Riassunto delle puntate precedenti: due anni fa è iniziata la crisi finanziaria. Nell’autunno dello scorso anno fallisce una delle più grandi banche del mondo (Lehman Brothers) e si innesca il panico finanziario. Le borse crollano da novembre a marzo, quando cominciano a risalire. Ed arriviamo ad oggi: +70% rispetto a marzo. Una cosa che ha dell’incredibile.
Sulla natura di questo rialzo ho già detto e lo ripeto: è drogato dall’enorme flusso di liquidità delle banche centrali. La domanda è sempre la stessa: durerà?
Per farlo durare occorrono quattrini o, in alternativa, una concreta ripresa. La seconda non c’è ancora (abbiamo un rallentamento della discesa). Ci sono stati, è vero, diversi dati macroeconomici positivi, miglioramenti nei leading indicator, ma le brutte notizie non stanno ricevendo la medesima enfasi (ad esempio, il mercato USA delle case non è che stia troppo bene, ed è quello che ha scatenato la crisi, i disoccupati non diminuiscono e l’ultimo dato è migliore solo grazie a un magheggio statistico; le banche continuano a fallire, tanto per dire a Ferragosto si è registrato il quinto più grande fallimento nella storia americana).
Quindi servono i quattrini. Chi ce li mette? I casi sono due, assumendo che le varie banche sono già nel mercato: o le banche centrali o il parco buoi, i piccoli risparmiatori.
Eliminiamo le prime, le banche centrali. La FED giovedì ha annunciato che a ottobre si chiuderanno i rubinetti.
Resta il parco buoi. E qui entra in gioco una notizia arrivata venerdì, ovvero la stima preliminare (mi pare il 65%) del Michigan Consumer Sentiment Index (MSCI, l’indice che misura la fiducia dei consumatori). Fino alle 16 i mercati erano ottimisti, e credevano che l’indice sarebbe cresciuto. Così non è stato, ed anzi è peggiorato, causando, prevedibilmente, un piccolo crollo delle borse (intorno a -1,5%).
Facciamoci questa domanda: se il parco buoi è sfiduciato, potrà mai venire in soccorso delle borse? Siamo sicuri che a settembre, alla fine delle vacanze, non assisteremo a una crisi 2, la vendetta, visto che sì, ci sono miglioramenti, ma pure peggioramenti, che possano giustificare i prossimi rialzi?
Per il momento, secondo il mio modesto parere, il trend è ancora positivo, ma le borse stanno registrando, oltre a nuovi massimi, anche minimi decrescenti, e soprattutto i volumi sono in discesa. È ancora possibile salire, diciamo, di un altro 10%, ma poi le cose si faranno complicate, si arriverà a resistenze molto forti.
Serviranno molte buone notizie. Arriveranno?
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in un precedente post ho scritto il mio pensiero circa 5 mesi fa alla domanda se si intravedeva una vera ripresa. Ripeto, che nella mia ottica un benessere basato sul debito prima o poi si sconta! Adesso più in fretta che mai perchè tutto corre più in fretta di prima e l'oste se prima presentava il conto dopo un certo numero di anni, adesso lo fa prima. La cura alla crisi deflattiva è stata vista nell'inflazione e nell'aumento del debito. Prima o poi però “qualcuno” dovrà pagare. Se il rimedio è il rialzo dei prezzi delle materie prime oltre certi limiti io, forse forse, preferisco la recessione, anche se qualcuno perde il lavoro. Certo che se il mercato del lavoro fosse diverso la perdita di posti di lavoro verrebbe recuperata da un sistema efficiente. Però questo non c'è, purtroppo. A parte questa breve digressione, ritengo che alla base di quello che succede ci sia una scommessa molto azzardata. Chi ha il potere politico ed economico sta scommettendo su un forte recupero delle economie. E i mercati stanno riflettendo esattamente questa scommessa! Se così sarà, allora il mercato dopo una risalita (ora più moderata) sconterà l'avvenuto recupero delle economie in modo pacato. Però se questa scommessa non sarà vinta in pieno, allora potrebbero benissimo esserci effetti “molto più emotivi”. In entrambi i casi occorrerà aspettare perchè adesso è già tardi!