Taccuini di campagna elettorale

Giusto qualche appunto sparso circa questa prima fettina di campagna elettorale. Niente di così nuovo: qualcuno (troppi) parlano di legislatura costituente, come dal 1994 a questa parte, straparlano di terze repubbliche quando a comandare nelle varie liste sono ancora soggetti indissolubilmente legati alla Prima. I programmi elettorali con proposte vere, non di principio, realizzabili e sistemiche continuano a mancare, nonostante il proliferare di agende (sarà per via del Capodanno?): fra le idee più gettonate fra un po’ tutti i partiti c’è quella di tagliare le tasse aumentandone o creandone altre, ché parlare di tagli qua e là, magari in modo preciso, rischia di farti perdere voti. La tendenza più interessante è quella di creare liste civiche personali, dove il nome del capo della lista è bello evidente, a sottolineare che la personalizzazione della politica è un must, a cui si sottraggono (almeno per ora) solo PD e Lega.

  • Vari sostenitori di Ingroia stanno rendendosi conto di essersi imbarcati in un’avventura casuale, che servirà probabilmente più ad affermare l’esistenza di qualcuno che a ricordare la necessità di fare qualcosa: il carrozzone sta imbarcando quanti più personaggi è possibile pur di superare lo sbarramento e regalare qualche poltrona a suicidi politici come Di Pietro;
  • Grillo continua nella sua opera di protesta contro qualunque cosa si muova, a manifestazioni che riempiono le pagine dei giornali (tipo il regalo degli stipendi dei deputati siciliani alle PMI), ma la sostanza resta ai livelli di un dado da brodo. L’agenda Grillo contiene roba bella, roba brutta e roba irrealizzabile, un mix inevitabile quando devi mettere assieme principi generici positivi, ignoranza sul come realizzarli e necessità di dire qualcosa che ti faccia raccattare voti: «il M5S è l’equivalente politico di una roulette russa, dove in maniera del tutto casuale possono emergere posizioni estremamente positive o altre del tutto assurde». Tutto fa brodo, l’importante è che porti sostanza a Casagrillo;
  • Sinistra Ecologia e Libertà candiderà (in posti blindati) persone che hanno più e più volte espresso disaccordo inconciliabile con il Partito Democratico (alcuni anche con la logica e il buonsenso). Meno netta sarà la vittoria della coalizione di centrosinistra, maggiori saranno le probabilità che questi personaggi imbarazzanti possano scatenare un effetto Unione;
  • le primarie PD, essendo legate al territorio, avranno (hanno avuto/stanno avendo) due conseguenze sulle liste: saranno buttati fuori parlamentari che han fatto politica nazionale e non territoriale, e senza santi in paradiso, pardon, nelle correnti. Una perdita che in certi casi mi sarei volentieri evitato. L’altra è che nelle regioni con minore senso civico il voto (più facilmente radiocomandabile) porterà in Parlamento con una buffa investitura popolare personaggi stantii e fallimentari come la Bindi (toscana candidatasi ed eletta in Calabria) o più semplicemente imbarazzanti. Non che in altre regioni le cose siano andate linde e profumate, ma la densità di imbarazzo da quelle parti è minore (non trovo più l’infografica, ma vedevo che a centro e a nord le regioni con candidati su cui si può storcere il naso erano un paio [fra cui la Lombardia], contro le praticamente tutte regioni del Sud). Odore di topi morti;
  • al centro Monti si sta scontrando (non so se col senno di prima o meno) col fatto che Fini e Casini si sono aggrappati a lui solo per convenienza e disperazione: le richieste di Monti sulle liste pulite sono già diventate un consiglio che comunque “decideremo se seguire”, il che è un sostanziale “sì, Mario, prendi questa action figure di Goku e vai a giocare in cortile”. Mi auguro che Monti abbia un piano segreto (tipo Bersani premier e Monti al Quirinale, con l’obiettivo di generare una “balena rosa” che tolga potere di ricatto ai vendoliani). In ogni caso, a Monti andrebbe tolto Twitter: capisco la necessità di dare un volto umano al robot di Crozza, ma eviterei di dare l’immagine del bimbminkia;
  • a destra troviamo un esercito di fuoriusciti da manicomi più o meno criminali che potrebbe prendere il 20-25% dei voti, con tutte le conseguenze del caso.

Mi spiace soltanto di non essere riuscito a segnarmi le uscite di questa o quella persona: alcune erano veramente impagabili, altri comicamente incomprensibili. Si direbbe che la campagna elettorale, oltre che a tirar fuori il peggio della politica in Paesi geneticamente populisti e a memoria cortissima come l’Italia, serva anche a svuotare i magazzini di alcool e droghe varie.

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One Comment

  1. Scrivevo le stesse cose qualche settimana fa su facebook, soprattutto di Grillo. D’accordo su tutto 🙂

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