Nelle scorse settimane ho analizzato i programmi elettorali dei principali partiti/coalizioni (Italia. Bene comune e PD, PdL, Movimento 5 Stelle, Scelta Civica per Monti, Rivoluzione Civile, Fare per Fermare il Declino). Il quadro è abbastanza desolante, ma coerente con la più brutta campagna elettorale che abbia vissuto sinora. Di seguito sintesi dei programmi, conclusioni e altro.
Dal peggiore al meno peggio.
Popolo della Libertà: una copia del programma del Movimento 5 Stelle, più pezzi del programma di Fermare il Declino più l’abolizione di praticamente tutte le tasse. Fossimo un popolo vagamente decente non prenderebbero il 5%, e invece prenderanno il 25% come minimo. Fascismo e lobotomia. 2 (2 punti per le risate che mi sono fatto leggendolo).
Movimento 5 Stelle: indubbiamente il programma più curioso, purtroppo vale come la carta straccia, un po’ perché pieno di promesse inapplicabili, un po’ perché Casagrillo vale uno, e voi non siete un ca***: il programma è volutamente vago per permettere a Casagrillo di decidere volta per volta quale posizione gli darà consenso. Chi voterà Grillo lo farà per protesta contro la solita politica, dicono: a me basta che i più siano consapevoli che votare Grillo significa votare fascista. Non è il 2013, ma il 1921, ricordatevelo a partire da martedì. Fascismo consumeristico. 4½.
Rivoluzione Civile: Un po’ di questo, un po’ di quello, tutta roba di sinistra e neanche troppo male, al netto dei soliti vizi ideologici. Peccato si tratti solo del tentativo di tornare in Parlamento da parte di un gruppo di partiti che dovrebbe fare una seria autocritica, e che invece utilizzerà Ingroia per evitare di prendere atto della realtà. Pollaio. 5-.
Scelta Civica per Monti: agenda Monti sufficiente, ma vaghissima. Conservatori sui diritti civili, per non dire reazionari. I compagni di avventura di Monti sono invotabili, la campagna elettorale del premier è stata ridicola: era meglio rimanere fuori, lasciar morire d’inedia Fini e Casini e giocarsela per il Quirinale. Pagliacci. 5.
Italia. Bene Comune (e quello del Partito Democratico): avrebbe il programma più vagamente completo, ma non hanno lesinato sulle scemenze in campagna elettorale, il compagno d’avventura Vendola è economicamente una capra, hanno dimostrato divisioni interne surreali (per esempio, Fassina e Boccia non si parlano) e poco senso del ridicolo (per Bersani i derivati sono un reato, e fa finta di non vedere il problema della commistione fra banche e politica, perché il PD è parte del sistema e gli fa comodo). Ipocriti. 5+.
Fare per Fermare il Declino: Bene tre punti su dieci, gli altri sono vaghi e fatti male. Diritti civili assenti. Diventate partito, controllate i curriculum, tenete buone le prime donne e magari ci risentiamo alle prossime elezioni. Peccato. 5½.
Non prendete i voti ai programmi per un endorsement. I voti rispecchiano principalmente i programmi e le dichiarazioni elettorali, ma la decisione finale prende in considerazione anche la credibilità dei possibili eletti, le loro storie, mie considerazioni personali e anche un tocco di strategia.
(Su quest’ultimo punto, per esempio, uno potrebbe escludere Fermare il Declino perché i piccoli partiti nelle grandi democrazie non cambiano nulla. Un elettore del PD nelle regioni rosse che volesse le sconfitta dei fascisti vedrebbe come razionale votare PD alla Camera e Monti al Senato [perché se non supera lo sbarramento, sono senatori in più per PdL e M5S, e ciò va a scapito del PD]).
Non vivo nelle regioni rosse, bensì in Ohio, e sono dilaniato dai dubbi (principalmente perché il partito cui dovrei essere vicino vuole la mia morte per questioni ideologiche). Di seguito la mia dichiarazione di voto e due endorsement per Lombardia e provincia di Roma.
Vivo in Lombardia (ma risiedo altrove) e voterei Ambrosoli. Maroni rappresenta il fascismo ubriaco che continuerà l’opera di dissoluzione e “mafizzazione” dell’economia lombarda. Basti pensare alla boutade del 75% delle tasse da trattenere in regione: i colleghi Cota e Zaia saranno fra i primi a mettersi di traverso, il progetto è di impossibile applicazione, e se ci aggiungiamo che le tasse che si potrebbero più agevolmente trattenere in regione (l’IMU e l’IRAP) la vogliono abolire, finiamo fra la schizofrenia e la Tequila: votare Maroni significa questo. Per quanto lontano anni luce da Maroni, in assenza del doppio turno, un voto per Albertini è un voto per Maroni. Piuttosto voterei disgiunto, ma il candidato presidente sarebbe sempre e comunque Ambrosoli. La Lombardia merita più di quell’incrocio fra il fascismo, Obelix e un aborto che è la Lega Nord.
Se vivessi in provincia di Roma, voterei Luca Martinelli (Fare per Fermare il Declino). Per quanto lo conosco, è uno che si è sempre fatto in quattro con impegno nei progetti in cui è stato coinvolto. Curriculum (che afferma di essere VERO) e un breve programma. Nessuna indicazione per il candidato presidente.
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