Tutti contro la mafia. Tranne…

C’è un emendamento in Finanziaria che prevede che i beni confiscati alle mafie possano essere messi all’asta.

Qual è il pericolo: la mafia è l’impresa più liquida d’Italia, e non ci mette niente a trovare un prestanome e a ricomprare i beni confiscati, il tutto con i soliti amministratori locali e non che guardano da un’altra parte. Adesso, grazie allo scudo fiscale, i mafiosi potranno addirittura utilizzare denaro ripulito dallo Stato stesso per riprendersi ciò che era loro. Il tutto per relativamente pochi spiccioli rispetto ai danni che lo Stato stesso subisce a causa delle attività mafiose.

Ovviamente la società civile si è mobilitata, e ormai non si contano più le adesioni all’appello di Libera. Oggi è toccato ai magistrati che lavorano in questo campo e al CNEL. Un mafioso ci chiamerebbe comunisti.

Ma non è una questione politica, è una questione di buonsenso: i danni che la mafia può fare con quei beni sono immensamente superiori ai guadagni che lo Stato può ottenere dalla vendita di tali beni. È un favore alla criminalità organizzata, un altro, l’ennesimo, con buona pace di Roberto Maroni che si esalta quando i carabinieri sequestrano spiccioli (spiccioli che poi grazie alla nuova legge torneranno presto alla mafia).

Quel che va fatto, invece, velocizzare le procedure di confisca e di destinazione a fini sociali, anche e soprattutto per sostenere coloro i quali dalla mafia sono stati danneggiati perché possano riappropriarsi della propria vita.

Purtroppo, e lo sappiamo bene, fra i sostenitori di questo scempio c’è chi, in buona fede, è convinto che bisogna fare cassa in qualche modo (come nel caso dello scudo fiscale, dove per ogni miliardo incassato oggi se ne perdono dieci domani, ma l’importante è galleggiare, dicono); e chi è semplicemente mafioso. E queste due categorie, ahimé, hanno ampia rappresentanza in Parlamento.

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5 Comments

  1. Bello schifo. Vendono l’acqua pubblica e vendono i beni mafiosi, nell’arco di una settimana: ma allora siamo arrivati al capolinea? Vedremo le ministre mandate a prostituirsi per la strada pur di raccattare qualche soldo per le casse statali? Perché non ci dicono se siamo sull’orlo del fallimento?

    Poi, i soldi sequestrati alla mafia vengono anch’essi messi all’asta o vale solo per i beni immobiliari?

  2. Di questi tempi la lotta (vera) alla mafia, è diventata ahimè, anzi, ahinoi, un terreno di disputa politica, il buonsenso è andato a farsi friggere. La politica non riesce più ad immedesimarsi nella società civile e questi sono i risultati. Per di più la stessa società civile è più preoccupata ad ascoltare appunto il Maroni di turno che è sempre attento sul terrorismo islamico (ancora da verificare tutta questa attenzione) e sempre sibillino sulle mafie.

    Salut!

    L.
    (ti lascio un post del 14 novembre scritto su questo argomento)
    http://lucarinaldi.blogspot.com/2009/11/i-beni-

  3. La faccenda dell'allarme terrorismo e di conseguenza della paura per arabi e neri (e pure i cinesi, va) assolve l'importante compito del capro espiatorio, così si guarda il dito e non la luna.

    Grazie per il link, io lo avevo già letto, ma sarà utile agli altri lettori. 🙂

  4. Bello schifo. Vendono l'acqua pubblica e vendono i beni mafiosi, nell'arco di una settimana: ma allora siamo arrivati al capolinea? Vedremo le ministre mandate a prostituirsi per la strada pur di raccattare qualche soldo per le casse statali? Perché non ci dicono se siamo sull'orlo del fallimento?

    Poi, i soldi sequestrati alla mafia vengono anch'essi messi all'asta o vale solo per i beni immobiliari?

  5. Al capolinea ancora no, a occhio, con questo andazzo, il capolinea arriverà fra qualche mese, quando non ci sarà più granché da vendere (a parte, forse, il Colosseo). O quando il crollo delle entrate farà crollare la fiducia nei nostri buoni del tesoro (Dubai-style).

    I soldi, fortunatamente, dovrebbero finire nel bilancio dello Stato, di solito girati a magistrature e polizie.

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