Sempre durante le commissioni di cui sotto.
Sono entrato in un negozio per fotocopie, e noto che una ragazza stava fotocopiando un libro intero. Mi è venuto in mente Hadopi, il nuovo sistema antipirateria francese, che prevede la disconnessione da internet da tre mesi a un anno se vieni segnalato come pirata per tre volte. Due precisazioni: non si può fare ricorso se non dopo la disconnessione; l’abbonamento internet continuerai a pagarlo anche se non lo utilizzerai.
Quando ho visto quella ragazza, mi sono chiesto come sarebbe Hadopi applicato alla realtà. Poniamo che la SIAE installi di nascosto una telecamera dentro i negozi per fotocopie. Ogni volta che qualcuno fotocopia un po’ troppo, la SIAE riconosce la persona e invia la segnalazione. Alla terza segnalazione, scatterà il divieto di leggere e scrivere. Basta con i giornali, basta con le lettere, basta con i compiti.
Altro esempio: un tizio della SIAE sta camminando per strada, quando sente qualcuno cantare “Tanti auguri a te”, canzone coperta da copyright della Time Warner. Il tizio della SIAE prende nota dell’indirizzo dei criminali e invia la segnalazione (che non contiene la descrizione del reato, ma solo la data). Pochi giorni dopo lo stesso Tizio della SIAE sta camminando nella stessa strada, e ascolta gli stessi criminali cantare ancora “Tanti auguri a te” (l’altra volta era il compleanno del papi, oggi è il compleanno della mamma). Stessa trafila e seconda segnalazione. Passa qualche settimana, è il compleanno del figlio stavolta, e ancora questi signori, indefessi, cantano ancora “Tanti auguri a te”. Il Tizio della SIAE non ci vede più dalla rabbia e chiama la guardia privata della SIAE (volgarmente detta “ronda”): terza segnalazione, scatta il divieto di cantare.
Ora voi vi rendete conto che questi esempi sono assurdi. Qualcuno mi dirà che ho esagerato, ma il nuovo sistema antipirateria funziona proprio così.
C’è una cosa che manca, infatti, sia in Hadopi che nei due esempi che ho citato, e che è la chiave di volta: l’intervento dell’autorità giudiziaria. Quando ti arriva la segnalazione (dal provider), tu non sai che reato hai commesso, né su quali basi vieni accusato (prove, indizi): sai solo che lo hai fatto. E comunque non puoi fare niente. La terza volta vieni disconnesso, e allora puoi fare ricorso. E, meraviglia delle meraviglie, sei tu che devi dimostrarti innocente. E forse solo in quel momento sai quale violazione di copyright hai commesso. E soprattutto, qualcuno si è chiesto come mai la SIAE è riuscita a saperlo? Non mi starà mica intercettando? No, perché da quello che ricordo, solo l’autorità giudiziaria può farlo, ma non ho ancora visto l’ombra di un magistrato.
E non è finita qui. E se la mia presunta violazione fosse invece del tutto lecita? Visito un sito internet, il mio computer scarica le immagini sul pc (altrimenti non potrei vedere la pagina web), e le immagini rimangono, a mia insaputa, nella cache del pc. Ancora, scarico da internet un documentario, poi mi disconnetto. Mi serve un pezzo di quel documentario (e solo quello) perché mia madre, insegnante, vuole mostrarlo agli alunni nel corso di una lezione. Tutto legittimo (diritto di citazione), ma il Tizio SIAE che mi sta intercettando non lo sa. Lui sa solo che ho scaricato un documentario. E mi manda la letterina. E io, che sono un bravo figliolo, se faccio lo stesso favore a mia madre per altre due volte, mi ritroverò disconnesso da internet. E fino a quando non avrò dimostrato la mia evidente innocenza, mi ritroverò senza internet, senza possibilità di informarmi, di scrivere su questo blog, di usufruire dei servizi dell’università. E immaginate se, per caso, la lecita violazione l’avessi fatta non per mia madre, ma per l’azienda per cui lavoro: quante migliaia di euro perderà quell’azienda per una legge cretina come Hadopi?
Mi auguro che con questo papiro sia più chiaro che Hadopi è una legge assurda, stupida, che priva noi esseri umani di alcuni diritti (in questo caso un’estensione dello Habeas corpus) faticosamente conquistati con secoli di sangue e battaglie. Insomma, è una legge illiberale: non per nulla i destrorsi oggi al Governo hanno manifestato forti simpatie nei confronti della stessa.
E tutto per cosa? Per difendere delle aziende che non innovano, che non riescono a tenere il passo dell’evoluzione del mercato (un po’ come se i produttori di dischi in vinile avessero tentato di fermare l’avanzata dei cd), il tutto in nome di un danno economico finora solo presunto e mai dimostrato (( Anzi , è stato dimostrato il contrario – sempre su PI avevo letto un articolo più recente, con dati più precisi e pure qualche grafico, ma non riesco a trovarlo)) .
Vale così poco la nostra libertà?
UPDATE: Paolo Attivissimo è sulla mia stessa lunghezza d’onda. Inoltre ci aggiunge pure un bello studio sul P2P che fa bene agli artisti famosi.