L’ultima puntata di SuperQuark (ebbene sì, lo vedo, e allora?) ha trattato diversi argomenti interessanti e sempreverdi. Uno di essi riguardava le emissioni di CO2, quanta ne produciamo ogni giorno e quanta potremmo non produrne. La sorpresa era all’inizio del servizio, ma io la terrò per la fine di questo articolo.
Dovete sapere, e probabilmente sapete, che l’Italia ha firmato il protocollo di Kyōto, che obbliga i Paesi a ridurre le proprie emissioni di gas serra di una certa percentuale. L’Italia lo ha firmato nel 1998 e lo ha ratificato nel 2002.
Ebbene, ogni giorno ogni italiano, nella vita di tutti i giorni, è responsabile della produzione di circa 26 chilogrammi di anidride carbonica: moltiplicando per sessanta milioni di italiani, ogni giorno ne vengono prodotti 1 560 000 000 chilogrammi (e non stiamo contando industrie e cose simili).
Per limitare grandemente queste emissioni bastano pochi accorgimenti che non mutano la vita di tutti i giorni. Ne elenco alcuni:
- fare la doccia invece che il bagno;
- fare le scale invece che andare in ascensore (anche se quando porto dodici litri d’acqua per braccio su per tre piani un po’ mi manca 🙂 );
- andare a piedi, in bici, in bus invece che in auto (evitando anche di trovare parcheggio);
- acquistare prodotti nostrani invece che d’importazione (costano un po’ di più ma si evitano le spese di trasporto e di solito sono migliori);
- spegnere computer, televisioni, eccetera quando non li utilizziamo;
- fare la lavatrice a basse temperature (a meno che non sia uno sporco ostinato, certo 🙂 )
Cose del genere ci fanno risparmiare ogni giorno non solo sulla bolletta (e visti gli aumenti prossimi venturi non sarebbe male), ma anche cinque chili di CO2, vale a dire circa 300 000 000 chilogrammi al giorno, ovvero circa 110 000 000 000 chilogrammi, ovvero 110 milioni di tonnellate.
La cosa può sembrare scema, ma l’Italia dovrebbe tagliarne solo 100 milioni per essere in regola con il protocollo di Kyōto. Allora è facile, direte voi. Ma l’Italia, dal 1990 al gennaio 2008 ha aumentato le emissioni del 12,5%, mentre avrebbe dovuto abbatterle del 6,5%. C’è tempo fino al 2012 per farlo.
Non solo: i gas serra che il protocollo vuole diminuire sono ben sei, ed è quindi ovvio che il singolo cittadino non può farcela senza l’aiuto e il coordinamento del Governo. Che però dorme.
Purtroppo il ministro dell’Ambiente è Stefania Prestigiacomo, imprenditrice (ma và?) nel settore plastico (!), con all’attivo diversi casi di operai misteriosamente malati ai polmoni. Finora la Prestigiacomo l’ho sentita nominare nei media solo per questa pazzia. Siamo davvero in buone mani.
E arriviamo adesso alla chicca finale: dal primo gennaio 2008 l’Italia, per avere non solo diminuito, ma anche aumentato le emissioni di gas serra, sta maturando una multa di cinque milioni di euro al giorno. Al momento questa multa ammonta a circa un miliardo di euro: questo significa che se non saremo in regola entro il 31 dicembre 2012 dovremo pagare la bellezza di sei miliardi di euro (a onor del vero, il DPEF del 2007 prevedeva una perdita di tredici miliardi).
Ovviamente nessuno ne parla: negli ultimi mesi la cronaca politica ci ha beato con baruffe sul lodo Alfano a uso e consumo di Berlusconi, di un’emergenza rifiuti in Campania risolta mettendo l’immondizia sotto il tappeto e manganellando chi lo sottolineava, mentendo sulla crisi Alitalia, parlando di un’emergenza sicurezza che rasenta le leggi razziali e conseguente dispiegamento di soldati in strada, dispiegamento non solo inutile (si leggano questo e questo – stranamente sono i giornali esteri a farci notare che l’Italia è uno dei Paesi più sicuri d’Europa, alla faccia degli allarmismi interessati di Berlusconi), ma pure dannoso (e questo non lo dico io, ma quel comunista di Gianni Alemanno che li ha cacciati dal centro storico per non spaventare i turisti – è una simpatica operazione di facciata, una trovata mediatica, visto che questi soldati non possono fare niente), giusto per elencare alcune cose.
Vedendo queste cifre, anche i milioni di euro che avremo perso per sempre il primo gennaio prossimo grazie alla legge Gasparri (a uso e consumo di Berlusconi) sembrano spiccioli. E persino le quote latte saranno nulla al confronto. Ma l’importante è che Silvio sia felice, e possa raddoppiare la sua bellissima casetta in quel di Arcore dove potrà passeggiare spensierato con le sue amichette: tanto le multe che prende lui le paghiamo noi.
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Beh, personalmente gli accorgimenti che proponi io li applico tutti, ed inoltre facciamo anche la raccolta differenziata, nonostante mio padre la reputi una perdita di tempo e di spazio, ma ho la mamma dalla mia, e dunque (almeno per ora) andiamo avanti. Effettivamente, un ministro come la Prestigiacomo all’ambiente non solo è incompetente, ma anche in conflitto d’interessi, viste le sue proprietà. Ma Pecoraro Scanio in due anni non ha fatto più di tanto (evidentemente era troppo impegnato a fare la corte alla sua “compagna” Nichi Vendola). Le politiche energetiche andrebbero messe all’opera immediatamente. Abbiamo enormi possibilità di produrre energia pulita, ci sono le condizioni ambientali e lo spazio non manca, così come non mancano le idee. La nuova centrale di Civitavecchia è già una partenza, ma si può fare di più. Anzi, si potrebbe fare di più: così come negli USA, nel resto del mondo, e di conseguenza anche in Italia, il conflitto di interessi nella produzione e smercio del petrolio è talmente forte da giustificarne il predominio nel settore energetico. Come potrebbe il sultano dell’Oman regalare milioni di euro ai baresi e ai palermitani e girare con 30 Mercedes, un Boeing e uno yacht da 150 metri, se ci liberassimo dalla schiavitù dell’oro nero?
Beh, personalmente gli accorgimenti che proponi io li applico tutti, ed inoltre facciamo anche la raccolta differenziata, nonostante mio padre la reputi una perdita di tempo e di spazio, ma ho la mamma dalla mia, e dunque (almeno per ora) andiamo avanti. Effettivamente, un ministro come la Prestigiacomo all’ambiente non solo è incompetente, ma anche in conflitto d’interessi, viste le sue proprietà. Ma Pecoraro Scanio in due anni non ha fatto più di tanto (evidentemente era troppo impegnato a fare la corte alla sua “compagna” Nichi Vendola). Le politiche energetiche andrebbero messe all’opera immediatamente. Abbiamo enormi possibilità di produrre energia pulita, ci sono le condizioni ambientali e lo spazio non manca, così come non mancano le idee. La nuova centrale di Civitavecchia è già una partenza, ma si può fare di più. Anzi, si potrebbe fare di più: così come negli USA, nel resto del mondo, e di conseguenza anche in Italia, il conflitto di interessi nella produzione e smercio del petrolio è talmente forte da giustificarne il predominio nel settore energetico. Come potrebbe il sultano dell’Oman regalare milioni di euro ai baresi e ai palermitani e girare con 30 Mercedes, un Boeing e uno yacht da 150 metri, se ci liberassimo dalla schiavitù dell’oro nero?
Quello che possiamo fare noi è il minimo, ma serve una politica ambientale seria (ma, in questa situazione, mi basterebbe che se lo ricordasse).
Riguardo le politiche energetiche, io ultimamente sto cambiando idea sul nucleare: è sicuro e tutto, ma se le prime centrali verranno aperte fra vent’anni la cosa diventa antieconomica. Tolto il problema delle scorie, il caro petrolio comporta il caro anche di tutti i beni sostituti, compreso l’uranio: quindi fra vent’anni non solo l’uranio avrà un costo maggiore, ma addirittura le centrali appena costruite saranno obsolete a seguito dell’introduzione delle centrali di quarta generazione. Insomma, va bene il nucleare, ma Scajola fa una scemenza a puntare tutto su di esso: stop alla dipendenza dal petrolio, ma questa non può trasformarsi in una dipendenza dall’uranio.
Ora, se evitiamo di parlare delle scelte sessuali della gente, possiamo dire che Pecoraro Scanio ha deluso tutto e tutti, trasformando il ministero dell’ambiente in una miniera di consulenze. Mi pare di averne parlato mesi fa. Almeno, una cosa buona l’ha fatta: se n’è andato.
Quello che possiamo fare noi è il minimo, ma serve una politica ambientale seria (ma, in questa situazione, mi basterebbe che se lo ricordasse).
Riguardo le politiche energetiche, io ultimamente sto cambiando idea sul nucleare: è sicuro e tutto, ma se le prime centrali verranno aperte fra vent’anni la cosa diventa antieconomica. Tolto il problema delle scorie, il caro petrolio comporta il caro anche di tutti i beni sostituti, compreso l’uranio: quindi fra vent’anni non solo l’uranio avrà un costo maggiore, ma addirittura le centrali appena costruite saranno obsolete a seguito dell’introduzione delle centrali di quarta generazione. Insomma, va bene il nucleare, ma Scajola fa una scemenza a puntare tutto su di esso: stop alla dipendenza dal petrolio, ma questa non può trasformarsi in una dipendenza dall’uranio.
Ora, se evitiamo di parlare delle scelte sessuali della gente, possiamo dire che Pecoraro Scanio ha deluso tutto e tutti, trasformando il ministero dell’ambiente in una miniera di consulenze. Mi pare di averne parlato mesi fa. Almeno, una cosa buona l’ha fatta: se n’è andato.
Intanto hanno anche aumentato la bolletta (ladri) senza spiegazioni aggiuntive. Ma il petrolio non si era ‘sgonfiato’?
Ma tutto questo è ancora nulla. La vera truffa su tutto l’ambiente e la nostra società è alla voce ‘Cannabis’. Sorpresa?
No.
Ecco due link: http://www.laleva.cc/cura/la_canapa.html e http://etleboro.blogspot.com/2007/06/il-segreto-della-canapa-e-della-sua.html
Tanto per capire come ci hanno fregati, come la natura è stata scientemente devastata dalla scelta di puntare tutto sul petrolio e la sua industria pesante. Pensa che la prima Ford T era fatta con carrozzeria in plastica di canapa. E adesso stiamo ancora chiedendoci come fare per essere ‘oil free’. 100 anni dopo la Ford T. Distruggiamo la natura, noi stessi, per seguire il volere dei ‘capoccia’.
Intanto hanno anche aumentato la bolletta (ladri) senza spiegazioni aggiuntive. Ma il petrolio non si era ‘sgonfiato’?
Ma tutto questo è ancora nulla. La vera truffa su tutto l’ambiente e la nostra società è alla voce ‘Cannabis’. Sorpresa?
No.
Ecco due link: http://www.laleva.cc/cura/la_canapa.html e http://etleboro.blogspot.com/2007/06/il-segreto-della-canapa-e-della-sua.html
Tanto per capire come ci hanno fregati, come la natura è stata scientemente devastata dalla scelta di puntare tutto sul petrolio e la sua industria pesante. Pensa che la prima Ford T era fatta con carrozzeria in plastica di canapa. E adesso stiamo ancora chiedendoci come fare per essere ‘oil free’. 100 anni dopo la Ford T. Distruggiamo la natura, noi stessi, per seguire il volere dei ‘capoccia’.