Politica, affari e processi

Totò Cuffaro, ex presidente della regione Sicilia, ha bisogno di un posto in Parlamento: rischia di finire in carcere per avere aiutato i mafiosi. Con una condanna a cinque anni sulle spalle, vorrebbe rappresentare il popolo italiano. Con questa legge elettorale ce la farebbe, perché deputati e senatori vengono decisi non dai cittadini, ma dai partiti. Ma deve farcela presto, perché non può arrivare alla condanna in secondo e magari in terzo grado, o sarà tutto inutile. E quando festeggiava con i cannoli, lo faceva perché senza l’aggravante mafiosa può candidarsi al Parlamento (altrimenti non avrebbe potuto). E tutto quadra.

Silvio Berlusconi ha sulle spalle un processo per corruzione che dovrebbe concludersi ad aprile, quando vorrebbe che si tenessero le elezioni. Ha sempre parlato di giustizia ad orologeria: adesso vuole una sentenza in concomitanza delle elezioni. Se verrà assolto, griderà contro i magistrati rossi che lo avevano ingiustamente accusato, e dirà che bisogna riformare la giustizia (come voleva la P2, loggia massonica di cui faceva parte). Se verrà condannato, griderà contro i magistrati rossi che ce l’hanno con lui, e dirà che bisogna riformare la giustizia (sempre come voleva la P2 etc, etc). In entrambi i casi, non andrà in carcere perché è un parlamentare, ma potrà sfruttare l’occasione del processo per cercare consensi, strumentalizzando la magistratura. E tutto quadra.

Entro giugno bisognerà nominare 600 dirigenti delle più grandi aziende italiane (Eni, Enel, Terna, Finmeccanica, Tirrenia, Alitalia, RAI e altre). Il cuore dell’economia italiana che tutti vorrebbero controllare. E tutto quadra.

Ecco tutti i problemi che andare al voto subito risolverebbe. All’Italia servono soluzioni per aumentare i salari per i dipendenti (che in sei anni sono aumentati dell’0,3%, contro un’inflazione del 2% all’anno), servono liberalizzazioni, servono manovre che rendano la finanza pubblica sana e in grado di sostenere la crescita, visto che abbiamo un debito pubblico altissimo e visto che crescerà, poiché la BCE alzerà i tassi di interesse. E serve una legge elettorale che restituisca ai cittadini il diritto di scegliere, e che dia una maggioranza stabile, che sia in grado di dare un indirizzo al Paese. Questa legge elettorale non fa né l’uno né l’altro, visto che si rischia di avere al Senato una situazione sempre in bilico, probabilmente con il centrodestra ad avere una maggioranza risicata.

Ma tutto questo, paradossalmente, è una questione di contorno. I problemi all’ordine del giorno del Palazzo sono altri: i problemi del Paese verranno dopo. Forse.

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