A poco più di un mese dall’inizio dell’era Monti arriva finalmente il suo primo provvedimento, la manovra salva-Italia. Nonostante la vulgata, cui evidentemente poco interessano i contenuti ma solo il populismo (da Altan che l’ha “ombrellata” ben prima che uscissero le indiscrezioni – rivelatesi clamorosamente errate – in poi), la veda come macelleria sociale, si tratta di una manovra non brutta e che, anzi, ha evitato al Paese la vera macelleria sociale presente nelle manovre berlusconiane degli ultimi mesi. Anche i mercati sembrano avere apprezzato, e lo spread è addirittura sceso sotto i 400 con grande sollievo, almeno per il momento, per le casse dello Stato.
Il bicchiere è, a seconda dei punti di vista, mezzo pieno o totalmente vuoto: i tribuni della plebe (da destra a sinistra) ignorano ciò che c’è per vedere solo quello che non c’è, pensando che Monti sia un dittatore e che la sua manovra non debba passare per le forche caudine di un Parlamento che, invece di mettersi in assetto anti-default, è già in assetto da campagna elettorale. Per costoro il bicchiere è vuoto perché volevano vendetta patrimoniale (a sinistra) e difesa delle rendite più o meno legali (a destra). A mero titolo di esempio, si pensi alla tracciabilità dei pagamenti: i tribuni di sinistra si lamentano perché la soglia è troppo alta; quelli di destra perché è troppo bassa. Preferiamo lasciare queste polemiche al tempo che trovano e inquadrare la manovra nel suo contesto storico, e vedere che il bicchiere, da come stanno le cose, è decisamente mezzo pieno, al netto dei compromessi necessari perché questa manovra venga approvata da un Parlamento che è tutto fuorché tecnico.
Il primo e più sgradito ritorno è quello dell’ICI, chiamata adesso IMU, sulla prima casa e purtroppo la sua ineluttabilità era già nota agli analisti da anni. Va ricordato che l’ICI sulla prima casa è stata eliminata dal governo Prodi, il quale ebbe la lungimiranza di lasciarla sulle case dei ricchi e sulle seconde case; fu il successivo governo Berlusconi a eliminare anche quest’ultima, creando, come previsto dagli economisti di cui Tremonti chiedeva il silenzio, una voragine di diversi miliardi nei bilanci dei comuni. Questa voragine non è mai stata riempita, se non con sabbia ricavata creando altri buchi nei bilanci statali e in quelli delle famiglie, con l’inasprimento delle tariffe per i servizi come gli asili: era quindi inevitabile che, messo di fronte allo spettro del default, il governo Monti fosse costretto a ripristinarla non solo ai ricchi, ma anche ai meno ricchi, perché è necessario fare presto. Chi (noi popolo italiano) è causa del suo mal (il governo precedente), pianga sé stesso e smetta di credere agli slogan.
Capitolo IRPEF: nonostante le trombe di sventura dei giornali, l’aumento delle aliquote è andato, come scrivevamo qui, a fare compagnia alla tassa su cani e gatti, ovvero aumento sparito e forse mai esistito. Ci sarà soltanto un aumento dell’addizionale comunale (sempre per tappare il buco nero di cui sopra) e di quella regionale, che però verrà compensata, almeno parzialmente, con la deducibilità dell’IRAP relativa al lavoro dall’IRES. Questa misura è mirata a tagliare il costo del lavoro e a favorire le assunzioni, il che è tutto fuorché macelleria, in un Paese con un tasso di disoccupazione che continua a crescere nonostante le statistiche siano macchiate di forti artifici contabili per tenerlo sotto la media europea (mentre ne è al di sopra).
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Ciao Tooby, vorrei il tuo parere sull’aggravio fiscale sui capitali scudati.Dal momento che si viola il patto con chi riporta i capitali in Italia (esportati più o meno illegalmente), non sarebbe stato più giusto ritassarli in maniera un po’ più sostanziosa dell’1,5%?
Secondo te, perché non si è fatto? Mi vengono in mente tre motivazioni:
1) per paura che il PDL (che ha ancora la maggioranza relativa al senato) non lo avrebbe votato;
2) per questione di credibilità fiscale dello stato;
3) perché se si ritassa solo dell1,5% gli scudati non si prendono la briga di fare ricorso contro questa norme, mentre lo avrebbero fatto se si appesantiva il conto del 4-5% per esempio?
Io propendo per la terza opzione perché lo scudo prevedeva l’anonimato e garantiva agli scudati di non avere ulteriori aggravi, e cito testualmente il sole 24 ore:
Garantito l’anonimato. […] L’emendamento garantisce l’anonimato e prevede che “il rimpatrio ovvero la regolarizzazione si perfezionano con il pagamento dell’imposta e non possono in ogni caso costituire elemento utilizzabile a sfavore del contribuente, in ogni sede amministrativa o giudiziaria, in via autonoma o addizionale”. Il gettito sarà inserito in una contabilità speciale e potrà essere utilizzato a partire dal 2010.
Concordo con te sulla 3), purtroppo il danno è stato fatto a monte: i capitali scudati andavano tassati con aliquota ben più elevata come in altri Paesi, sottolineando che chi non avesse pagato quell’aliquota e fosse stato scoperto (grazie a una consequenziale stretta sull’evasione) sarebbe rimasto in mutande.
Purtroppo non è stato fatto e se possiamo racimolare qualcosa senza troppe grane giudiziarie, tanto meglio, ma meglio ancora è guardare avanti.
Non fai menzione del recupero sullo scudo fiscale (a mio modo di vedere iniquo in quanto del solo 1,5%), e neppure dell’aumento delle tasse sulla benzina, giuste è vero da un punto di vista ambientale in quanto incentivano all’utilizzo di mezzi pubblici, ma allo stesso tempo colpiscono tutti allo stesso modo.
Per il resto sono d’accordo su tutto, e quoto in toto “Chi (noi popolo italiano) è causa del suo mal (il governo precedente), pianga sé stesso e smetta di credere agli slogan.”
L’articolo era troppo lungo (l’ho pubblicato per un’altra testata, non potevo dilungarmi troppo).
Per quanto riguarda lo scudo fiscale, vedi l’altro commento presente in questo thread, di FloatingLeaf. Quanto all’aumento della benzina, tenderei a considerare che chi ha i macchinoni consuma di più. Mi rendo conto tuttavia che la domanda di benzina è abbastanza anelastica, e come detto il bicchiere non è totalmente pieno (ma purtroppo s’ha da fare cassa nell’immediato per salvaguardare il futuro, e la benzina è uno dei modi per recuperare gettito in fretta: va ricordato che se i conti non fossero quadrati per settembre 2012 sarebbero scattati i tagli alle agevolazioni, cosa ben peggiore [e fortunatamente tolta], e comunque ancora ci pende sulla testa un ulteriore aumento dell’IVA…).
Una domanda circa il bollo sugli strumenti finanziari(sul quale hai sorvolato, mi pare): se non ho capito male anche i conti di deposito sono considerati, da questa manovra, strumenti finanziari. Quindi se io, per paura che la mia banca andasse a monte, ho messo X soldi in Y conti deposito, dovrò pagare Y bolli? Il tutto indipendentemente dall’importo presente sui singoli conti. E’ giusta come interpretazione? E se sul conto Z io ho 2 centesimi, dovrò comunque pagare il bollo di, mi pare, 34 Euro?
PS: alla radio (Radio24) c’ere gente che domandava “ma i derivati sono considerati strumenti finanziari?”… tralascio ogni commento…
I conti di deposito, che io sappia, sono esclusi dalla nuova imposta di bollo, quindi resta quella vecchia di 34,2 euro l’anno fissi su ogni conto corrente (cui può essere associato un conto di deposito).
Nonavevocapitounca$$o. 🙂 Grazie per la precisazione.
Allora:
>ici alla chiesa cattolica
Monti ha detto che quel dossier non lo ha ancora preso in mano, che hanno cominciato a lavorare da una settimana e serve tempo. Lo spero pure io.
>una vera asta per le frequenze tv
Passera ha detto che quel dossier non lo ha ancora preso in mano, che hanno cominciato a lavorare da una settimana e serve tempo. Lo spero pure io, come ben sai, immagino.
>sull’eliminazione del cumulo di stipendi, nomine e incarichi pubblici
Beh, nella manovra c’è un intervento in tal senso: chi fra i politici svolge più di un lavoro per lo Stato da adesso prenderà un solo stipendio.
>PS aspetto al varco il ministro Passera, vedremo se avra la voglia/possibilita’/capacita’ di mettere mano al circo dei lavori pubblici e personalmente attendo una svolta veraemente epocale nel contrasto all’evasione (ma capisco la timidezza del governo nell’affrontare lo spinoso argomento)
Probabilmente questa carta verrà giocata con la riforma fiscale che Monti ha detto di avere in cantiere (poi ci sono le liberalizzazioni, le privatizzazioni, la dismissione dei cespiti inutili del patrimonio pubblico). Tutta roba che non si fa in pochi mesi: una cosa è fare cassa, un’altra è ricostruire dalle macerie in cui siamo (e qui un sacco di fessi in cerca di poltrone vuole andare a votare ad aprile…).
Aggiungo una domanda anch’io, è un po’ che ti leggo e ora intervengo.
Non hai citato l’asta delle frequenze digitali, pensi che si sia ancora in tempo? Che è una questione troppo delicata per inserirla in questa manovra?
Che si potrebbe fare tra un mese, presentando la modifica da sola e mettendo il PdL di fronte alla responsabilità di scegliere tra le casse dello stato e le casse «laterali» del partito?
Scusa, vedo solo ora che la domanda è già stata fatta…
Non c’è problema, anzi, benvenuto. 😉
L’asta sulle frequenze dovrebbe chiudersi entro l’anno, per cui di tempo ce n’è pochino. Bisogna capire se la volontà c’è (ma noi, nel dubbio, dobbiamo tenere forte il fuoco, su questo come sugli altri argomenti caldi come l’ICI alla Chiesa).
l’asta finta non si tocca, e’ una delle condizioni che ha posto il casalese che avavamo al governo per dimettersi..
E quando li tiriamo fuori i forconi?
Sto fatto della mediazione è uno dei motivi per cui probabilmente non potrei mai fare politica: tirerei troppi calci in q… a chi mi propone di “lavarsi le mani a vicenda”.
Palazzo Chigi sarebbe una continua defenestrazione di Praga.