Più che scrivere un articolo sul programma del PD, mi sembra di comporre un puzzle. Per trovare materiale ho cercato un po’ nel sito del PD e un po’ in giro per internet, trovando le FAQ inviate ai circoli.
Programma più completo di quello ufficiale di coalizione (se non lo avete letto, vi conviene farlo, visto che vi saranno inevitabili rimandi), più realistico di quello degli altri, ma ancora piuttosto vago. Ribadisco che è assurdo dover fare una caccia al tesoro per trovare ciò che interessa, e, a dispetto di quanto dicono certi osservatori, il programma del PD non è per nulla sintetico e brilla solo per prolissità retorica e ambivalenza.
Analizziamo prima i 5 punti di Torino e poi le FAQ, ovvero le “risposte” preconfezionate inviate dal Soviet Supremo PD centrale alla periferia, articolate in 21 punti sui più disparati argomenti che si rimandano l’un l’altro.
Abbiate pazienza.
I cinque punti di Torino
Liquidità per dare respiro alle imprese con un piano di 50 miliardi in 5 anni per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese. La misura sarà finanziata con l’emissione di titoli ad hoc sul modello dei Btp Italia
Insomma si pagano le imprese con debito pubblico, operando una trasformazione dei debiti dello Stato. Si tratta di una boccata di aria fresca (10 miliardi l’anno contro un debito di circa 100), ma non va dimenticato che il debito pubblico aumenta i costi delle imprese per finanziarsi, per cui piuttosto che trasformarlo, quel debito andrebbe abbattuto.
Investimenti con un grande piano di piccole opere: 7,5 miliardi di euro in tre anni per mettere in sicurezza scuole e ospedali. Con meno spese per i cacciabombardieri, fondi strutturali europei e sgravi fiscali per i privati che investono
Fanno due miliardi e mezzo l’anno. Problemi vari: per Grillo abbiamo inventato 500 milioni di risparmi rinunciando ai cacciabombardieri. Qui conviene essere un po’ più realistici: pur tenendo fermi i 500 milioni di euro, dobbiamo tenere conto di penali, disoccupati, indotto e maggiori costi per sostenere l’attuale flotta sgarrupata (o rinunciamo del tutto alla difesa aerea?). Mi pare un’alzata retorica. Vabbé i fondi europei possono dire qualunque cosa. Quanto agli sgravi fiscali, in sostanza parliamo di donazioni private (altrimenti dobbiamo pensare a forme di ritorno per gli investitori privati: gli diamo in gestione scuole e ospedali? No, vero?).
Economia verde con lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili e con la riqualificazione degli immobili, per rivitalizzare l’edilizia senza consumare territorio
A parte la vaghezza, ma i soldi?
Banda larga e Ict Una grande opera infrastrutturale per sviluppare un sistema di servizi che dia lavoro ai giovani
A parte la vaghezza, ma i soldi? L’agenda digitale del PD è un lungo elenco di principi, e i soldi paiono trovarsi principalmente nei soliti fondi europei. Troppo lungo per farne un’analisi completa (ho una vita), in rete non pare avere generato particolari entusiasmi.
Industria 2020 Riprendendo il filo di Industria 2015, il piano Bersani che dava frutti ma che Berlusconi ha smantellato. Servirà a portare sviluppo tecnologico, internazionalizzazione e ricerca nei settori del saper fare italiano
Wikipedia ha una pagina su Industria 2015 che, almeno nella prima metà, è abbastanza chiara da far capire di cosa stiamo parlando. Purtroppo il 2006 è praticamente un secolo fa, molto è cambiato, e soprattutto ci sono meno quattrini. Probabilmente il programma industriale sarà più timido, almeno inizialmente, per mancanza di fondi. Lo spirito c’è, la pratica chissà. Meglio che niente.
Passiamo alle FAQ dei circoli. In pratica un lungo elenco di risposte preconfezionate che dovrebbero aiutare a capire cosa il PD intende fare senza promettere nulla.
Lavoro
Cito quasi alla lettera: «Opere utili nei comuni coi conti in ordine. Ristrutturazione del patrimonio abitativo, pubblico e privato. Salvaguardia del territorio. Riconversione energetica. Riflessi della politica industriale e dell’impegno nella green economy (vedi politica industriale)» Traduzione: i Comuni che hanno i soldi fanno qualcosa, gli altri aspettino un attimo. Rimando alla politica industriale.
Viene poi introdotta una locuzione (lavoro stabile) da contrapporre a lavoro precario. Ma cosa significa? Contratti a tempo indeterminato? Contratti a tempo determinato con maggiori tutele? Il programma generale riesce ad essere addirittura più chiaro.
Sul decentramento contrattuale troviamo nove righe di supercazzola che ci spiegano che «parleremo con sindacati e imprese e vedremo che esce fuori», e che comunque servono soldi e democrazia sul luogo di lavoro.
Giustizia
Sezione interessante con varie proposte un po’ meno vaghe («norme più rigorose contro la corruzione e per la prescrizione dei reati. Legge sul falso in bilancio. Lotta senza quartiere alla criminalità organizzata. Norme contro l’autoriciclaggio. Norme contro il voto di scambio mafioso.») Viene da chiedersi perché non l’hanno fatto quando erano al governo, ma ripeto quanto già detto per Ingroia: se non ti piacciono queste proposte, dovresti costituirti.
Europa e conti pubblici
Garanzie che gli impegni presi in sede europea saranno rispettati, ma con riserva di cambiarli: controllo europeo sui conti pubblici in cambio di eurobond o debito parzialmente comune. Stati Uniti d’Europa e dei popoli d’Europa. Speriamo.
Politica industriale
Si veda il punto 5 di quelli di Torino (lo so, è un rimando di un rimando, ma non è colpa mia). Sostegni a innovazione, ricerca, reinvestimenti in azienda, green economy, niente opere faraoniche, incentivi fiscali per chi si abbona ai mezzi pubblici (ma per risolvere i problemi [ritardi, inadeguatezze infrastrutturali del trasporto locale] elencati poche righe sopra che facciamo?), piano affitti senza piano casa (rivalutazione del patrimonio esistente). Le idee ci sono, i soldi meno.
Agenda digitale
Elenco di miniproposte che non bastano a recuperare il divario digitale col resto del mondo occidentale. Insufficiente.
Pubblica amministrazione
Luuuuuuuuunga dichiarazione di intenti per spiegare che vogliono uno Stato più efficiente, efficace ed economico, ma senza tagli lineari. (=”Quando saremo al governo, vedremo“).
Liberalizzazioni
Nuove lenzuolate come solo Bersani ha tentato di fare. Bene, ma senza i carri armati, mi sa che c’è poco da fare in certi settori.
Fisco
Al primo punto si dichiara la progressività dell’IMU e la patrimoniale per i più forniti di immobili (dipende da quanti soldi sperano di ricavare dalla patrimoniale, ma soprattutto: qualcuno si ricorderà che c’è gente che non paga l’IMU perché una casa non ce l’ha?).
Al secondo punto si nega la patrimoniale, anche mobiliare, puntando su trasparenza e tracciabilità per tassare l’esistente. Questo rinnega sia le posizioni di Fassina (PD) che di Boccia (PD). Manca solo che qualcuno mi metta il palloncino per i peti sulla sedia e la presa in giro è conclusa.
Al terzo punto si parla di lotta all’evasione fiscale. Tracciabilità. Poi accordo con la Svizzera, ma senza un condono di fatto.
Al quinto punto riequilibrio della tassazione per alleggerirlo su lavoro e impresa. Ma attenzione: mentre nel programma generale si punta il dito contro la finanza, qui si parla principalmente di coprire questo riequilibrio con la lotta all’evasione. Solo alla fine si parla di rendite.
Vorrei sapere a chi devo credere (la mia speranza è che il programma vero sia riassunto nelle FAQ dei circoli, non in quello generale, ma immagino Vendola non sia d’accordo).
Pensioni
Brevissima sezione che spiega che si risolverà il problema degli esodati (come? Boh). Giro di parole per dire che la riforma delle pensioni era l’unica possibile e mettetevi l’anima in pace (non vi piace? Ringraziate Cofferati e compagni di sindacato vari, quella riforma andava fatta vent’anni fa, come in Svezia, e ci saremmo risparmiati un gigantesco pacco di miliardi e di lacrime e sangue oggi).
Donne
Ricalco del programma generale più le norme per la rappresentanza di genere.
Riforme e costi della politica
Ricalco del programma generale, articolato meglio. Non chiara la posizione sul federalismo, come già puntualizzato nell’articolo precedente. Ma una cosa mi turberà il sonno:
riforma della seconda parte della Costituzione con un organismo parlamentare che sia obbligato a produrre una ripresa concreta su governo, Parlamento, autonomie e federalismo, regole di base nuove per la pubblica amministrazione
In nome di Perry Cox, cos’è questo?
Antitrust e conflitto di interessi
Come sempre, perché non l’avete fatto prima? Aspetto di conoscere la posizione dell’onorevole Letta a riguardo. (La Storia ricorderà le sinistre degli ultimi vent’anni soprattutto per questa gravissima questione). A riguardo il centrosinistra ha zero credibilità. Parleranno i fatti, eventualmente.
Diritti civili
Ius soli, unioni civili omosessuali (e eterosessuali?), un grosso “le faremo sapere” sull’immigrazione, no all’eutanasia, ma qualcosa sul fine vita. Aspettiamo il papa nuovo, se ci dà il permesso. Un passo indietro rispetto al programma generale.
Sanità
Programma interessante, ma in sostanza è un lungo giro di parole per dire quanto si vuole smentire nelle prime righe di un paragrafo. Io non sono per niente un sostenitore del privato e delle assicurazioni, ma non sono neppure un allocco: i costi della sanità cresceranno, è un fatto, e non si può dare tutto a tutti aggratis. Puntare sulle tre E (efficienza, efficacia ed economicità) è la strada corretta per farvi fronte, ma ovviamente molto dipenderà da come verranno applicati questi principi. Dei trade off saranno necessari, specie per evitare gli sprechi. Se uno vuole rompe le scatole al medico per farsi prescrivere un inutile antibiotico contro l’influenza io glielo fare pagare caro e amaro (e io sono per essere pure più drastico: se uno fa un incidente in strada e non indossava casco o cinture di sicurezza o guidava in stato alterato, nel triste caso in cui non dovesse rimetterci la pelle, dovrebbe pagare le cure mediche per sé e per terzi coinvolti nell’incidente).
Guardiamo in faccia la realtà: il modo migliore per ottenere comportamenti virtuosi è colpire il portafogli (ve la ricordate le multe legate al reddito in Finlandia?). Dare tutto a tutti aggratis è fonte di immani inefficienze. Non diciamo idiozie.
Sicurezza
Ridare al settore i soldi tagliati da Berlusconi e Maroni, se possibile, garantendo risparmi di spesa grazie alle solite tre E. La sezione è una piacevole lettura, per quanto generica.
Scuola
Finalmente oltre alla pars destruens (fine del modello Gelmini e dei tagli di Tremonti) c’è anche una pars construens, riassumibile in: più asili nido, più tempo pieno/tempo scuola nelle scuole primarie e secondarie, biennio di orientamento, triennio di scuola superiore, rafforzando gli istituti tecnici e professionali, ed esaurimento delle graduatorie dei precari. Se trovano i soldi, male non è, ma molto dipenderà dalla “consultazione nazionale”. Si evita di parlare di una cosa fondamentale: misurare le performance di alunni e insegnanti per premiare le eccellenze e scovare i problemi. Se non hai un metro, non puoi misurare un obiettivo, e perciò non puoi raggiungerlo.
Università e ricerca
Mix di finanziamenti pubblici e privati declinati in vario modo per tentare di recuperare il terreno perduto, meno precariato, sinergia con le imprese. Minimo sindacale anche qui. Si parla di « rivisitazione dell’Agenzia per la valutazione (ANVUR)»: chissà che vuol dire. Come detto sopra, comunque, per misurare qualcosa, compreso il merito, serve un metro il più oggettivo possibile, e va usato con forza per smantellare gli avanzamenti di carriera e l’assegnazione di fondi basati su “è il cocco del professore”.
Mezzogiorno
La sezione si apre con il riconoscimento di un fatto,e ve lo riassumo in modo brutale: bisogna cambiare la testa dei terroni. E ve lo confermo io che sono terrone da una decina di generazioni almeno. Non che il Nord sia la terra promessa (basti pensare che la Lega Nord governa in Veneto e Piemonte, ed è forte nel resto delle regioni, e che la ‘ndrangheta uccide a qualche chilometro da casa mia), ma taluni comportamenti tollerati (per non dire incoraggiati) al Sud, vengono socialmente stigmatizzati al Nord. Non è una questione di onestà, più banalmente di minor senso civico.
Detto questo, il piano per il mezzogiorno prevede un sacco di roba che non vi sto manco a elencare visto che c’è tutto l’armamentario di banalità di cui si parla da decenni. Per i soldi, come al solito, immagino si attrezzeranno in seguito.
Difesa
Si parla solo di F35 (la mia a riguardo è riassunta qui). Poche righe che ignorano la realtà (tipo che gli F35 portano lavoro, indotto e conoscenze tecnologiche, e che mantenere l’attuale flotta aerea ci costerà pure di più). Che brutta sezione.
Sociale. Terzo settore
Frase esemplare: «Il terzo settore non può essere ridotto ad un sostituto a basso costo dello Stato che arretra né può essere abbandonato a pure logiche di mercato e concorrenza.» Non vedo cosa ci sia di male nella concorrenza, e il terzo settore serve proprio a sostituire lo Stato dove non riesce ad arrivare. WTF?, se mi è concesso.
Generiche (neanche troppo, però) dichiarazioni di sostegno ad anziani, natalità, disabili, sostegno al reddito (senza fare numeri,giustamente: il reddito di cittadinanza e similari vanno costruiti nel tempo, diffidate dalle proposte miracolose e assurde) e reinserimento veloce dei disoccupati puntando sulla formazione continua. Più generici sul terzo settore: si parla di stabilizzazione del 5 per mille e e di potenziamento del servizio civile. Ma come sempre, non siamo la Danimarca: si tratta di piani di medio periodo.
Cultura
Lungo giro di parole per dire “più risorse, meno sprechi, perché in Italia c’è tanta cultura”.
Conclusioni
È il piano più completo e realistico, ma difetta di concretezza e soldi. Punta al medio periodo, com’è responsabile che sia, ma la sua realizzazione sarà ostacolata dalla sua genericità, visto che le varie componenti del partito e della coalizione potranno leggervi al suo interno più o meno qualunque cosa.
Confermo il 5+.
Lapidatemi pure.