I giornali ricascano sull'”effetto Obama”

I giornali e i telegiornali di oggi rompono di nuovo sulla scemenza dell’effetto Obama, che per qualche motivo che nessun essere razionale riesce a spiegare, dovrebbe far schizzare le borse.

L’avevo già detto a novembre, lo ripeto qua: le borse hanno già assorbito l’elezione di Obama, già da ben prima del 4 novembre, visto che tutti i sondaggi lo davano per vincente. Figuriamoci se si sono fatte influenzare da un evento programmato da un centinaio di giorni e tutto sommato insignificante quale l’inauguration. Quale sarebbe la sorpresa del giuramento di Obama? Perché dovrei vendere o comprare azioni “perché Obama giura come presidente”?

Sarebbe stato ben diverso se qualcuno gli avesse sparato in testa o se si fosse rimangiato qualche promessa: quello si che era un evento imprevedibile e che avrebbe avuto grande effetto sulle borse (un po’ come l’11 settembre). È la sorpresa a influenzare le borse, che in situazioni normali sarebbero in grado addirittura di prevedere il futuro.

La giornata, infatti, non era cominciata male: l’indice Zew (tedesco) sulla fiducia degli investitori era aumentata più delle attese, e infatti vi era stata un’impennata seguita da realizzi, a somma praticamente zero. Il problema è arrivato verso le quattro del pomeriggio (ben prima del giuramento di Obama, dunque), quando un altro indice, lo State Street, anch’esso sulla fiducia degli investitori, è andato molto peggio del previsto. Ecco spiegato il ribasso delle borse, altro che “effetto Obama”.

Giornalisti cazzari, ancora una volta.

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