A me viene da pensare male: in televisione si vede sempre più spesso persone che scadono nel volgare. Non sto parlando dei programmi di Alda D’Eusanio o come cavolo si chiama, Uomini e Donne e scemenze simili, ma di persone che dovrebbero fare un mestiere serio.
Sto parlando dei politici: già sappiamo che abbiamo un presidente del Consiglio, il disonorevole Silvio Berlusconi, che ogni tanto ci delizia delle sue battute (quelle sulle donne, poi, mi fanno venire la nausea), battute deliziosamente offensive, salvo poi dire «mi hanno frainteso, giornalisti di merda, comunisti!». Ieri si è aggiunta un’altra perla proveniente dal berluscones Maurizio Gasparri, che ci ha estasiati affermando che il CSM (organo costituzionale, tra l’altro eletto per un terzo dal Parlamento) è una cloaca. In diversi gli hanno ricordato che la presidenza del CSM è del capo dello Stato, e che quindi tali affermazioni sono semplicemente pazzesche. Gasparri ha riformulato due volte nel corso della giornata, ma curiosamente non si è mai scusato (avrà preso dal suo capo).
Ma il colmo della disperazione mi viene dal fatto che queste stesse persone qualche giorno fa volevano la testa di Grillo e della Guzzanti per aver detto cose praticamente allo stesso modo di Gasparri e del solito Silvio, e lì tutti a bacchettarli con «Che volgaVità, non c’è più la plebe di una volta». Accidenti, i comici non possono fare più satira, perché quando la fanno sono volgari, mentre se i politici dicono le medesime cose non arrivano neppure delle scuse? Ma che cavolo di Paese è uno nel quale politici e comici usano lo stesso linguaggio, i primi per improvvisarsi comici, i secondi per fare politica? Ma stiamo impazzendo?
Quel che credo è che si volesse far passare in secondo piano la porcata del giorno: la maggioranza ha proposto un porcellum bis per le elezioni europee del prossimo anno, con alto sbarramento e soprattutto senza preferenze. Alla faccia di chi voleva il ritorno alla scelta!
La ragione per cui si vuole l’abbandono totale della preferenza mi sembra ovvia. Forza Italia e Alleanza Nazionale vogliono fondersi nel Popolo della Libertà, ma nel caso della preferenza Forza Italia verrebbe schiacciata: come probabilmente saprete, Forza Italia è un partito fortemente verticistico, con scarse radici sul territorio e tutta votata a Berlusconi (infatti si ricordi il tentativo di creare una struttura tentata dalla Brambilla due anni fa). AN, invece, ha più forti radici, e dovendo “competere” nello stesso partito con Forza Italia avrebbe maggiori possibilità di far passare i suoi, a discapito di Forza Italia. Berlusconi vuole evitare questa cosa a tutti i costi per non perdere posti dove infilare i suoi.
Le liste bloccate, purtroppo, sembrano essere la via intrapresa per la riforma della legge elettorale europea: il Partito Democratico, anche se non può dirlo, a pena di perdere la sua “democraticità”, è favorevole. Il motivo è ovvio: il partito, in questo momento, è in mano a Veltroni, il quale, con le liste bloccate, avrebbe gioco facile a far eleggere i suoi. Con le preferenze, dopo la sconfitta alle elezioni, gli elettori del Partito Democratico potrebbero favorire il cambio di rotta, a favore, ad esempio, di un D’Alema, portando ad una resa dei conti interna e alla delegittimazione del segretario.
Poi se l’Italia è più in mano ai partiti che agli elettori, per loro è meglio, no? Alla faccia della democrazia, tutto fa brodo.