Volevo cominciare in un altro modo, ma Silvio Berlusconi oggi è stato veramente comico riguardo il caso SKY e voglio farvi sganasciare dalle risate.
Oggi Silvio Berlusconi ha detto queste testuali parole (la fonte è “Il Giornale”, quindi non un quotidiano comunista): «La sinistra aveva dato a Sky per i rapporti che aveva con quella televisione il privilegio del 10% dell’Iva.». Qualche precisazione:
- Nel 1995, quando fu approvata quella norma, SKY non esisteva, c’erano Stream e TELE+;
- Nel 1995 TELE+ era di proprietà, fra gli altri, di Silvio Berlusconi e lo sarà fino al 1998;
- Nel 1995 il Parlamento vedeva Forza Italia come primo partito e c’era un governo tecnico a seguito della caduta del governo Berlusconi I (Prodi sarebbe arrivato l’anno successivo).
Come ciliegina sulla torta, giusto per far notare quanto Berlusconi dica solo menzogne per coprire i propri interessi ai nostri danni, ricordo anche che la norma riguardava solo le trasmissioni via cavo e via satellite. Mediaset non trasmette in nessuno di questi due modi, quindi Mediaset, al contrario di quanto affermi Silvio, non è in nessun caso penalizzata.
Altre tragedie umane sul caso SKY: Angelo Macchiavello, in diretta telefonica da Milano con Schifo Aperto ((che trasmette da Milano, quindi mi chiedo dove fosse il caro Angelo)), difendeva, da buon dipendente di Berlusconi, l’aumento dell’IVA sugli abbonamenti alle pay-tv, e quindi per SKY. Della questione avevamo già parlato ieri. Oggi però faremo un discorso più concreto e dimostreremo perché questo intervento favorisce, in ogni caso, una sola persona, il sempre ovvio Silvio Berlusconi.
Macchiavello, nel suo servizio, ha difeso la decisione in modo evidentemente distorto, come d’uso per il telegiornale ((sempre che si possa definire così)) di Italia Uno. Per Macchiavello si trattava di una manovra necessaria, poiché si eliminerebbe un regime d’imposta, per così dire, agevolato. Nel finale di servizio, l’affondo: aumentando l’IVA per SKY si è evitato di intervenire sulle tasse sulla benzina. Insomma, si è attaccato ad un argomento che fa sempre presa sugli italiani, ovvero la sindrome del portafogli vuoto. Farò anche io la stessa cosa giungendo alle conclusioni opposte.
Il nostro eroe, forse per ignoranza o forse per malafede, ha dimenticato che cos’è l’IVA. Si tratta di un’imposta che, alla fine, non ricade direttamente su SKY, ma in primo luogo sui consumatori, quei cari consumatori cui Berlusconi si è appellato di recente. Vediamo perché con un facile esempio.
SKY, dopo aver fatto i suoi studi come fanno tutte le aziende, decide che l’abbonamento alla tv debba costare almeno 100 euro ((Non conosco i prezzi esatti, ma la cosa è irrilevante.)) per non finire in perdita. Su questo prezzo bisogna calcolare l’imposta sul valore aggiunto, che, essendo del 10%, porta il costo dell’abbonamento per le famiglie a 110 euro; di questi, 100 vanno a SKY e 10 vanno allo Stato. Pagando 110 euro, quindi, l’abbonato paga una parte a SKY per il servizio e un’altra allo Stato come tassa. Se l’IVA passa dal 10% al 20%, il costo totale sarà 120, dei quali i soliti 100 andranno a SKY e gli altri 20 allo Stato. ((Sia ben chiaro, ho semplificato come mio solito))
Almeno inizialmente, visto che suppongo che gli abbonati siano vincolati a rimanere tali per un certo periodo di tempo, l’intervento si tradurrà in un puro e semplice aumento delle tasse per le famiglie, mentre a SKY non costerà nulla. Con due conseguenze per il Governo: in primo luogo sbugiarda sé stesso (Berlusconi, in campagna elettorale, aveva affermato che Prodi aveva impoverito l’Italia e che lui, al contrario, non avrebbe aumentato le tasse, vero?((A proposito che fine ha fatto l’abolizione del bollo auto?)) E adesso le aumenta a 4,6 milioni di famiglie, ovvero 15-20 milioni di persone), in secondo luogo toglie altri soldi ai consumi, alla faccia degli appelli all’ottimismo e al consumo lanciati da Berlusconi nei giorni scorsi ((Silvio Bifronte dovrebbero chiamarlo)).
Quando poi gli abbonati termineranno il periodo vincolato, qualcuno deciderà di rinnovare, altri, invece, non lo faranno. Questo significa, in primo luogo, che i servizi di SKY, in particolare l’informazione, saranno riservati solo ai più ricchi. Gli altri dovranno rimanere sull’informazione ((Ammaestrata)) delle televisioni gratuite.
La compressione degli abbonamenti SKY porterà svariate conseguenze:
- diminuirà il gettito d’imposta, sia attraverso l’IVA che attraverso le altre tasse che SKY comunque deve allo Stato, a causa della minore raccolta pubblicitaria, oltre che degli abbonamenti;
- diminuirà il pluralismo, visto che SKY è, in effetti, l’unica televisione indipendente, essendo slegata sia dai partiti (RAI) che dal governo Berlusconi (Mediaset), e dunque meno persone potranno usufruire dei suoi servizi;
- diminuirà l’appetibilità pubblicitaria di SKY, essendovi meno abbonati, dunque la pubblicità si sposterà su Mediaset (non dimentichiamo che la legge Gasparri – varata, guarda caso, dal precedente governo Berlusconi – permette a Mediaset di aumentare la raccolta pubblicitaria pressoché all’infinito, in contrasto con le norme europee);
- l’eventuale (ma tutt’altro che certo ((e sicuramente non auspicabile))) aumento dei consumi derivante dal risparmio dell’abbonamento potrebbe spostare quel denaro in due direzioni: la prima è verso i normali consumi, e questo si tradurrebbe in un aumento degli utili delle aziende, e quindi della pubblicità e quindi degli utili di Mediaset e di Berlusconi; la seconda è più interessante: buona parte delle persone si era abbonata a SKY per vedere il calcio; l’alternativa obbligata per seguire in diretta le partite della propria squadra del cuore diventa comprare le partite su Mediaset Premium, ovvero versare altro denaro nelle casse di Berlusconi.
In sintesi, l’aumento dell’IVA su SKY aumenta le tasse a moltissime persone, diminuisce la concorrenza e i servizi disponibili nel già martoriato mondo della televisione e dell’informazione e arricchisce, direttamente o indirettamente, una persona sola: Silvio Berlusconi.
Alla faccia della crisi economica: mi sembra ovvio che Berlusconi sia ottimista!