L’ahinoi ministro La Russa, ieri sera a Ballarò, ha fatto due affermazioni:
- le borse sono in picchiata da dieci anni;
- e comunque la nostra non sta facendo troppo peggio delle altre.
Due cagate in 5D.
La prima: le borse sono in picchiata da dieci anni. Se prendiamo ad esempio il DAX tedesco, il 27 settembre 2001 chiuse a quota 4184, ieri, 27 settembre, ha chiuso a 5628 (+35%). Voi direte: bello sforzo, dopo l’11 settembre crollarono tutte le borse. Ok, torniamo indietro di un anno: il 27 settembre 2000 il DAX chiudeva a 6814, e in questo caso siamo effettivamente in ribasso (-17%), ma i più attenti si ricorderanno che un paio di mesi fa il DAX stava sopra i 7500 (+10%).
Come ho già spiegato in passato, le borse salgono e scendono ogni secondo, ogni minuto, ogni 5, 15, 30, 60 minuti, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno, ogni secolo. Hanno fatto lo stesso anche (e soprattutto) negli ultimi dieci anni, ma in picchiata proprio non sono (potremo dire che sono in picchiata da due mesi, ma non da dieci anni)
Passiamo alla parte seconda, ovvero che il nostro indice sta facendo meglio degli altri. Di seguito un confronto fra DAX (in blu) e FTSE MIB (l’indice italiano, in rosso) dal 3 novembre 2003 a ieri (cliccate per ingrandire).
Non riesco a dire che stiamo facendo come gli altri, bensì che stiamo facendo molto peggio. Lo stesso vale per molti altri indici europei e americani (compreso quello spagnolo, che sullo stesso lasso di tempo più che positivo, lo vedremo fra un momento).
Siamo partiti dal 2003 poiché fare un confronto grafico con il periodo precedente è un po’ difficile: nel 2003 sparì l’indice MIB30 e si passò allo S&P MIB, che però quotava poco sopra i 10000 punti, per cui il grafico mostra un balzo che non esiste.
Tuttavia sappiamo che il 27 settembre 2000 il MIB 30 quotava 45600, mentre il 31 ottobre 2003 era a 25973, con una perdita del 43%, mentre se aggiorniamo alla chiusura di ieri (14811) assistiamo a un tracollo del 68% (quello del DAX era del 17%).
Di seguito un confronto fra le borse spagnola, francese, inglese e tedesca dal settembre 2000 a ieri. Ecco, non direi che lo nostra borsa stia facendo male come gli altri. Sta facendo peggio della peggiore (quella francese). (( Va detto che i numeri espressi da La Russa sono abbastanza corretti, tutavia non per gli ultimi 10, bensì per gli ultimi 11. Le conclusioni restano fesserie. ))
Visto che vive in una realtà alternativa, ma in questa è ministro della difesa, comincio a temere di La Russa: e se un giorno nella sua testa sbarcassero alieni ostili? (Poi ci sarebbe la crisi economica, ma sappiamo che questo Governo l’ha notata solo da un paio di mesi, ed è comunque convinto che vada tutto bene).
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Attaccarsi al confronto fra DAX, CAC e MIB sono seghe mentali. Non ho ascoltato la frase di La Russa, ma dalle critiche che leggo oggi desumo che in buona sostanza abbia detto una verità: chiunque, in Italia e all’estero, ha investito in azioni nell’ultimo decennio (o undicennio che sia) lo sa.
E se invece ha detto una bugia ha fatto benissimo: se organizzano un programma tv per dimostrare la tesi indimostrabile che se lo spread fra l’indice, il medio, l’anulare e l’alluce in Italia e quello del benchmarker che più fa comodo è di oltre il 2.5% rispetto alla media dell’unghia europea allora è colpa della poca credibilità internazionale di Berlusconi, allora c’est à la guerre comme à la guerre.
Nonsi, il punto è che La Russa parla senza sapere e senza capire, e di conseguenza agisce.
>chiunque, in Italia e all’estero, ha investito in azioni nell’ultimo decennio (o undicennio che sia) lo sa
No, ha perso solo chi ha investito senza informarsi o chi ha investito in un’ottica di lunghissimo periodo (metti nel cassetto e dimenticatene). Non è più quel mercato da ormai vent’anni, bisogna aggiornarsi.
Ciò non toglie che La Russa abbia detto due cagate.
>E se invece ha detto una bugia ha fatto benissimo
Altrove per delle bugie si va in impeachment, o almeno si è costretti alle dimissioni. Io li chiamo Paesi civili. Questo fermo restando che La Russa parla a vanvera, il che porta a fare a vanvera, e quindi manda a putt… il Paese. Gli ultimi dieci anni stanno lì a dimostrarlo: i governi Berlusconi sono stati pieni di La Russa e le evidenze statistiche ne dimostrano i danni gravissimi inflitti al Paese.
>per dimostrare la tesi indimostrabile che se lo spread fra l’indice, il
medio, l’anulare e l’alluce in Italia e quello del benchmarker che più
fa comodo è di oltre il 2.5% rispetto alla media dell’unghia europea
allora è colpa della poca credibilità internazionale di Berlusconi
Se devi buttarla sul ridicolo, fai pure, ma mi puzza di “non so come controbattere in modo razionale”. Purtroppo per te, è così: il mercato non ha fiducia in Berlusconi, per cui lo spread non scende e non scenderà finché rimarrà al suo posto, per quanto detto poche righe sopra in questo commento e più estesamente su questo blog da diversi anni.
Tutto il resto è tapparsi le orecchie, coprirsi gli occhi e cantare Meno male che silvio c’è.
le parole che usi sembrano moooolto simili a quelle usate dai tuoi amati rappresentanti nei vari discorsi a cui tocca assistere ogni giorno…
basta selezionare 2 cavolate, guarnirle a caso con qualche strafalcione e metterci del sarcasmo inutile, ed ecco fatto il discorso per il popoletto.
è dura quando non si riesce a replicare ai fatti, vero???