Oggi Silvio Berlusconi è tornato alla carica con le accuse di brogli durante le elezioni del 2006.
Nel 2006 era sicuro di vincere, anche perché aveva cambiato la legge elettorale a proprio favore: mi ricorda i bambini che perdono a nascondino, e vanno dalla mamma a piangere perché ribalti il risultato. Addirittura questo signore voleva, con un atto che definirei al limite della dittatura, allungare i termini di consegna dei risultati perché si ricontassero le schede. Fortunatamente Ciampi, allora presidente della Repubblica, disse di no, appoggiato anche (addirittura) dal ministro dell’Interno Pisanu. Fortunatamente ebbero più cervello di lui.
Berlusconi, da buon antidemocratico illiberale quale ha dimostrato di essere, non ha mai accettato la vittoria dell’Unione nel 2006. Per propaganda o per idiozia, Berlusconi, pur con i riconteggi, le sentenze della Cassazione e i richiami degli alleati, non ha mai accettato quel che gli italiani avevano deciso.
L’onnipotenza che crede di avere deve avergli dato alla testa. Tant’è che ancora oggi crede che gli siano stati portati via un milione di voti: dimenticando che il premier (e quindi le elezioni stesse erano organizzate dalla sua maggioranza) era lui.
Quest’uomo crede ormai di essere sia la maggioranza che l’opposizione. Da ottimo antidemocratico.
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