Ancora timori per i PIIGS (sì, con due I)

A destra uno screenshot del plasmoide Stockquote presente sul mio desktop che mostra le chiusure delle principali borse europee.

Come si può vedere Milano (FTSEMIB) fa molto peggio di tutte le altre (che sono Londra, Parigi e Francoforte). Fa peggio anche della “collega maiala” Madrid (IBEX).

Il rosso di oggi è stato causato dalle peggioramento delle prime due lettere di PIIGS (Portogallo e Irlanda): questi due Paesi-gazzelle-malate sono alle prese con gli speculatori-ghepardi (ma la colpa è dei Paesi, non degli speculatori, come ho spiegato qui).

Si tratta di un altro campanello d’allarme in pochi giorni.

Come spiega Reuters, tuttavia, a pesare sull’Italia è soprattutto la precarietà del governo Bunga Bunga di cui parlava Giannini ieri sera, governo che ieri è caduto tre volte e meno male che aveva la più grande maggioranza della storia della Repubblica. In altre parole, anche se gli scossoni sull’obbligazionario non sono causati dalle condizioni italiane, la precarietà del governo ha fatto aumentare l’effetto contagio. Intanto, per piazzare i BOT, stamattina Tremonti ha dovuto alzare i rendimenti fino ai massimi da gennaio 2009, quando si stava ancora scontando l’effetto Lehman: vedremo che succederà venerdì, quando ci sarà un’altra asta, più delicata.

Nell’attesa, con buona pace di Sechi, il differenziale BTP-Bund, di cui parlavamo oggi, ha rispettato le previsioni e ha fatto segnare un nuovo massimo.

A meno di sorprese, comunque, (domani c’è il G20, che dovrebbe tranquillizzare le piazze) la corsa dello spread dovrebbe prendersi una pausa; ma come ho già detto, questo non vuol certo dire inversione del trend ancora saldamente rialzista: anche i ghepardi devono riprendere il fiato, ogni tanto.

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