Stamattina, accedendo a varie piattaforme per il trading online, i trader mondiali sono stati informati che da oggi è possibile acquistare e vendere contratti derivati sui parlamentari italiani. Si può, in altre parole, speculare sul prezzo del parlamentare senza però possederlo materialmente, evitando così di essere sottoposti ai suoi ricatti o a dover inventare una poltrona appositamente per lui per poi sorbirsi i lamenti della Corte dei Conti per lo spreco di denaro pubblico, se non, addirittura, per corruzione. L’iniziativa è encomiabile, perché riporta la politica a essere ciò che era un tempo, nella cosiddetta Prima Repubblica, prima che hippies drogati con la mania della giustizia cominciassero a lamentarsi per la corruzione o addirittura perché i governanti non governavano e il Paese era allo sfascio: con l’introduzione di questi derivati, finalmente la politica torna ad essere quella che abbiamo sempre amato, una semplice questione di soldi per chi la fa a scapito di chi la subisce.
L’unico problema è che il mercato è poco liquido, ma non per colpa del sottostante (( Vi sono molti parlamentari che sono letteralmente liquidi come la produzione intestinale di una persona affetta da diarrea. )) : a quanto pare persino gli speculatori, gente senza scrupoli per definizione, trovano questa cosa leggerissimamente amorale e pertanto la evitano, preferendole la vendita di droga tagliata al cianuro ai bambini delle elementari.
(Qui, seriamente parlando)
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