Posto che Berlusconi se ne deve andare, che succede dopo?

Possiamo avere due casi: parlamento bloccato (nessuna coalizione ha una maggioranza stabile o, addirittura, le due camere hanno maggioranze diverse) o maggioranza stabile. Nel primo caso la via d’uscita è una: governo di unità nazionale o Grosse Koalition all’italiana; l’altra via (non d’uscita) è una riedizione del Governo Prodi del 2006, che fece bene, ma non ottimo, poiché perennemente vittima di ricatti trasversali che oggi sarebbero fra Follini e Vendola, Di Pietro e Vendola, Bersani e Veltroni, Veltroni e D’Alema, D’Alema e Vendola (continua).

Nel caso invece si abbia una maggioranza stabile, essa dovrebbe fare subito la cosa giusta ma impopolare. L’incentivo a fare in fretta è che prima si fanno, prima se ne possono cogliere i frutti, sicché entro fine legislatura gli italiani potranno accorgersi del fatto che stanno effettivamente meglio e quindi tornare a votare la maggioranza. È lo scenario Zapatero. Purtroppo non abbiamo uno Zapatero italiano.

Inoltre vedo due problemi circa quest’ultimo roseo scenario: se vince il centrodestra, a mio avviso, siamo punto e a capo. Usciamo da un decennio in cui il centrodestra ha dimostrato estrema povertà intellettuale, anche dai personaggi meno collusi con il berlusconismo, e non è facile ricostruire l’intelligenza in un partito che ha conosciuto Cicchitto e Gasparri (sempre ammesso che questi ultimi se ne siano andati, cosa alquanto difficile).

Se vince il centrosinistra, le speranze sono maggiori, il problema resta l’annacquamento delle riforme come accaduto per il governo Prodi del 2006. Già oggi abbiamo Bersani che se dice “nero”, il giorno dopo è costretto a dire “bianco” per non fare incazzare una parte del partito. Le cose potrebbero andare diversamente se domani Bersani, Di Pietro e Vendola s’incontrassero per stringere un patto in base al quale si tengono delle primarie di coalizione nei prossimi mesi (massimo a gennaio), si comincia la stesura del programma e i perdenti s’impegnano a sostenere candidato premier e programma concluso da quest’ultimo (ovvero lo si scrive insieme, ma per ciò su cui non c’è accordo vale la posizione di chi vince le primarie e fine della discussione). Servirebbe poi che il centrosinistra avesse una maggioranza forte abbastanza da non dovere sottostare ai ricatti delle fronde che storicamente nascono sempre nelle sinistre. Ma mi sa che già da diverse righe siamo scivolati oltre lo specchio.

Date queste premesse, ogni possibile via d’uscita, a mio modesto avviso, prevede l’esistenza di una forte pressione popolare sulla politica che eserciti regolare controllo sulle sue scelte. Ma per fare ciò serve una forte dose di spirito civile e media indipendenti.

E in Italia non ci sono né l’una, né gli altri.

Spero di sbagliarmi, tuttavia gli esiti che vedo sono questi. Di certezza ce n’è una sola: prima Berlusconi se ne va, e prima potremo sperare di ricominciare a respirare (che ricominceremo a farlo a breve, purtroppo, certezza non c’è, ma di certo non accadrà finché Silvio non se ne va).

Commenti per vedere la questione da altri punti di vista, ovviamente, graditissimi.

Photo credits | Geomangio (CC-BY)

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5 Comments

  1. concordo sull’analisi dei possibili scenari. anzi ritengo che le elezioni subito sia l’unico concretamente realizzabile che abbia una qualche speranza di fare qualcosa (tendo a essere ottimista sui rapporti di forza pd-idv-sel).

    sulla questione della tracciabilità mi piacerebbe che approfondissi la proposta perché su altri lidi (nfa) ci sono tesi ben fondate che la ritengono poco utile per via di come verrebbe applicata (il punto centrale  è “come si applica?”)

        1. Mi sono riletto l’articolo di Esposito, ma già nei commenti si nota bene che la tracciabilità funzionerebbe. Certo, non eliminerebbe l’evasione e comunque servirebbero pene più severe, ma funzionerebbe, perché la logica che c’è dietro è molto semplice: tutto il denaro che esce, a un certo punto, deve rientrare. Ovvero, nel mio negozietto posso far pagare tutto 99,99 euro in contanti, ma se mio figlio ha bisogno di un apparecchio per i denti (e il dentista non è mio complice) come faccio a pagarlo? (E se il dentista è complice il problema ricade su di lui: se deve pagare un avvocato? O deve comprarsi una macchina? O una casa? A un certo punto il sistema si rompe e rischi di riempirti la casa di contante senza valore, perché il denaro ha valore solo in quanto puoi spenderlo, ma se non puoi è un pezzo di carta pregiata, ma nient’altro).

          La prova che Esposito porta per dimostrare la non efficacia della tracciabilità è una sola, ovvero che servirebbero 30 milioni di poliziotti per controllare tutte le transazioni. Ciò non è poi troppo vero, per due motivi:

          1) non è che si controllano tutte le transazioni, ma solo quelle giudicate sospette (già oggi non si controllano tutte le dichiarazioni, ma solo quelle che fanno scattare l’allarme – di solito aziende che dichiarano meno degli studi di settore – perché per lo Stato anche se sei in crisi devi pagare le tasse come se non lo fossi);
          2) trovare quelle sospette non è per niente difficile: qualche settimana fa Superquark andò nel megabunker dell’agenzia delle entrate dove passa praticamente tutta l’Italia e tutto è sotto controllo, dalle transazioni bancarie al risultato di una partita di calcio in Turkmenistan. Era una cosa abbastanza impressionante per la mole di dati che veniva trattata senza che noi ne sapessimo alcunché (potevamo immaginarlo, ma l’effetto Grande Fratello resta).

          Insomma, basta addestrare il software a ricercare le anomalie (ad esempio, io AdE ho registrato versamenti solo per 10mila, ma poi hai comprato una casa da 100mila). Se qualcosa non va, scatta l’allarme, un poliziotto controlla e ti viene a chiedere spiegazioni, e se non sono sufficienti sono cavoli amari. Questa è la procedura già in vigore.

          È ovvio che non basta. Fra le cose che devi aggiungere per scassare il sistema dell’evasione ci sono anche l’inasprimento delle pene (un sistema tipo multa, multa, galera), l’introduzione della complicità dell’acquirente (perché se l’acquirente non è complice, non puoi evadere), il rafforzamento della condivisione di responsabilità civile e penale con il commercialista. Ma il problema del controllo è un falso problema, e già il sapere che esistono tutti questi paletti contribuisce a rendere meno conveniente l’evasione. Qualche pesciolino sfuggirà alla rete, ma questo succede ovunque, un sistema 100% infallibile non può esistere finché esisterà il contante (e non ne siamo neppure troppo sicuri).

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