(La prima parte la trovate qui)
E vogliamo parlare del sequestro di persona? X rapisce Y. La polizia sospetta di X: intercettazioni non possiamo farne, senza prove non possiamo perquisirgli casa e simili. Vuoi che per un caso fortuito si riesca ad arrestarlo ma che X non parli perché sa che non ci sono prove del suo coinvolgimento, come va a finire? Che Y muore di fame legato come un capretto in qualche nuraghe sperduto fra i pascoli.
Non parliamo poi dei reati finanziari: in finanza le informazioni sono tutto e se non si possono intercettare le informazioni, come fare a smascherare sta gente? Ricordate le presone rovinate dal crac Parmalat? Bene, il governo sta dicendo loro e a tutti quelli come loro di mettersi l’anima in pace: la bancarotta fraudolenta è infatti uno dei reati “salvati” dal ddl. (Oddio, non vorrei ricordare male, ma l’Unione Europea dovrebbe riuscire a salvarci, visto che le direttive europee prevedono più di dieci anni di reclusione per questi reati…sempre che la Lega non decida di farci buttare fuori insieme all’Irlanda).
Ma ci sono anche altre magagne: se due persone intercettate faranno il nome di un terzo quale autore del reato, quel terzo non potrà essere a sua volta intercettato. Per intercettarlo bisognerà trovare prima altre prove in altri modi (simpatico no? Giusto per allungare i tempi, magari arrivare alla prescrizione del reato).
Il fatto poi che sia un collegio di tre giudici è in linea di principio una buona mossa. Ma a pensarci bene, sono casi amari: ci sono tribunali di piccole e medie dimensioni che sono già sotto organico, che succede se i tre giudici non si trovano? T’attacchi al tram, caro inquirente: un’altra volta ti fai trasferire al tribunale di Milano, così potrai intercettare chi vorrai (forse). E non dimentichiamo che, in caso di incompatibilità, mentre oggi il giudice che ha autorizzato l’intercettazione verrebbe sollevato, domani ne verranno fatti fuori tre in un colpo solo. La macchina giudiziaria, che già funziona male, finirebbe addirittura per non funzionare più per mancanza di giudici.
E infine, non dimentichiamo i giornalisti: il fatto che loro siano imbavagliati danneggia più noi cittadini onesti che loro (che tanto lo stipendio lo prenderanno comunque, basterà lavorare come quelli di Studio Aperto, fare servizi inutili sulle segreterie telefoniche in dialetto, perdere un quarto d’ora a parlare del matrimonio di Briatore, parlare della scuola calcio di Paullo, mostrare dei nomadi (bosniaci) che vedevano Italia-Romania -che cacchio c’entrano i bosniaci, poi?-, o a parlare del ritorno al lavoro di Federica Fontana, oppure ancora andare a colazione da La Russa come Safiria Lecchese -e questi sono solo alcuni dei megagalattici servizi di Studio Aperto).
Ma torniamo in topic. Riassumo cosa prevede il ddl per i giornalisti: i giornalisti non potranno pubblicare né le intercettazioni, né un loro riassunto, né rivelare il contenuto delle stesse. Tutti zitti, qualunque sia il reato, anche se di mafia o sui rifiuti, fino al rinvio al giudizio, ovvero dal delitto in poi. E dire che tutte quelle cose sono pubbliche, puoi andarle a prendere anche tu, che sei un nulla assoluto (ovvero non politico, non giornalista, non giudice). Vi farò alcuni esempi sull’atrocità di questo fatto: sul caso Bancopoli, noi cittadini avremmo cominciato a sapere qualcosa solo oggi dopo tre anni. Avremmo comprato azioni della BNL, dell’Antonveneta, della BPI, dell’Unipol senza sapere che cosa stava succedendo, finché un giorno, tre anni dopo, una volta tolto il bavaglio alla stampa, tutto sarebbe uscito finalmente allo scoperto. Le azioni comprate tre anni fa? Crollano di colpo a scoppio ritardato, fregando coloro che vi hanno investito per tre anni (perché chi sapeva dell’indagine – che è di per sé pubblica – non poteva parlare, né essere intercettato perché ha approfittato di informazioni privilegiate per speculare sul ribasso). I correntisti cui Fiorani avrebbe rubato i soldi? Fregati. Qualcuno di noi sarebbe andato a farsi un conto corrente alla BPI, senza sapere delle pratiche malandrine che si facevano in quelle banche, patiche che, senza il bavaglio ai giornalisti sarebbero state pubbliche, e col cavolo che mi sarei fatto un conto corrente alla BPI. Per non parlare di Calciopoli: probabilmente non ne avremmo saputo niente. Non solo: non si sarebbero potute fare le intercettazioni. E lo scandalo pedofilia di Rignano Flaminio? La debolezza del quadro accusatorio non sarebbe stato smascherato senza l’intervento dei giornalisti.
E un esempio più recente: i rifiuti in Campania. Ci sono state intercettazioni che hanno rivelato che i responsabili dello smaltimento buttavano in discarica tutto l’impossibile. Noi oggi non potremmo saperlo. E vivremmo tranquillamente vicino a delle discariche che inquinano falde acquifere e che magari contengono iodio radioattivo. Ogni tanto qualche parente, amico, vicino di casa scoprirà di avere un tumore inspiegabile (che so, un non fumatore di trent’anni con un cancro ai polmoni); oppure sentiremo sempre più spesso che dei bambini hanno la leucemia. Nei casi migliori, a morire saremmo noi. Tranquilli e beati. Ma morti di tumore.
Piccola nota: ieri sera, dopo la scrittura dell’articolo (entrambe le parti), ho letto il resoconto del “Passaparola” di Travaglio sul blog di Grillo. Ho scritto le stesse cose senza saperlo, quindi suppongo di avere scritto cose giuste. Mi sono dimenticato di inserire altri due esempi, che ho inserito dopo la lettura del resoconto, ovvero Calciopoli e Rignano Flaminio. Da Travaglio vengo poi a sapere che il ddl prevede anche una norma salva-preti, ovvero che in caso di indagini su un sacerdote vada informato il suo vescovo, mentre se l’indagato è il vescovo, deve essere informato un ministero degli esteri di un altro Stato, ovvero il Vaticano. Una norma senza senso, che mi pare contribuire a demolire non solo lo stato democratico, ma anche lo stato laico. Tutto ciò mi ricorda la Turchia, dove al potere c’è un partito islamico.
Detto questo, non riesco a non avere timore che in Italia stia per essere instaurata una nuova forma di fascismo, strisciante, nascosto, senza una vera e propria dittatura, ma pur sempre fascismo, dove il dissenso viene ammutolito, i poteri dello Stato democratico addomesticati. E tutto questo senza avere ancora toccato la Costituzione: voglio sperare che non sia questa la legislatura costituente che dovrebbe riformare l’Italia. E tutto per salvare le capre e i cavoli di uno solo: Silvio Berlusconi e i cavoli dei suoi processi.