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Un inquietante ritorno

Leggo con consueto disgusto un articolo di Nature, come al solito tradotto qui, di cosa stia succedendo all’interno delle agenzie indipendenti in Italia. L’ultima riguarda l’agenzia per i farmaci.

L’articolo dapprima ci ricorda l’arresto di Duilio Poggiolini. Questo signore, ovviamente affiliato alla P2, era direttore dell’agenzia per il farmaco, e aveva fatto fortuna con le tangenti: in casa sua, sotto il pavimento, furono addirittura trovati dei lingotti d’oro.

Da allora qualche passo in avanti è stato fatto: il precedente direttore, Nello Martini, era un farmacista indipendente che era riuscito a limitare la spesa per i farmaci. Come ben saprete, i farmaci sono cosa delicata: non se ne può fare a meno (di solito) altrimenti si muore. Ovviamente, non è comunque giusto che vengano prescritti farmaci inutili o costosi (al posto degli stessi generici), perché questo va a fare profitto solo per le industrie, ma non per i cittadini, né, tanto meno, per lo Stato che paga gran parte delle medicine stesse.

Martini è stato cacciato da Berlusconi poiché rimasto invischiato in una vicenda rimasta torbida (come potete leggerne il sunto nell’articolo sullinkato, i pm sono un po’ contraddittori). Al suo posto un uomo di Alleanza Nazionale, il quale, invece di garantire l’indipendenza della sua agenzia, ha subito detto che buona parte delle competenze devono tornare al ministero della Sanità, com’era ai bei tempi di Tangentopoli.

A questo punto è ovvio fare questa precisazione: l’attuale ministro della Sanità è Maurizio Sacconi. Sua moglie si chiama Enrica Giorgetti, direttrice generale di Farmindustria, ovvero l’associazione delle industrie farmaceutiche, ovvero le industrie che, ovviamente, vogliono lauti guadagni dai propri farmaci. Conflitto d’interessi? Non sarebbe neanche l’unico.

Ma la cosa interessante è questo inquietante ritorno del clientelismo, del nepotismo, che sono genitori della corruzione, un fenomeno, oggi nascosto in Italia, eppure continuamente presente. Basti pensare a Silvio Berlusconi, che ha un processo a carico proprio per corruzione e con forti prove a suo danno (processo bloccato con il lodo Alfano).

Ma non solo: proprio il governo Berlusconi ha chiuso l’ufficio europeo anti-corruzione, tanto per far capire che in Italia la corruzione è un reato minore. Insomma, questo governo, in fatto di corruzione, sembra essersi avviato tranquillamente verso il baratro. Bentornati, bei tempi della Prima Repubblica.

Dopo la P2, torna anche Tangentopoli?

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