Alitalia: lo scandalo è iniziato

Tornato al lavoro, Silvio Berlusconi ha subito preparato interventi per il “salvataggio” di Alitalia, che ha spiegato, con i soliti termini bugiardi, durante una conferenza stampa. Cosa ha detto il nostro premier? Fra le tante agenzie che potevo prendere, farò riferimento a TGFin del gruppo Mediaset (spero che il nostro poi non dica che Mediaset è un covo di giornalisti comunisti che lo fraintendono…).

La nuova Alitalia era l’unica scelta, l’alternativa era il fallimento

A dir la verità, c’era l’alternativa Air France, quella che lui stesso ha fermato in nome della campagna elettorale. Certo, la nostra compagnia di bandiera sarebbe diventata (sic!) francese, ma i benefici avrebbero superato questo ostacolo. Ne riparleremo.

Il personale in eccedenza, così come i piccoli risparmiatori non saranno abbandonati, perché non è giusto che siano i singoli a pagare per gli errori del passato

Non saranno i singoli a pagare gli errori che furono anche di Silvio Berlusconi, bensì la collettività, ovvero i contribuenti con le proprie tasse, ovvero tu e io. Ma non ho capito una cosa: io, durante il primo anno di università (ovvero due anni fa), senza fare calcoli astrusi di finanza aziendale (che ancora non sapevo fare), ma usando solo buon senso, intimai ad un mio amico di vendere tutta la sua partecipazione in Alitalia, perché non si sarebbe mai più risollevata, e oggi, come volevasi dimostrare, le azioni valgono carta straccia. Ora perché io, che sono un povero cretino con un minimo di buon senso, e tutti coloro “non piccoli risparmiatori” dobbiamo pagare per quegli imbecilli che hanno investito in Alitalia, chiudendo volontariamente gli occhi sulla sua evidentissima agonia? Ma soprattutto, perché io, sempre povero cretino con un minimo di buon senso, non posso partecipare, fosse pure con mille euro, alla nuova compagnia aerea italiana, senza ombra di debiti e che anche una scimmia ubriaca riuscirebbe a far andare in attivo? Insomma, a questo banchetto luculliano offerto dal contribuente partecipano tutti i più grandi industriali d’Italia (Benetton, Colaninno – il padre del ministro ombra alle attività produttive del Partito Democratico, Matteo Colaninno – conflitto di interessi – Tronchetti Provera, perfino la Marcegaglia, presidente di Confindustria – altro conflitto di interessi – e pure Air France – vorrei vedere, se uno regalasse lingotti d’oro, chi gli direbbe “no, non li voglio”?), e noi comuni mortali che paghiamo questo banchetto dobbiamo accontentarci di cibo avariato?

Serve un ridimensionamento del personale ma sarà inferiore a quello che si sarebbe avuto con la svendita di Alitalia (ad Air France, nda)

Non è vero, ne abbiamo già parlato.

La fine della trattativa con i francesi non fu colpa nostra, che eravamo all’opposizione, ma dei sindacati

(Questa frase, in effetti, è tratta da la Repubblica) Ma insomma, la trattativa con Air France era un bene o un male? Se, come aveva già detto, era il male, allora la fine della trattativa non è colpa dei sindacati o del precedente governo, ma merito loro e dovrebbe dir loro grazie. Neanche fosse una novità, il premier si contraddice.

Nascerà un’Alitalia nuova, una compagnia aerea più efficiente, finanziariamente in equilibrio e tecnologicamente avanzata

Il piano, che esamineremo in dettaglio, prevede che tutto il buono, il succo e la polpa di Alitalia passi a una nuova società costituita da industriali e che tutto il male, i debiti e le schifezze varie rimangano in mano al ministero del Tesoro, ovvero a noi contribuenti, chiaro? Privatizzazione dei guadagni e socializzazione delle perdite. Gli industriali guadagnano e tutti gli altri pagano. Non solo: il piano prevede che ci sia un monopolio sulla più profittevole tratta italiana, ovvero la Roma-Milano, in barba alle leggi antitrust italiane ed europee. Tutto il contrario di quanto avevo detto mesi fa (articolo del 21 marzo, al paragrafo L’esplosione delle low cost): invece di puntare sulle lunghe tratte, come voleva fare giustamente Air France, questi imbecilli puntano sulle tratte brevi, dove le low cost (che, guarda caso, di questi tempi sono state prese di mira selvaggiamente da Studio Aperto) possono dominare. Geniale. Ma mentre la normativa italiana è facilmente scavalcabile (Silvio ne sa qualcosa), quella europea non lo è. E allora i casi sono due: o l’Unione Europea ci multa ancora (sarebbe la seconda volta in pochi mesi sul caso Alitalia dopo il prestito ponte) oppure Alitalia diventa merce di scambio. Ricordate chi è il commissario UE ai trasporti? SI chiama Antonio Tajani, uno degli “amicississimi” di Berlusconi. Su cosa l’Italia cederà in cambio del salvataggio di Alitalia? Non ci è dato saperlo.

E infine:

La newco (la nuova Alitalia, nda) non peserà sui contribuenti

(Frase riportata da TGFin) Questo è sicuro: la nuova società, quella che prenderà nome, marchio e tutto il buono di Alitalia finirà in mano ai privati, quindi non peserà sui contribuenti.

Quella che peserà sui contribuenti sarà quella vecchia e piena di debiti. Ogni tanto anche Silvio dice la verità: purtroppo, quando succede, si è semplicemente frainteso da solo.

Se l’articolo ti è piaciuto, puoi incoraggiarmi a scrivere ancora con una donazione, anche piccolissima. Grazie mille in ogni caso per essere arrivato fin quaggiù! Dona con Paypal oppure con Bitcoin (3HwQa8da3UAkidJJsLRfWNTDSncvMHbZt9).

2 Comments

  1. Esiste tutta una fetta di italiani che (per motivi a me imperscrutabili) ritiene assolutamente prioritario avere una compagnia aerea di bandiera in mano ad altri italiani e che ha una terribile paura che Air France gli porti via quote di turismo per dirottarle verso Parigi. Per questa fetta di italiani il fatto di dover pagare col sangue e con quel pezzetto di anima che ci era restato il “salvataggio” di Alitalia (notare le virgolette) è perfettamente accettabile. Dai discorsi che ho sentito pare che dal “risollevamento” di Alitalia rinascerà, come una fenice, tutta l’economia italiana…

    Voglio emigrare su Marte.

  2. Esiste tutta una fetta di italiani che (per motivi a me imperscrutabili) ritiene assolutamente prioritario avere una compagnia aerea di bandiera in mano ad altri italiani e che ha una terribile paura che Air France gli porti via quote di turismo per dirottarle verso Parigi. Per questa fetta di italiani il fatto di dover pagare col sangue e con quel pezzetto di anima che ci era restato il “salvataggio” di Alitalia (notare le virgolette) è perfettamente accettabile. Dai discorsi che ho sentito pare che dal “risollevamento” di Alitalia rinascerà, come una fenice, tutta l’economia italiana…

    Voglio emigrare su Marte.

Comments are closed.