settanta? Sarà che all’improvviso a un venditore di scope elettriche e animatore di crociere piovono letteralmente addosso miliardi di lire? Sarà che ancora oggi non è chiaro chi ci sia dietro alla Fininvest, visto che il sistema di scatole cinesi che c’è dietro è piuttosto complicato (tanto che solo ieri sono diventate visibili due altre società dietro alla Fininvest)? Domande che resteranno senza risposta, poiché le carte relative alla faccenda sono andate distrutte (pensate, delle finanziarie miliardarie che vennero catalogate come negozi di parrucchiere ed estetista), mentre il diretto interessato si avvale della facoltà di non rispondere. Avrà qualcosa da nascondere? A pensar male…

E vogliamo parlare di Nicola Cosentino? No, non voglio parlarne.

Ecco, questi sono pochi, pochissimi motivi per i quali Berlusconi dovrebbe evitare di sparare cazzate del genere, perché così facendo non fa altro che aumentare il sospetto che Berlusconi sia veramente di proprietà di Cosa Nostra. E che quindi l’intero Paese sia nelle mani di un intoccabile presidente del consiglio.

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