[L’immagine a destra
Che differenza c’è fra lo spread a 550 di mercoledì e lo spread a 540 [non in chiusura di seduta, è un dettaglio importante] di oggi?
Mario Monti, certo, ma che altro?
La curva dei rendimenti, motivo di preoccupazione nei giorni scorsi, che non presenta più gravi irregolarità, bravi, ma che altro?
Due elementi ulteriori di novità sono stati molto interessanti in questi giorni.
Il primo è che il trend dello spread italiano non è più staccato dagli altri, ovvero non cresce più velocemente degli altri, ma insieme agli altri o addirittura scende più velocemente degli altri. Si prenda il solito confronto con la Spagna: giovedì lo spread italiano era superiore di 150 punti (550 vs 400) rispetto a quello spagnolo; oggi ha raggiunto un massimo di 40 e ha chiuso a +35 (noi a 495, la Spagna a 460).
Il secondo è che oggi lo spread si è anche “staccato” dagli umori dei mercati: nei mesi scorsi, se lo spread italiano si infiammava e saliva, le borse scendevano perché temevano, a ragione, che l’esplosione di un’Italia che continuava a non affrontare i propri numerosi problemi potesse creare un’apocalisse mondiale. Infatti, nel momento di maggiore difficoltà per le borse nella giornata odierna, fra mezzogiorno e l’una, lo spread è rimasto placido a 525; inoltre mentre le borse hanno chiuso in forte ribasso, lo spread ha chiuso sui minimi.
Se ancora non bastano questi segni dell’effetto Monti, prendiamone un altro, il più divertente. Guardate l’immagine: vedete che a un certo punto lo spread tracolla? Ebbene quel tracollo avviene pochi minuti dopo le 13. E che è successo a partire da pochi minuti dopo le 13? Bravi: Mario Monti espone il suo programma al Senato. E il crollo continua velocissimo fino alle 14 circa, quando Monti finisce di parlare.
Insomma, l’effetto Monti è realtà.
Il motivo per cui le borse non sono contente, anzi sono nervose, allora, qual è?
Il motivo è che l’Italia e l’Europa sono ancora nel bel mezzo della burrasca. L’Italia si è liberata del problema Berlusconi, ma resta ingabbiata in altri 3 macroproblemi:
- problema “double dip” ovvero il ritorno in recessione dell’Europa, ormai quasi certo;
- problema “Italia” ovvero un Paese con tasse elevatissime e crescita nulla negli ultimi dieci anni;
- problema “Europa” ovvero questa cosa di cui abbiamo parlato l’altro ieri (e di cui dovremo parlare ancora, perché le cose si aggravano di ora in ora).
C’era gente (destroide) che nega l’effetto Monti perché qualche “economista” aveva detto che le dimissioni di Berlusconi ci avrebbero fatto guadagnare 200-300 punti di spread (chi? Nessun economista sano di mente ha detto una cosa del genere, a quanto pare l’han detta Letta junior e Buttiglione, ma da queste parti, da Roubini a Boeri passando per il più umile sottoscritto, si è sempre parlato di massimo 100).
Un ritorno dello spread in area 200 sarà, speriamo, una conseguenza di lungo periodo dell’effetto Monti, non una cosa immediata, in primo luogo per ragioni tecniche (il margine richiesto sui BTP ha reso il mercato dei nostri titoli meno liquido,e questo a causa del fatto che Silvio se n’è andato solo quando la situazione è ulteriormente degenerata), in secondo luogo per i problemi sopra descritti.
Tuttavia, se non arriveranno brutte sorprese, dopo il discorso di Monti in Senato io personalmente sono più ottimista di prima.