Marcegaglia morde e fugge: altro che 2013, concluso l’accordo con AirFrance venderà le sue quote CAI

Ricordate che i soci della Compagnia Aerea Italiana (CAI) avrebbero dovuto avere l’obbligo di non vendere le proprie azioni prima del 2013? E ricordate che Report (nella persona di Milena Gabanelli) smentì il presidente di CAI Colaninno, mostrandogli che nello statuto CAI “stranamente” non c’era alcun accenno a tale obbligo, con tanto di Colaninno che sudava freddo?

Ebbene questa sera a Report ((RaiTre, ore 21:30)) la Gabanelli riporterà quanto annunciato da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria e socia CAI: non appena ci sarà l’accordo con AirFrance, la Marcegaglia le venderà le proprie quote in CAI, alla faccia del lock up e dell’italianità della compagnia.

Cosa significa? Che Marcegaglia ((ma non credo rimarrà l’unica)) comprerà Alitalia a un prezzo stracciato (basso) per poi venderla ad AirFrance((o chi per essa)) al prezzo di mercato (alto, visto che è una compagnia priva di debiti). In questo modo questi quattro amici suoi (di Berlusconi, come abbiamo detto qui a proposito di Mediobanca) faranno un profitto senza rischiare nulla. I debiti di Alitalia, che AirFrance si sarebbe accollata ai “bei” tempi del governo Prodi, rimarranno sulle spalle dei cittadini, ovvero le nostre.

Un’altra bella dimostrazione delle conseguenze del conflitto di interessi dopo quella del caso SKY.

Meno male che Silvio c’è. Forza Thailandia!

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8 Comments

  1. Come ampiamente previsto, del resto. Almeno avessero aspettato un annetto, tanto per far calmare un pò le acque. Ma nemmeno quello.

    A parte ciò, segnalo l’assoluta indecenza dei Tg che per settimane hanno presentato le proteste Alitalia come quelle fatte da gente che non vuole accettare il ‘vantaggioso’ accordo CAI e che arrecano fastidio solo agli utenti. La par condicio, come diceva la Rangeri, tipo intervisto il passeggero,intervisto il lavoratore in sciopero, al solito non è presa minimanente in considerazione: bisogna solo far capire che chi sciopera è cattivo e fa soffrire i viaggiatori (a meno che non siano i tassisti di Alemanno). Ultimamente nemmeno dal Tg3 che era il più attento al POV dei lavoratori.

  2. Come ampiamente previsto, del resto. Almeno avessero aspettato un annetto, tanto per far calmare un pò le acque. Ma nemmeno quello.

    A parte ciò, segnalo l’assoluta indecenza dei Tg che per settimane hanno presentato le proteste Alitalia come quelle fatte da gente che non vuole accettare il ‘vantaggioso’ accordo CAI e che arrecano fastidio solo agli utenti. La par condicio, come diceva la Rangeri, tipo intervisto il passeggero,intervisto il lavoratore in sciopero, al solito non è presa minimanente in considerazione: bisogna solo far capire che chi sciopera è cattivo e fa soffrire i viaggiatori (a meno che non siano i tassisti di Alemanno). Ultimamente nemmeno dal Tg3 che era il più attento al POV dei lavoratori.

  3. @SM: Ogni volta che i telegiornali parlano di Alitalia ho la decenza di togliere il volume, da quando ho visto il contraddittorio al TG1 in cui due rappresentanti dei piloti si davano ragione a vicenda e davano ragione al governo.

    Purtroppo di giornalisti coraggiosi ne sono rimasti pochi, come i freelance di Report che non vedremo per qualche mese. Sono rimasto scioccato nel vedere che il contratto CAI non prevede (giusto per fare un esempio) l’assunzione per le donne in maternità, che quindi verranno buttate in mezzo a una strada con figli a carico. Mi chiedo con che coraggio certi pseudo sindacati abbiano firmato.

    Anche la vicenda Alitalia è la dimostrazione dei fallimenti del mercato dovuti all’assenza di regole… figuriamoci quando la politica (e quindi chi deve scrivere le regole) è irrimediabilmente miscelata, sia a destra che a sinistra, con la finanza (quella che dovrebbe subire le regole).

    L’unica cosa divertente, per quanto mi riguarda, è la speranza che fra le persone che verranno licenziate da Alitalia ci saranno anche persone che si sono fatte abbindolare dall’imbonitore televisivo. Un divertimento amaro, visto che la cassa integrazione la pagheremo noi, ma come dice il nostro professionista della menzogna: cerchiamo di essere ottimisti.

  4. @SM: Ogni volta che i telegiornali parlano di Alitalia ho la decenza di togliere il volume, da quando ho visto il contraddittorio al TG1 in cui due rappresentanti dei piloti si davano ragione a vicenda e davano ragione al governo.

    Purtroppo di giornalisti coraggiosi ne sono rimasti pochi, come i freelance di Report che non vedremo per qualche mese. Sono rimasto scioccato nel vedere che il contratto CAI non prevede (giusto per fare un esempio) l’assunzione per le donne in maternità, che quindi verranno buttate in mezzo a una strada con figli a carico. Mi chiedo con che coraggio certi pseudo sindacati abbiano firmato.

    Anche la vicenda Alitalia è la dimostrazione dei fallimenti del mercato dovuti all’assenza di regole… figuriamoci quando la politica (e quindi chi deve scrivere le regole) è irrimediabilmente miscelata, sia a destra che a sinistra, con la finanza (quella che dovrebbe subire le regole).

    L’unica cosa divertente, per quanto mi riguarda, è la speranza che fra le persone che verranno licenziate da Alitalia ci saranno anche persone che si sono fatte abbindolare dall’imbonitore televisivo. Un divertimento amaro, visto che la cassa integrazione la pagheremo noi, ma come dice il nostro professionista della menzogna: cerchiamo di essere ottimisti.

  5. In effetti non è una grande soddisfazione. Ma ti sbagli sull’assenza di regole. Le regole ci sono, sono quelle che ha scoperto De Magistris, e hai visto come è andata a finire. Rinnovo l’esortazione ad una maggiore attività su wikinotizie.

    ”Sono rimasto scioccato nel vedere che il contratto CAI non prevede (giusto per fare un esempio) l’assunzione per le donne in maternità, che quindi verranno buttate in mezzo a una strada con figli a carico”

    Che razza di farabutti. Come ha detto Di Pietro, li scelgono come fossero al mercato degli schiavi.

  6. In effetti non è una grande soddisfazione. Ma ti sbagli sull’assenza di regole. Le regole ci sono, sono quelle che ha scoperto De Magistris, e hai visto come è andata a finire. Rinnovo l’esortazione ad una maggiore attività su wikinotizie.

    ”Sono rimasto scioccato nel vedere che il contratto CAI non prevede (giusto per fare un esempio) l’assunzione per le donne in maternità, che quindi verranno buttate in mezzo a una strada con figli a carico”

    Che razza di farabutti. Come ha detto Di Pietro, li scelgono come fossero al mercato degli schiavi.

  7. @SM: Sul caso De Magistris, va detto che la politica ha fatto in modo di approfittare delle regole della Costituzione, che sono più che valide (altrimenti il Silvio nazionale non le cambierebbe, ma purtroppo per lui funzionano). In un Paese normale l’informazione ci avrebbe protetto, ma questo in Italia non è valido.

    Labini, non a caso, chiamava i giornalisti “gli anticorpi della democrazia”. In Italia il sistema è malato e le difese immunitarie sono deboli.

  8. @SM: Sul caso De Magistris, va detto che la politica ha fatto in modo di approfittare delle regole della Costituzione, che sono più che valide (altrimenti il Silvio nazionale non le cambierebbe, ma purtroppo per lui funzionano). In un Paese normale l’informazione ci avrebbe protetto, ma questo in Italia non è valido.

    Labini, non a caso, chiamava i giornalisti “gli anticorpi della democrazia”. In Italia il sistema è malato e le difese immunitarie sono deboli.

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