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Politiche italiane 2008: analisi del voto

Le elezioni di ieri hanno fornito alcune indicazioni chiare su com’è l’Italia oggi. La prima è che l’Italia ha scelto, ovviamente, il governo che merita: meritava Prodi, ora merita Berlusconi. In entrambi i casi, devo rendermi conto che Giolitti aveva ragione: «Governare gli italiani non è impossibile, è inutile», secondo una frase a lui attribuita (alcuni la attribuiscono a Mussolini, ma è indifferente).

La seconda è che gli italiani hanno preferito chi ha parlato chiaro di cose terra terra (a me ricorda Commodo che rovinava l’impero romano ma rendeva felice il popolo con le “feste, farina e forca”, per dirla borbonicamente, e il popolo, come un allocco, non capiva un bel nulla della rovina incombente).

La terza è che il sistema politico, dopo essersi ribellato al maggioritario voluto dal popolo, ha fatto in modo da diventare maggioritario con una legge elettorale incostituzionale. Ma non è avvenuto come nelle altre democrazie, come Regno Unito, Francia e Spagna, dove gli estremi si sono fusi con gli schieramenti, mitigando le proprie posizioni riscaldando quelle cui si univano, bensì è stata usata una legge elettorale per buttare fuori le minoranze, senza risolvere il problema: la Destra fa ancora la fascista, Casini fa ancora il finto cattolico, la sinistra ha la possibilità di capire che deve cambiare.

La quarta è che gli exit poll sono uno spreco di soldi, fatti soltanto per riempire il buco di un paio d’ore fra l’inizio dello spoglio e le prime proiezioni.

Ma andiamo nel dettaglio, partito per partito:

Dunque la sconfitta dell’ex-centrosinistra è dovuta a idiozie strategiche: il PD si è spostato troppo al centro, la Sinistra Arcobaleno è rimasta anacronisticamente troppo a sinistra. La vittoria del PdL, invece, è tutta della Lega Nord. Il nuovo parlamento, per la prima volta dal 1946, non vedrà comunisti: un po’ è una liberazione, forse finalmente capiranno che dovrebbero riformarsi come hanno fatto i comunisti (e i socialisti) nel resto d’Europa. D’altro canto, alla guida del Paese c’è un Parlamento e quindi un Governo di industriali e liberali di nome ma non di fatto.

Ad ogni buon conto, io custodirò gelosamente uno specchietto sul programma della PdL, oltre, com’è ovvio, a ricordare tutti gli articoli che ho letto riguardo le dichiarazioni di Berlusconi. Vedremo se le rispetterà, ma nel frattempo già parla di abolizione dell’ICI e di bonus bebé al primo consiglio dei ministri (che dovrà tenersi a Napoli), mentre io mi chiedo dove troverà i soldi. Ai posteri (cioè a noi giovani) l’ardua sentenza. Senza dimenticare l’affaire Alitalia e l’abolizione del bollo auto, ovviamente…

Dreaming Argentina…

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