Questa settimana parliamo di welfare, tasse, Grecia, Tobin Tax e, ovviamente, di primarie del centrosinistra.
Caso umano della settimana
Angelino Alfano, per essere l’unico uomo a non avere ancora compreso la propria natura di fantoccio
Tweet della settimana (due, a pari merito)
(scelto in base a retweet e stelline)
«La Bindi ha una paura matta ché se vince Renzi lei deve andare a zappare la terra»
— Giovanni De Mizio (@ToobyTweet) November 26, 2012
Bersani è dilaniato fra la necessità di cambiare e quella di soddisfare i maggiorenti del partito #csxrai #1csx2
— Giovanni De Mizio (@ToobyTweet) November 28, 2012
Articolo stagionato della settimana
(scelto in base alle visite ricevute)
(Di nuovo) La generazione “chiagne e fotte”. Se l’avete già letto, al secondo posto abbiamo L’imprenditore è cattivo per definizione
Welfare verso l’implosione nel lungo periodo. In Italia non è possibile affermare cose assolutamente normali senza che qualcuno le strumentalizzi a fini elettorali. L’esempio è quello di Mario Monti che, per un’osservazione parificabile a “l’acqua disseta”, si è ritrovato davanti al plotone di esecuzione. Monti ha detto che bisogna trovare nuovi metodi di finanziamento per coprire la crescita dei costi del Servizio Sanitario Nazionale dovuta all’invecchiamento della popolazione: già oggi il sistema del welfare (comprendente pensioni e sanità) è pagato da un 66% di popolazione in età lavorativa (cui bisogna sottrarre un 11% di disoccupati), per sé e per il rimanente 34% (under 15 e over 65, cui si dovrebbero aggiungere i disoccupati). Già oggi il sistema del welfare è in crisi e nel 2060 le cose sono destinate a peggiorare, visto che il 56% dovrà pagare per il restante 44%. Pare inoltre che Grillo abbia preso in antipatia l’IRAP per una questione personale, e, magicamente, due giorni dopo compare una richiesta di abolizione sul sito dei grillini: chissà se questa gente sa che l’IRAP paga il 40% della sanità pubblica. Ora, vogliamo aspettare che il sistema imploda e nel frattempo impegnarci a disegnare grafici volti a smentire tesi mai espresse, oppure impiegare il tempo che ancora abbiamo per trovare una soluzione? Impariamo a riconoscere gli uomini di paglia, ci servirà.
Brace yourselves: more taxes are coming. Le stime più ottimistiche per il PIL del 2013 dicono che la crescita italiana sarà dello zerovirgola, il che significa che, se tutto va bene, il PIL calerà dell’1%. Questo ha come conseguenza la sua causa, ovvero più tasse per coprire i buchi creati dalle tasse precedenti. Da gennaio, ad esempio, si pagherà la patrimoniale relativa al 2012 (e che nel 2013 aumenterà pure), probabilmente salirà l’IVA, Monti dice che si abbasseranno le tasse semmai ci saranno le condizioni che, per quanto sopra e a meno dell’abbandono del paradigma dell’austerità a ogni costo, non ci saranno. Per quel poco che vale, conviene armarsi di santa pazienza: il fisco diventerà più incisivo e pure noi dobbiamo imparare a essere più incisivi. Trovate una bella scatola, scriveteci sopra “2013” e infilatevi tutti gli scontrini e fatture che riceverete. E se vi arriva una cartella di Equitalia, chiedete subito l’estratto conto delle pendenze, ché una volta entrati nel giro, uscirne diventa complicato.
Indovinate chi sussidia la Grecia? Come previsto nel Termometro Finanziario, è arrivata l’ora anche per i governi europei di perdere qualcosa sugli aiuti alla Grecia. Il rapporto debito/PIL, infatti, è evidentemente insostenibile, e l’FMI non vuole più sganciare. In un’Unione normale, i più ricchi dovrebbero sussidiare i più poveri, ma dato che l’Unione Europea è tutto fuorché un luogo dell’ottimo, finirà che a sussidiare la Grecia non saranno i Paesi ricchi come Germania e simili, bensì quelli in crisi, come Italia e Spagna (e presto la Francia). A proposito di Francia, per quanto detto nel periodo precedente, non c’è da stupirsi se i fondi europei salva-Stati vengono declassati: se l’Europa è la prima a non volersi salvare, perché dovrebbe farlo Moody’s?
Aggiornamenti Tobin Tax. La realtà è impietosa: come già previsto da settimane su queste pagine, la Germania si sfila dal fronte Tobin Tax; in Francia una tassa minuscola avrebbe provocato un calo dei volumi del 25% e un gettito più che ridicolo. In Italia si insiste con una tassa ancora più pesante e ci si aspetta un calo del mercato azionario di appena il 30%; la tassa sarà applicata in solitaria, dunque i capitali avranno la libertà di fuggire ovunque, accentuando la caduta di un gettito già ridicolo, e con forti ricadute occupazionali e di crescita del PIL. I soliti talebani dicono che tale gettito fatto della stessa materia dei shogni servirà ad abbassare le tasse sul lavoro: una scemenza, ovviamente, e dannosa, perché impiega energie che potrebbero essere utilizzate per una legislazione più concreta per frenare gli eccessi del sistema bancario e spostare la tassazione dal lavoro alla rendita in modo più efficiente e immediato.
Primarie del centrosinistra. Oggi si vota per scegliere il candidato premier del centrosinistra. Ho abbastanza motivi per avere sulle scatole entrambi i contendenti e nessuno di loro è riuscito a convincermi di essere il meno peggio e quindi ad avere il mio inutile endorsement e il mio inutile voto. Il balletto sulle regole, poi, è stato veramente una brutta pagina: l’errore originale è stato scrivere regole cretine per favorire Bersani, ma una volta scritte vanno rispettate, e non forzate come ha tentato di fare Renzi. Vedremo. Se il PD riesce a non implodere, comunque, anche queste primarie resteranno nella (povera) storia della politica italiana.
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