Come sono andati e dove vogliono andare

Man sniffingSarò tutto sommato telegrafico, chi vuole farsi male può rileggersi la diretta di undici ore di ieri.  Considero solo le big 4, poi i partiti (pensieri vecchi, dopotutto).

Milano

La città tomba di Mussolini e Craxi. Vince Pisapia e il centrosinistra e sottolineo sinistra, perdono terribilmente Berlusconi e la Lega Nord: il primo chiede un plebiscito e ottiene poco meno della metà delle preferenze prese nel 2006 (meno di 28mila, come avevo twittato già nel primo pomeriggio di ieri). La Lega Nord, ad affluenza costante, perde il 5%: forse i leghisti stanno cominciando a capire che i loro capi sono andati a Roma per rubare a loro volta anche dalle loro tasche, che il federalismo è una farsa (perché, oh, il PdL non può perdere voti al Sud) e che un partito perennemente in lotta con il proprio governo non ha alcun senso. Il Terzo Polo resiste, il grillino Calise delude. Il ballottaggio sarà come giocare il ritorno di una semifinale di Champions League dopo aver vinto all’andata in casa per 2-1. Al centrodestra, per vincere, basta non fare una campagna elettorale sconnessa con la realtà per vincere. I milanesi sono moderati veri (Lassini, quello dei manifesti, è l’epic fail della giornata dopo Berlusconi), ma hanno il cuore a centrodestra. Fortunatamente, a giudicare dalla Santanché, che insiste con il fare l’oca scema, non l’hanno capita: Milano ha la possibilità di buttar via il peggior sindaco degli ultimi vent’anni.

Torino

Fassino stravince contro il nulla. Che poi è ciò che resterà di Torino. Bongibongibonbonbon.

Bologna

Fino alle due di notte aspettando il risultato, alla fine Merola ce la fa per mille voti. Si riconferma forte la lista di Grillo, bel risultato di Vendola, ciao Lega ciao.

Napoli

Il PD deve capire che a Napoli, se si vuole cambiare, la gente gli viene dietro: De Magistris ha attirato voti pure da destra e PD, cosa che non hanno fatto le liste che lo sostenevano. Ma dove comanda D’Alema rimane solo la cenere. Napoli si salva solo se vince De Magistris.

Partiti.

Il PdL perde. La Lega Nord perde. Il centrodestra, maggioranza in Parlamento, non è maggioranza (nemmeno relativa) in alcuna delle big 4. Verdini le esclude dal conteggio, e per il resto parla di quasi pareggio. Qualcuno gli faccia una lavanda gastrica, stamattina deve aver ingerito roba più forte del solito. Stasera a Ballarò vedremo i destrorsi tentare d’arrampicarsi sull’aria. Neanche sugli specchi.

Vince SeL e vince chi vuole che il centrosinistra stia più a sinistra che al centro. Come andrà a finire? Che D’Alema tenterà nuovamente di prendersi Casini, agli elettori non piacerà e Berlusconi vincerà di nuovo. E tornerà Veltroni. Eterno ritorno.

Non vince il PD: le sue conquiste sono più dovute al trascinamento vendoliano che a propri meriti.

Non vince il Terzo Polo, che è andato a ricoverarsi nei suoi successi a Benevento per non parlare del resto. Lasceranno mano libera ai ballottaggi per evitare fragorose spaccature.

Grillo si riconferma dove era forte, ma non sfonda altrove. Mi sa che il movimento è alla frutta.

Berlusconi sopravvive. Non scherziamo, Berlusconi non è morto, e non morirà finché continueranno a rianimarlo da sinistra. Ciò che si evince da questa tornata elettorale è che non esiste un alternativa a PdL e Lega: se si votasse domani, rivincerebbero. Nonostante abbiano subito la più devastante sconfitta dal 2005 a oggi (e ancora devono tenersi i ballottaggi!), non esiste alternativa in grado di buttarli giù.

E non esiste perché il PD non fa la pietra angolare: è il suo ruolo naturale, non si può chiedere di farlo a Vendola o a Di Pietro. Ma non lo interpreta perché D’Alema e Veltroni, i due proconsoli del PD, sono dei falliti incapaci cretini: il centro è già pieno zeppo di partiti che si scannano tra loro e questi due imbecilli vorrebbero entrare in quella zuffa? Che idiozia: il PD replichi il modello Puglia, il modello Milano, il modello Bologna, prenda IdV e SeL per la mano e costruisca un’alternativa che faccia la rivoluzione liberale (sia pure in salsa socialdemocratica, ci accontentiamo) per il Paese ostinandosi, come ha fatto Pisapia, a parlare dei suoi problemi mentre Merdini, Santascema e Straguadagno starnazzeranno di “sinistra che vuole resuscitare Stalin per rubarvi la macchina mentre drogano le caramelle dei vostri figli con immigrati infetti” o qualcosa del genere.

La strategia ha pagato a Milano.

E sottolineo Milano.

Ma soprattutto hanno vinto le primarie. D’Alema può accomodarsi assieme a Mastella dove sappiamo: corda o pistola?

(L’immagine di Ataraxis1492 non ritrae come sarà Milano se vince Pisapia. Ritrae l’unica spiegazione ai deliri che circolano in ambienti destrorsi in queste ore: è tagliata male).

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2 Comments

  1. Ciao, posso porti una domanda? Come dovrebbe essere la sinistra che potrebbe battere Berlusconi? E non mi riferisco solo al possibile leader, ma anche all’ideologia e al programma.

    1. Puoi farmi tutte le domande che vuoi. 🙂

      La domanda che mi fai non è di facile risposta, se l’avessi ci saremmo già sbarazzati di Berlusconi. Io utilizzerei le leve del marketing, individuando con precisione chi sono i nostri elettori e puntando su di essi con una campagna forte e senza ombre (questo significa che tutti i personaggi vicini ad ambienti torbidi vanno fatti sparire senza pietà – ad esempio D’Alema, amico di Tarantini – come pure gli eterni falliti – Veltroni); manderei in campo (in tv) volti nuovi, invece dei soliti, in modo da poter lanciare un vero segnale di cambiamento e di volontà di ripristino della legalità. Respingerei tutte le alleanze sia coi centristi che coi comunisti e i grillini perché altrimenti gli avversari avrebbero buon gioco (e giustamente), mentre gli stessi elettori di centrosinistra rivivrebbero l’incubo dell’Unione e la sensazione del “non sono né carne né pesce”, il che è contrario alla campagna forte che richiedevo sopra.

      Quanto a ideologia e programma, punterei su un mix di liberalismo e socialdemocrazia, rompendo le scatole a oltranza su tutte le libertà civili, politiche ed economiche negate da Berlusconi negli anni, contro ogni parassitismo e privilegio, e ponendo l’accento sul grandissimo bisogno di giustizia sociale (è uno Zapaterismo da depurare del doping economico e da adattare al nostro contesto; lasciare perdere Obama perché ha dimostrato di essere un centrista senza visione e senza spina dorsale, buono solo a fare campagna elettorale).

      Questo per grandi linee mi pare il percorso adatto perché è la fetta di popolazione ai lati dell’attuale centrosinistra incazzata dallo status quo o delusa dal berlusconismo. Non è detto che però si riesca a vincere, perché l’unica cosa che nel centrodestra sanno fare bene sono le campagne elettorali, e l’Italia è perennemente piena di fessi che credono alle cacchiate riproposte in ogni salsa (per non parlare del cancro da sconfiggere in tre anni).

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