Due cose su Cesare Battisti e Giulio Tremonti

Una parentesi fra i post sui referendum sull’acqua.

Cesare Battisti, su cui pendono varie condanne per terrorismo in Italia, è stato liberato dal Brasile (questo esito, per i motivi che seguono, l’avevo previsto già nel 2009), se sia giusto o no, in questa sede poco mi frega. Mi pongo (e vi pongo) una domanda: voi dareste un signore ad un Paese che 1) ha un premier che attacca quotidianamente la magistratura dicendo che è politicizzata, sollevando quindi il dubbio nei giudici brasiliani che Battisti sia stato giudicato politicamente? 2) ha dei ministri che ogni volta che parlano di Battisti hanno la bava alla bocca, ormai da così tanto tempo che nella bava ci nuotiamo, sicché i giudici brasiliani possono avere il dubbio che non si voglia perseguire bensì perseguitare un criminale? Io sinceramente no, fossi un giudice brasiliano, un Battisti sulla coscienza non ce lo vorrei avere. La farsa continuerà, immagino: adesso c’è il ricorso all’Aia, poi cosa? Una dichiarazione di guerra?

L’altra cosa riguarda Tremonti: il 30 maggio, facendo un po’ di fantapolitica, dicevo che le elezioni il centrodestra le voleva perdere per passare la mano al centrosinistra o a un governo tecnico in cui tutti sono colpevoli. Perché? Perché c’è da fare la manovra finanziaria per il pareggio di bilancio entro il 2014, manovra impopolare, e non sia mai che il governo del consenso faccia qualcosa che glielo faccia perdere. Non siamo ancora alla caduta del governo Berlusconi, ci mancherebbe, ma intanto i primi effetti sono arrivati: il grosso della manovra arriverà nel 2013 e nel 2014, quando, se l’andazzo è questo, al governo ci sarà il centrosinistra, e di cui ricadrà la colpa. Fatto uno più uno, semmai si dovesse votare nel 2013, andremmo di nuovo alle urne nel 2015 massimo 2016. Non so se ci sarà Alfano o Berlusconi, ma uno dei due rischia di diventare premier in quell’anno.

La storia si ripete, ma comincia un po’ a rompere le palle.