Il programma della lista pollaio: Rivoluzione Civile

PER L’UGUAGLIANZA E I DIRITTI SOCIALI

Si parla di welfare e fisco. Il welfare sarebbe anche bello, se solo si indicassero da dove si prendono i quattrini.

  1. Redistribuire la ricchezza, attraverso le politiche fiscali, del lavoro e del welfare: in linea di principio ok, il problema è il come;
  2. Eliminare l’IMU sulla prima casa estendendola agli immobili commerciali della Chiesa e delle fondazioni bancarie, istituire una patrimoniale sulle grandi ricchezze: faccio solo notare che, se tutto va bene, l’impatto netto delle due misure è intorno allo zero (ovvero la patrimoniale e l’IMU a Chiesa e fondazioni bancarie coprono più o meno il taglio dell’IMU sulla prima casa – applicando il modello francese di patrimoniale, come invocato da più parti, il gettito si aggira sui 4 miliardi, probabilmente meno. Se qualcuno vi dice che il gettito sarà superiore vi sta truffando);
  3. Contrastare evasione e elusione fiscale: ovvio;
  4. Nel complesso, alleggerire il carico fiscale sui redditi medio-bassi, il lavoro, l’impresa, aumentandolo su rendite e grandi patrimoni. No all’aumento della tassazione indiretta: per quanto spiegato sopra, manca la copertura;
  5. Rafforzare la sanità pubblica, finanziandola adeguatamente, ridurre tickets e liste di attesa. Rilanciare la sanità territoriale: magari, ma manca la copertura;
  6. Adeguare l’Italia alla media europea nel campo delle abitazioni sociali, sospendere gli sfratti, rifinanziare il fondo per l’affitto: con quali soldi?
  7. Definire i livelli essenziali di assistenza, rifinanziare il fondo per le politiche sociali, definire un piano per la non autosufficienza, svincolare gli investimenti sul sociale dei Comuni dal patto di stabilità: con quali soldi?
  8. Stabilizzare il 5×1000 per le ONLUS: con quali soldi?

PER LA CONOSCENZA E LA CULTURA, PER UN’INFORMAZIONE LIBERA

Un po’ di mostruosità, un po’ di roba genericamente ok. Peccato che manchino sempre i soldi.

  1. Riaffermare che conoscenza, cultura, informazione sono beni comuni, diritti fondamentali non privatizzabili e mercificabili: sarebbe meglio riformare il sistema della proprietà intellettuale al fine di eliminare rendite quasi secolari e liberare così conoscenza dopo aver riconosciuto congruamente agli autori dell’opera il giusto frutto del proprio lavoro. Un enunciato del genere non ha senso e se proprio devo cercarlo a forza, è pericoloso per il settore e per chi ci lavora;
  2. Difendere la libertà di insegnamento minacciata da procedure arbitrarie di valutazione (Invalsi, Anvur): qual è l’alternativa? Serve un sistema per valutare se il sistema in generale, i singoli istituti e gli insegnanti in particolare funzionano. Puoi fare tremila riforme dell’istruzione, ma se non verifichi che dalle scuole elementari escano bambini capaci almeno di leggere, scrivere e far di conto, fallirai su tutta la linea. Vanno individuati i buchi nel sistema, e corretti: parlo per esperienza personale, l’insegnante di lettere del biennio di liceo, quando miracolosamente si presentava in aula, ci faceva leggere ad alta voce i libri di testo, mentre lei leggeva Chi, quando non dormiva. Le proteste informali che pure qualcuno di noi avanzò furono respinte, in sostanza, perché non c’era un modo oggettivo per verificare la disfunzione. È questa la libertà di insegnamento da tutelare? Meno male che nel triennio ci capitò una prof coi contro… fiocchi;
  3. Abrogare le controriforme Gelmini di scuola e università. Aumentare i finanziamenti a scuola, università, ricerca pubbliche, recuperando i tagli operati da Berlusconi e Monti, eliminare i finanziamenti agli istituti privati. Bloccare ogni tentativo di privatizzazione e frammentazione del sistema scolastico-universitario e riaffermare la democrazia interna: abbastanza d’accordo su tutto ma i) sostituire la Gelmini con cosa? ii) con quali soldi?
  4. Innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni: ok;
  5. Introdurre l’organico funzionale, stabilizzare il personale precario nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università e negli enti pubblici di ricerca: con quali soldi?
  6. Portare l’investimento nella cultura almeno all’1% del Pil, sostenere la produzione e distribuzione indipendente e le istituzioni culturali pubbliche, varare un piano straordinario di manutenzione del patrimonio culturale con lo sblocco delle assunzioni: con quali soldi?
  7. Garantire ai lavoratori della cultura i diritti di tutti i lavoratori, dagli ammortizzatori sociali alle malattie professionali, dagli infortuni sul lavoro al diritto a maternità e pensione. Riconoscere il carattere “intermittente” del loro lavoro: con quali soldi?
  8. Rompere gli oligopoli nel sistema della comunicazione, varando la legge sul conflitto di interessi e una legge antitrust. Ribadire  la centralità del servizio pubblico radiotelevisivo, eliminando l’ingerenza dei partiti, e garantendo una gestione democratica e partecipata della Rai. Assunzioni per concorso pubblico: mi pare il minimo sindacale.

PER I DIRITTI UMANI, LA PACE E IL DISARMO

  1. No all’acquisto degli F35, No al DdL Di Paola- Monti sulla riforma delle Forze Armate: Non conosco il DdL; sugli F35 si legga il link riportato sotto (in breve: ci costa di più rinunciare agli F35 che comprarceli quando saranno pronti);
  2. Ritiro immediato delle truppe italiane da tutte le missioni di guerra. No all’intervento militare in Mali: Indubbiamente un mondo in pace sarebbe meraviglioso, ma non ce lo abbiamo, e in molti casi serve la guerra per portare la pace. Un esempio per tutti è la questione israelo-libanese: se non fosse per la forza di interposizione che tiene quei bambini pestiferi separati e in castigo si farebbero la guerra ogni quarto d’ora, con conseguenze su tutta l’area che come ben sappiamo è la polveriera del mondo; del Mali ho parlato qui. Ingroia e kompagni vogliono comporre la questione in modo politico: il problema è che la controparte si chiama al Qaeda, che non è notoriamente disponibile a trattare;
  3. Riduzione delle basi militari sul territorio italiano: logico e consequenziale;
  4. Nuova legge sulla cooperazione: genericamente ok;
  5. Riconoscimento dello Stato Palestinese. Due Stati per due popoli: sarei pure d’accordo sul primo punto, ma resta il fatto che né israeliani né palestinesi vogliono la pace. Non è parteggiando per l’uno o per l’altro che il problema si risolverà, anzi, lo aggrava.

PER UNA NUOVA QUESTIONE MORALE ED UN’ALTRA POLITICA

Perché il richiamo alla casta non può mancare: a differenza di Grillo (ma sempre rispettando le elementari regole della retorica), la sezione chiude il programma.

  1. incandidabilità dei condannati e dei rinviati a giudizio per gravi reati contro la pubblica amministrazione: va bene;
  2. abolizione della diaria dei parlamentari: vedi sotto;
  3. diminuzione drastica dei compensi di parlamentari e consiglieri regionali: attenti a quel “drastica”; d’accordo a rendere gli stipendi dei politici un po’ più umani, ma attenzione ad abbassarli troppo, poiché c’è il rischio di creare buchi in cui i corruttori possono infilarsi;
  4. limite di due mandati per parlamentari e consiglieri regionali: contrario perché stupido e dannoso per lo Stato, ho argomentato qui;
  5. taglio drastico di consulenze d’oro e consigli di amministrazione inutili: magari;
  6. Costruire spazi di partecipazione permanenti, valorizzando la democrazia diretta e partecipativa: magari.

Devo dire che pensavo peggio. Purtroppo l’ignoranza in materia economica e le fette di prosciutto dell’ideologia a coprire gli occhi, oltre alle personalità inguardabili presenti nelle liste, allontanano dalla sufficienza questo programma che pure a brevi tratti non è male. Sarebbe da 4½, ma è un programma migliore di quello di Grillo. Un quasi mezzo punto in più per avere parlato decentemente dei diritti civili. 5-.

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8 Comments

  1. Mi irrita soprattutto questa storia della banda larga gratuita. La buttano lì a caso, tra le tante, senza dettagli tecnici o coperture. Se invece favorissero la concorrenza, una vera concorrenza, nel settore delle tlc, avremmo tariffe molto più basse e potremmo accedere da soli alla banda larga.

    1. Ho aperto tutti i pdf con lo stesso programma (Okular) sullo stesso PC (OS: Kubuntu), più volte in giorni e ore diverse e l’unico pdf a impiegarci una vita è stato quello.

      Purtroppo il mio browser preferito è Firefox e il lettore PDF integrato ha ancora molto da migliorare.

      De più, nin so 😛

      1. Ci ho (purtroppo per il mio pc) lavorato spesso col materiale mandato dai partiti che fanno parte di RC, e come temevo anche stavolta la grafica non è vettoriale nel pdf; le immagini sono bitmap, il che vuol dire forte compressione, come si vede dalle dimensioni tutto sommato contenute del pdf, ma la decompressione evidentemente rallenta parecchio il tuo lettore pdf.

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